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Siegfried Stohr: «Pilota senza ali – Non era la mia Formula 1»

Nel suo ultimo libro il pilota e psicologo italo-tedesco offre un inedito punto di vista sul mondo dell’automobilismo sportivo

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Presentato a Roma presso la sede dell’Automobile Club d’Italia, «Pilota senza ali – Non era la mia Formula Uno», effettua un vero e proprio transfer delle sensazioni, ricordi e riflessioni dall’autore al lettore, avvicinandolo all’abitacolo di una monoposto ed alle emozioni profuse a piene mani dall’agonismo, talvolta esasperato, che permea il mondo della velocità e dal piacere che la guida al limite offre al vero appassionato.

Siegfried Werner Stohr

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Nato a Rimini il 10 ottobre 1952, dal 1969 al 1971 ha fatto parte della nazionale italiana di kart nei campionati europei e mondiali. Nel 1976 ha debuttato in monoposto diventando Campione italiano di Formula Italia nel ‘77 e di Formula 3 nel ’78.

Passato in Formula 2 ha vinto il Gran Premio di Enna nel 1980. Nel 1981 ha debuttato nella massima formula alla guida di una Arrows, ottenendo come miglior risultato un settimo posto al Gran Premio d’Olanda.

Laureatosi in psicologia all’Università di Padova, dopo il ritiro dalle competizioni gestisce presso l’autodromo di Misano una scuola di guida sicura che è stata una delle prime in Italia ed è una delle più importanti in Europa. Le sue competenze in psicologia gli hanno permesso di sviluppare un metodo di guida sicura che promuove anche una guida improntata sull’equilibrio mentale.

Chi meglio di lui quindi per intrattenere il lettore su argomenti direttamente vissuti e trasmettergli esperienze psicologicamente elaborate in chiave tanto emozionale quanto educativa?

Arrivato in Formula Uno, pensai che era fatta” scrive Stohr ma dentro di me dissi che ci avrei corso solo tre anni, non di più. Chissà perché. Tre anni? Forse avevo già capito che quella non era la mia Formula Uno. Era la F.1 degli altri. E io rimpiangevo l’ambiente caldo e amichevole delle corse che mi avevano portato fino a lì. Così oggi penso che in Formula Uno non ho mai corso: ci sono solo stato. Ma da qualche parte della griglia, quell’anno, c’ero anch’io”.

motori360_stohr1“Questo libro si è sviluppato in un mese, poi quotidianamente con l’aggiunta di piccole riflessioni, piccoli affreschi di ricordi. Ogni giorno un fatto apparentemente banale della mia vita ne faceva tornare alla memoria uno della mia carriera di pilota, o quello di un collega» spiega oggi l’autore. “Ho proceduto per catene, anelli di catena ai quali trovavo attaccati altri anelli. Così piano piano toglievo la polvere dai ricordi. Perché la polvere alla fine ricopre ogni cosa. Da bambino mi aveva colpito un brano dell’Ecclesiaste, inserita nella Bibbia: «Vanità delle vanità, il tutto è vanità». Non ricordo chi mi ha letto questa frase, sarà stato a catechismo. Una frase pesante da leggere ad un bambino di dieci anni. E che non mi piaceva. Così ho cercato un senso nella mia vita, prima come pilota di kart, poi come psicologo, infine nuovamente come pilota. Cercare un senso alla propria vita ti dà una direzione, una meta. Equivale a chiederle qualcosa; ed anche a dare qualcosa in cambio. Come pilota ho avuto tanto e credo di avere regalato in cambio un po’ di emozioni. Ho scoperto cos’è che se tutto è vanità, è comunque molto bello. Noi non possiamo «allungare» la nostra vita, ma possiamo però «allargarla». Una vita si allarga quando i nostri piccoli orizzonti trovano nuove dimensioni ed il nostro sguardo si posa su nuove opportunità”.

Alle parole dell’autore si aggiungono quelle di Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’Automobile Club d’Italia: “Per gli appassionati di motorismo Siegfried Stohr è un modello non soltanto di uomo sportivo, ma anche di pilota capace di trasmettere al pubblico il valore della guida sicura. Non si diventa piloti per caso: ogni driver completa un percorso formativo prima di scendere in pista e solo i più bravi, indipendentemente dai trofei conquistati, riescono a tramandare ed a diffondere nel sociale gli insegnamenti ricevuti. L’esperienza di Stohr è quella di un campione al servizio degli altri prima ancora che a se stesso”.

[ Redazione Motori360 ]