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Toyota Mirai e VW Golf HyMotion

Al Salone di Los Angeles si punta sull’idrogeno come alternativa all’elettrico. In un Paese dove i grossi motori V8 a benzina sono da molti decenni sinonimo stesso dell’auto a stelle e strisce, alcune grandi Case hanno proposto le ultime novità in tema di ecologia e rispetto per l’ambiente

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Quale location migliore per presentare le vetture di un domani non troppo lontano, in considerazione che proprio in California è attivo il Programma ZEV (Zero Emission Vehicle) che ha l’ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di gas nocivi dell’80 % entro il 2050.

A tale scopo viene molto sostenuta la diffusione delle stazioni di rifornimento per l’idrogeno, attualmente in California ce ne sono 13, ma sono stati stanziati 20 milioni di dollari all’anno per poterne avere 100 entro il 2024.

L’alternativa o quantomeno la convivenza dell’alimentazione ad idrogeno con le auto elettriche è una realtà ormai consolidata in tutti gli Stati Uniti. Lo conferma anche il fatto che la settimana scorsa Toyota ha stipulato un accordo di collaborazione con Air Liquide per realizzare 12 stazioni di servizio di idrogeno anche negli Stati del Nord-Est. Questo accordo segue quello già in atto per la California dove nel 2016 saranno attive 48 stazioni di servizio, il cui costo di realizzazione è parzialmente supportato da Toyota con 7,3 milioni di Dollari.

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Sulla base di queste realtà, al Salone di Los Angeles alcune Case hanno voluto giocare d’anticipo ed hanno esibito le loro proposte. Il gruppo VW ha presentato l’ennesima variante su base Golf, la SportWagen HyMotion. Per il momento è un concept che condivide la tecnologia ad idrogeno con i concept Passat e Audi A7 https://www.motori360.it/31359/concept-audi-a7-sportback-h-tron-quattro, ma il fatto che esiste è di buon auspicio.

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Come per le altre Golf, anche la SportWagen HyMotion è realizzata sul pianale modulare MBQ e la meccanica è quella della eGolf, ovvero la versione elettrica. L’unica differenza sta nella potenza del motore elettrico, 115 cv nella eGolf, 136 cv nella HyMotion e nel modo di ricarica delle batterie stoccate tra le sospensioni posteriori. La eGolf necessita di una presa di corrente e alcune ore di ricarica per una autonomia di circa 190 km.

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Nella HyMotion i 4 serbatoi di idrogeno in fibra di carbonio, posizionati 2 davanti e 2 dietro l’asse posteriore, si riempiono in circa 3 minuti e l’autonomia è di circa 500 chilometri con prestazioni molto simili, circa 140 km/h di velocità massima e 10 secondi per percorrere lo 0-100. Le emissioni sono Zero, in quanto dal tubo di scarico fuoriesce solo vapore acqueo quale risultanza del processo di trasformazione dell’idrogeno in energia elettrica.

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Le tre celle nelle quali avviene questa trasformazione, sono frutto della tecnologia LT PEM (Low Temperature Proton Exchange Membrane), sviluppata totalmente in Germania nel VW Technology Center for Electric Traction di Isenbüttel, nei pressi di Wolfsburg attivo dal 2001.

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Prima del Salone di Los Angeles, la Mirai FCV di Toyota, che in giapponese vuol dire «Futuro», aveva già fatto la sua comparsa in pubblico in occasione del recente Salone di Parigi. La tecnologia elettrica è quella già ben collaudata nei 15 anni di commercializzazione della Prius in tutto il Mondo e della quale mantiene fondamentalmente il suo DNA anche dal punto di vista estetico.

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Il motore elettrico eroga una potenza di 151 cv (nella Prius 82 cv) e le prestazioni dichiarate sono di 180 km/h di velocità massima e 9 secondi nello 0-100 km/h.

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La tecnologia di trasformazione dell’idrogeno in energia elettrica è praticamente la stessa, in quanto è un processo chimico, ovvero la reazione dell’idrogeno con l’ossigeno su 2 elettrodi (anodo positivo e catodo negativo) al fine di generare energia elettrica e vapore acqueo, deve avvenire solo in un certo modo in specifiche celle di combustione. Tuttavia gli studi su tale metodo di trasformazione continuano e senz’altro ci sarà una evoluzione, in particolare per quanto riguarda lo stoccaggio dell’idrogeno sui veicoli al fine aumentare la sicurezza e diminuire il peso.

