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Stato e Fisco: nuovi colpi al mercato auto da IPT e passaggi di proprietà

L’ennesimo aggravio fiscale a danno del comparto auto motive dovrebbe scomparire, invece si moltiplica come le teste dell’Idra di buona memoria. È l’IPT, una tassa che esiste solo in Italia, e va ad aumentare la pressione fiscale su un settore che è già il maggior contribuente dello Stato.
Con il decreto legislativo sul federalismo fiscale, approvato in via definitiva lo scorso 31 marzo dal Consiglio dei Ministri (di prossima pubblicazione), è stato annunciato un riordino dell’Imposta provinciale di trascrizione (IPT) che si tradurrà in un preoccupante aumento tributario a carico degli automobilisti.
“Già dall’anno in corso, si avrà un consistente incremento dell’IPT per la registrazione delle vetture nuove di potenza superiore a 53 Kw, i cui acquirenti dovranno pagare un importo crescente parametrato alla potenza delle vetture con costi per l’utente che potranno aumentare considerevolmente – ha dichiarato Eugenio Razelli,Presidente di ANFIA – si tratta dell’ennesimo aggravio fiscale a danno del comparto automotive, che già detiene il primato, in Italia, in termini di contributo alle entrate fiscali dello Stato, con oltre 67 miliardi di Euro versati nel 2009, pari al 16% del totale del gettito fiscale e al 4,5% del PIL, l’incidenza più alta tra i principali Paesi europei.
Questa misura, non solo renderà ancora più pesante e complicata un’imposta unica in
Europa, ma, sommata al recente aumento delle accise sui carburanti ed alla disattesa
promessa fatta in campagna elettorale dell’abolizione del bollo auto, porterà ulteriori
effetti negativi sulle vendite e in generale sullo stato di salute dell’intero comparto.
Ci auguriamo che il Governo possa convocare le associazioni di settore, in modo da
individuare misure di correzione all’attuale decreto al fine di tutelare l’utente finale”.
Una ulteriore minaccia proveniente dall’apparente volontà di moltiplicare anche la tassa dovuta per i trasferimenti di proprietà delle autovetture e dei veicoli in genere, inoltre, porterebbe ad una reale minaccia di congelamento del mercato auto.