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Frecce Tricolori: 60 anni di pattuglia Acrobatica Nazionale

L’acrobazia aerea nasce per migliorare le prestazioni nel combattimento aereo. Oggi è un simbolo di italianità e senso di appartenenza, dei valori e della professionalità di tutte le Forze Armate, oltre che emblema delle capacità dell’industria italiana. Una storia di orgoglio nazionale che compie 60 anni

Le Frecce tricolori non sono solo uno spettacolo mozzafiato. Nelle loro incredibili performance raccontano competenze, tecnologie, valori, e la capacità di fare squadra dell’intera Aeronautica Militare. In 60 anni di voli, che festeggiano il 1° marzo di quest’anno, hanno colorato con il tricolore i cieli di 48 Paesi facendo spesso da cornice agli eventi più significativi del nostro. Così anche in questo difficile anno del loro anniversario, hanno rinnovato e rafforzato il messaggio e l’importanza di fare squadra sempre e comunque di fronte alle avversità, impegnandosi a sorvolare tutti i capoluoghi di regione italiani, iniziativa che ha preso il nome di «Abbraccio Tricolore», simbolico gesto terminato con il sorvolo dei cieli di Roma il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria, nella ricorrenza della Festa Nazionale della Repubblica, del 2 giugno 2020 (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Esattamente il 1° marzo del 1961, dunque, la base aerea di Rivolto (Udine) accoglieva, nella persona del maggiore Mario Squarcina, i primi sei velivoli F-86E «Sabre» con la livrea della pattuglia del «Cavallino Rampante». Provenivano da Grosseto, sede allora della 4ª Aerobrigata, oggi 4° Stormo, e attuale base strategica deputata alla difesa dei cieli italiani. Nasceva così l’«Unità Speciale Acrobatica», nucleo originario delle nascenti Frecce Tricolori.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Alberto Rosso così le descrive: “Le Frecce Tricolori sono conosciute, apprezzate e portano in tutto il mondo il nostro Tricolore. Esse sintetizzano tutto quello che è tecnologia, passione, capacità, competenza e professionalità che l’Italia è in grado di esportare e portare nel mondo”.

Passione e competenza sono gli ingredienti che hanno reso grande la storia della pattuglia: “Il fattore umano all’interno della Pattuglia Acrobatica Nazionale – dice il Tenente Colonnello Gaetano Farina, Comandante delle Frecce Tricoloriè fondamentale. Non parliamo di singoli ma di squadra, non solo i piloti ma anche tutti quelli che lavorano a terra. Andiamo a cercare chi è capace di lavorare in team, ma anche chi è in grado di mettersi in gioco ed accettare le critiche”.

Le Frecce Tricolori oggi

Il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, questa la denominazione ufficiale delle Frecce Tricolori, è un reparto di volo dell’Aeronautica Militare composto da circa cento militari tra Ufficiali, Sottufficiali e Graduati. La formazione di 10 velivoli, 9 più quello del solista, è composta da piloti provenienti dai reparti operativi di volo dell’Aeronautica Militare che, a seguito di selezione, entrano a far parte della Pattuglia Acrobatica Nazionale; qui trascorrono una parentesi della loro carriera operativa per poi far rientro ai Reparti al termine dell’esperienza. Il restante personale che appartiene alle Frecce Tricolori, sono principalmente specialisti addetti alla manutenzione del velivolo Aermacchi MB339A-PAN.

In occasione della ricorrenza del 1° marzo, la RAI Friuli Venezia Giulia ha realizzato un documentario sulla storia delle Frecce Tricolori dal titolo «Sessant’anni in volo: la Pattuglia Acrobatica Nazionale» che andrà in onda alle ore 22.10 di lunedì su RAI STORIA (canale 54 del digitale terrestre).

[ Redazione Motori360 ]

 

La storia delle Frecce Tricolori

Sul finire degli anni ’20 sull’aeroporto di Campoformido (UD), situato pochi chilometri ad est della base di Rivolto, i primi pionieri del volo acrobatico dimostrarono come l’acrobazia aerea costituisse l’essenza stessa della caccia militare ed il suo esercizio fosse in grado di migliorare le prestazioni nel combattimento aereo. Da lì prese vita una tradizione di acrobazia aerea collettiva che culminò con le formazioni acrobatiche collettive degli anni ’50 individuate a turnazione annuale presso i Reparti Operativi dell’Aeronautica Militare: Lancieri Neri, Diavoli Rossi, Tigri Bianche, Getti Tonanti e Cavallino Rampante.

Proprio da quest’ultima, pattuglia di riserva nel 1960 e successiva titolare nel 1961, venne individuato il nucleo di piloti che andarono a costituire un gruppo che stabilmente si occupasse di acrobazia aerea collettiva e che rappresentasse in tutti gli eventi in patria ed all’estero, l’Aeronautica Militare e tutta l’Italia.

Il 1° marzo 1961 giunsero a Rivolto, provenienti dalla 4a Aerobrigata di Grosseto i primi 6 velivoli F-86E «Sabre» con la livrea della pattuglia del «Cavallino Rampante» che recava l’emblema dell’Asso Francesco Baracca (simbolo ceduto dalla contessa Paolina, madre di Baracca direttamente a Enzo Ferrari per la casa automobilistica di Maranello).

Nasceva così sull’aeroporto di Rivolto, dove ancor oggi ha sede, l’Unità Speciale Acrobazia che a decorrere dal 1° luglio 1961 avrebbe assunto la denominazione ufficiale di 313° Gruppo Addestramento Acrobatico.

Giunti nei cieli del Friuli Venezia Giulia, i sei velivoli «Sabre» si diressero verso l’aeroporto di Campoformido sul quale eseguirono un looping in onore della culla dell’acrobazia aerea collettiva italiana. Successivamente eseguirono alcune manovre acrobatiche sull’aeroporto di Rivolto per poi atterrarvi. Al suolo, ad attenderli, il Maggiore Pilota Mario Squarcina, già Leader e Comandante della Pattuglia dei «Diavoli Rossi», che sarebbe passato alla storia, da quel giorno, come il 1° Comandante e «padre fondatore» delle Frecce Tricolori.

Il velivolo F-86E «Sabre» volò la prima manifestazione in assoluto il 1° maggio 1961 a Trento Gardolo. Nel primo anno di vita le Frecce Tricolori volarono con le insegne del «Cavallino Rampante» assumendo nel 1962 una nuova livrea e lo stemma che ben conosciamo.

 

Dalla stagione 1964 le Frecce Tricolori iniziarono a impiegare il velivolo italiano FIAT G-91PAN (foto sopra) che lasciarono solo nel 1982 quando avvenne la transizione al velivolo MB-339PAN a oggi in dotazione.

Sorvoli e manifestazioni con i quali si concretizza, in volo, il compito rappresentativo assegnato alle Frecce Tricolori sono eventi dal grande seguito che dà sempre accompagnano importanti momenti della storia del nostro Paese.