Con il 2021 prenderà il via un progetto di mobilità ferroviaria che riguarda i treni alimentati a idrogeno che comprende l’infrastruttura tecnologica necessaria all’approvvigionamento e i servizi di gestione e manutenzione dei mezzi
Il progetto di una mobilità ferroviaria a idrogeno è il frutto di un piano strategico sulla mobilità sostenibile che ha visto come protagonisti istituzioni pubbliche ed aziende private. Da un lato c’è l’accordo quinquennale siglato tra Alstom, azienda leader a livello globale nelle soluzioni integrate per la mobilità sostenibile, e dall’altro Snam, una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo. Alstom si occuperà della fornitura e della manutenzione dei treni a idrogeno, di nuova realizzazione o convertiti, mentre Snam lavorerà allo sviluppo delle infrastrutture per la produzione, il trasporto e il rifornimento.
Alstom ha deciso di specializzare il suo stabilimento di Savigliano sulla produzione dei treni ad Idrogeno, grazie anche alla collaborazione con il Politecnico di Torino, con l’Università di Torino e con il polo di innovazione Clever, Centri di eccellenza della ricerca italiana, leader in Europa in questo settore. Proprio a Savigliano verranno costruiti i treni destinati a Trenord-FNM, una tra le più importanti realtà del trasporto pubblico locale ferroviario a livello europeo, sia per dimensioni sia per capillarità del servizio. Il Consiglio di Amministrazione di FNM ha già deliberato l’acquisto di 6 elettrotreni alimentati a idrogeno, con l’opzione per la fornitura di altri 8.
L’investimento è stato preliminarmente stimato in oltre 160 milioni. I primi di questi convogli, prodotti da Alstom, saranno consegnati entro il 2023 e saranno affidati, tramite locazione, a Trenord. Proprio da questo impianto è partito il progetto Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking dal quale usciranno i mezzi che verranno messi in servizio in tredici vallate europee. Saranno i primi ambienti sociali e naturali a godere di un trasporto pubblico con impatto nullo sull’ambiente.
La tecnologia a emissioni zero del treno offre un’alternativa ai treni diesel, rispettosa dell’ambiente, in particolare sulle linee non elettrificate. Il successo operativo del treno a celle a combustibile di Alstom è iniziato nel settembre 2018, quando due veicoli pre-serie hanno iniziato il servizio regolare passeggeri in Bassa Sassonia, in Germania. Dopo un anno e mezzo di test e oltre 180.000 chilometri percorsi, Alstom si avvia alla consegna di 14 treni in serie a partire dal 2022.
Dai binari alla strada…
L’8 luglio la Commissione europea ha adottato l’European Hydrogen Strategy. Si tratta di un protocollo per un più rapido sviluppo della tecnologia a idrogeno che promuoverà la transizione verso una mobilità sicura e a zero emissioni. La decarbonizzazione dei trasporti aiuterà l’Italia a colmare il gap qualitativo che la separa dai maggiori paesi europei. L’ambizioso piano di rilancio italiano entrerà in sinergia con le iniziative europee evidenziando la corsa dell’Italia a mettersi in pari. Secondo i dati forniti dall’Università di Ferrara, nel nostro Paese il 33% dei binari non sono elettrificati: un valore pari a circa 10mila chilometri di linee, su cui oggi viaggiano prevalentemente treni a combustibili fossili. Una grande opportunità da cogliere senza esitazione. Con l’auspicio che questo raro esempio di pianificazione strategica e di sinergie operative tra pubblico e privato possa tradursi in un progetto di successo, tale da poter essere esteso rapidamente anche al mondo delle quattro ruote e non solo.
Al riguardo non mancano però anche le voci che criticano questo abbinamento idrogeno/ferrovia, perché non terrebbe in sufficiente conto gli aspetti economici. Così, ad esempio, ha scritto Dario Balotta – esperto di Trasporti e ambiente – sul Fatto Quotidiano. Di certo un accurato piano di fattibilità è sempre la “conditio sine qua non” di ogni buon progetto, ma allo stesso tempo è anche necessario volgere lo sguardo oltre l’orizzonte del contingente per poter cogliere le opportunità che potrebbero scaturire da una nuova filiera, estremamente promettente.
[ Gabriele Bordon ]