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La sfida commerciale tra i grandi costruttori è appena iniziata. Il gruppo VW entrerà negli Stati Uniti nel 2016 dopo aver presentato ufficialmente al prossimo Salone di Los Angeles la Audi A7 e probabilmente anche con la Golf Hy che su quel mercato si chiamerà Jetta SportWagen Hy e con la Passat. Da parte sua, l’executive sales di Toyota Masamoto Maekawa ha comunicato che parte dello stabilimento giapponese di Motomachi è già stato convertito per la produzione della Mirai FCV con l’obiettivo di 700 unità nel primo anno e 3.000 esemplari entro il 2017.

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Al momento le uniche concorrenti sul mercato statunitense della Toyota Mirai FCV sono la Tesla «60» e «85» (entrambe elettriche), con la stessa autonomia (circa 500 km) ed emissioni Zero. Le differenze si limitano sostanzialmente nel tempo di rifornimento (pochi minuti per la Mirai, almeno una sessantina per le due Tesla) e la rete di rifornimento (ancora sparuta per l’idrogeno, capillare per l’elettrico). Il prezzo base di acquisto di circa 70.000 $ è simile per entrambe..

Ma i costruttori della Tesla hanno già confermato che entro il 2017 produrranno un modello con una autonomia di 300 km che costerà circa 35.000 $, anche in previsione dell’arrivo di VW. La battaglia a suon di dollari per dividersi il mercato è incominciata.

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In conclusione

È ben chiarire che il mercato dell’auto d’oltreoceano è molto diverso dal nostro, innanzitutto perché l’auto è considerata un mezzo di trasporto e non di lusso, con relativi costi anche di acquisto molto inferiori ai nostri, così come anche il costo del carburante. 1 gallone (3,8 litri) di benzina costa mediamente di 3,5 $, cioè circa 0,90 c/$ litro che corrisponde a circa a 0,75 c/euro litro, mentre il gasolio con 3,8 $/gallone costa l’equivalente di 0,80 c/euro litro !!! Le tasse incidono solo per il 13% mentre in Europa circa il 60%, in Italia qualche punto in più.

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Tanto per comprendere come stanno le cose dall’altra parte dell’oceano, le auto elettriche e a idrogeno, cioè ad emissioni Zero, hanno un incentivo Federale al momento dell’acquisto di 7.500 $ al quale va aggiunto quello dei singoli Stati che va dai 13.600 $ in Louisiana ai 650 $ nello Utah, ma in questa forbice ci sta il Colorado con 6.000 $, la Georgia con 5.000 $, l’Illinois con 4.000 $ e la California con 2.500 $.

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Considerando che negli Stati Uniti una Tesla 60 costa 74.500 $, a questo importo si devono sottrarre gli incentivi vari e alla fine si evince che questa prestazionale vettura elettrica, l’unica con una autonomia oltre i 400 km, viene pagata dall’utente mediamente 60/64.000 $ che al cambio attuale sono meno di 50.000 euro. È evidente che l’ecologia e il rispetto per l’ambiente anche sulle 4 ruote è anche una questione di volontà politica.

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E in Europa come siamo messi? Attualmente la Danimarca è all’avanguardia disponendo di 6 stazioni di servizio Hydrogen ben distribuite sul territorio in modo che l’automobilista non debba fare più di 500 km per rifornirsi. Discretamente bene anche in Germania con le attuali 15 stazioni di servizio che, come ha dichiarato il responsabile ricerche di Mercedes-Benz Thomas Weber, dovrebbero diventare 400 entro il 2023.

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E in Italia? Il numero e il posizionamento delle colonnine elettriche installate e funzionanti è ancora vago. Stesso discorso anche per l’idrogeno che, anche se e quando dovesse essere disponibile, sembrerebbe ci siano dei problemi per erogarlo a 700 bar, la pressione si limiterebbe a 350 bar, dimezzando di fatto l’autonomia della vettura. Inoltre da noi ci sono le accise ed è poco probabile che l’idrogeno venga esentato. 

Paolo Pauletta