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Audi S1, una Golf GTI con trazione integrale

Presentata allo scorso Salone di Ginevra, la Audi S1 conferma il carattere grintoso di tutte le serie “S”

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Audi S1___[9]Con la ampia scelta di motori del gruppo VW non è stato difficile trovare quello giusto da mettere sotto il cofano della “S1”, il ben collaudato 2 litri turbo; unica differenza le sigle: TFSI per Audi, TSI per VW. Dal lato pratico non ci sono evidenti diversità tra i due propulsori, sia la Audi S3 che la Golf R hanno le stesse caratteristiche e la stessa potenza, 300 cavalli. Per la S1 hanno però preferito montare quello della Golf GTI nella versione Performance che eroga 231 cv, 10 cv in più rispetto alla GTI normale. Unica differenza tra la GTI e la S1 è che quest’ultima ha la trazione integrale Quattro, anche se è disponibile unicamente con il cambio manuale a 6 rapporti.

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Tra le cittadine dal piglio sportivo è la più potente, in quanto la 208 Gti ha 200 cv, la DS3 Racing 202 cv, la Clio RS 200 cv e la Mini JCW 211 cv, ma non solo, è anche l’unica con la trazione integrale.

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Per chi lo avesse dimenticato, nel 2012 Audi aveva già in listino una versione della A1 Quattro che con lo stesso motore disponeva di 256 cv, però bisogna dire che era una versione speciale prodotta in soli 333 esemplari e venduta ad oltre 50.000 euro… Molti di più rispetto ai 35.000 euro della nuova S1. Inoltre, nonostante questa S1 abbia 25 cv in meno rispetto alla sua esclusiva antenata, le sue prestazioni sono praticamente le stesse, 245 km/h contro 250 e lo 0-100 in 5,8 secondi, solo 0,1 decimo in più.

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Due le versioni

Audi S1___[14]A parte questo breve amarcord, la S1 model year 2014 è disponibile in due versioni: 2 porte o 4 porte ovvero Sportback. Esteticamente solo alcuni particolari la differenziano dalla più tranquilla A1: la livrea bicolore, la calandra cromata con 2 generose prese d’aria laterali, i gruppi ottici anteriori Xenon plus, i cerchi da 18”, attraverso i quali fanno capolino le pinze freni rosse con la scritta S1 sui dischi da 310 mm, lo spoiler sul tetto sopra il portellone posteriore, le luci posteriori a Led ridisegnate e i 4 terminali di scarico. Quanto basta per conferirle quel tocco di sobria sportività tipica di Audi.

Abitacolo curato

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Stesso tono sportivo anche all’interno dove domina il colore nero, sia per i rivestimenti che per i sedili in pelle con cuciture in tinta carrozzeria e con il guscio della parte posteriore degli schienali nel colore della carrozzeria o nero. Belli esteticamente, ma anche soluzione utile per proteggere i sedili quando si ribalta lo schienale posteriore per disporre di un vano di carico maggiore.

Tra i particolari che impreziosiscono l’abitacolo, il sistema di navigazione MMI plus con display da 6,5” al centro della plancia e il Bose Surround Sound da 465 W e 14 altoparlanti. Eloquente il tachimetro con il fondo scala a 280 km/h.

L'Audi S1 Quattro di Walter Röhrl al Montecarlo Rally del 1984

L’Audi S1 Quattro di Walter Röhrl al Montecarlo Rally del 1984

Fatte le dovute presentazioni a questo nuovo modello, forse sarebbe stato meglio che Audi l’avesse chiamata A1-S oppure 1S, tanto per non riprendere la gloriosa sigla S1 appartenuta negli anni ’80 alla prima Quattro del Marchio con gli anelli che aveva trionfato nei rally con Walter Röhrl. Tanto per fare un paragone, BMW ha avuto questa sensibilità chiamando il suo modello 1M e non M1 come la berlinetta sportiva disegnata da Giorgetto Giugiaro e prodotta dal 1978 al 1981. 

Paolo Pauletta