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Citroën 2CV: l’araba fenice risorge

Un esemplare unico che rappresenta il sogno nel cassetto di Serge Gevin, padre delle serie speciali 2CV

Chi non ricorda la famosa 2CV, emblema per quasi metà del secolo scorso (venne prodotta dal 1948 al 1990!) tanto della spensierata gioventù anticonvenzionale di allora quanto di coloro che con pochi soldi volevano comunque distinguersi magari attingendo alle serie speciali (celebre, fra le altre, la «Charleston»).

E proprio da una 2CV appartenente alla serie speciale Club del 1982 che Citroën Italia è partita per creare un esemplare unico, prefigurazione di una nuova serie speciale che mai esisterà come tale, fortemente voluta da Serge Gevin, artista, designer, grafico francese al quale si debbono serie speciali Citroën di grande successo come la Dyane Caban, la Visa Sextant, la 2CV Dolly … ed altre ancora, ma facciamo un passo indietro per ricordare come, all’inizio, la 2CV tutto doveva essere tranne che modaiola.

Pierre-Jules Boulanger, a capo di Citroën negli anni Trenta, volle allora che venisse realizzata una vettura piccola, economica e robusta le cui linee guida, così sintetizzò ai suoi progettisti: “Voglio quattro ruote sotto ad un ombrello, capace di trasportare una coppia di contadini, cinquanta chili di patate ed un paniere di uova attraverso un campo arato. Senza rompere un uovo”.

In poche parole, efficaci e colorite, Boulanger aveva sintetizzato il capitolato della futura 2CV, cui il celebre designer italiano Flaminio Bertoni (uno dei tre padri della futura DS) conferirà quella linea tanto pratica, simpatica e caratteristica che attribuirà al modello una personalità tale da farla diventare una delle icone della storia dell’automobile.

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A partire dagli anni Cinquanta la piccola Citroën era entrata nel cuore dei francesi molti dei quali la personalizzavano secondo il proprio gusto personale ed in realtà la «Deuche» (contrazione di Deux Chevaux, ovvero Due Cavalli), con la sua linea particolare e le sue linee ad un tempo piatte e curve si rivelò, per i tanti che avevano estro e fantasia, una tavolozza su cui riflettere la propria personalità ed il proprio immaginario.

Non sfuggì a tale richiamo il fantasioso Serge Gevin – titolare dell’agenzia Pink che si occupava dello studio dell’allestimento degli stand Citroën nelle manifestazioni più importanti – che, quasi per gioco, diede vita alla prima serie speciale della 2CV, la Spot, la cui carrozzeria bianca – arancio riprendeva i motivi tipici delle sedie da spiaggia.

Dalla Spot alla 2CV Charleston degli anni ’80 (declinata nelle scale cromatiche nero/giallo, nero/rosso, doppia tonalità di grigio) il passo fu breve ma le personalizzazioni che i singoli proprietari diedero a questa celebre «macchinetta» furono incalcolabili.

Ciononostante rimase sinora nel cassetto dei sogni dell’artista una 2CV davvero particolare, che lo stesso artista ha recentemente e vividamente descritto: “Deve essere bianca e gialla. La scocca bianca, i parafanghi gialli, così come il cofano posteriore e la capote. I paraurti devono essere bianchi, come le scocche dei fari (rotondi, mi raccomando), bianchi anche i cerchi delle ruote. Sul bagagliaio c’è il disegno di un salvagente e sulle portiere un cappello da marinaio ed una pipa. Guardandola, si deve pensare al cielo, al mare, al sole, alla gioia di vivere”.

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Oggi, grazie ad un sapiente ed integrale restauro (vedi galleria sottostante), il sogno è diventato nostalgica ma simpatica realtà e la «Soleil», così è stato appropriatamente battezzata questa visione a quattro ruote, grazie a Citroën Italia ha attraversato il tunnel del tempo per approdare ai giorni nostri, testimonianza vivente del fatto che i sogni non muoiono mai.

[ Giovanni Notaro ]