Ci sono modelli di automobili che sono diventati un mito: in Italia la Fiat 500, in Germania il Maggiolino, in Francia la 2CV e in Gran Bretagna la Mini
Per ricordare la storia e l’evoluzione della vetturetta inglese progettata da Sir Alec Issigonis e che, fin dal 1959, ha stregato migliaia di giovani e non solo, BMW, attuale proprietaria del marchio, ha voluto mettere insieme, presso il Museo della Casa tedesca di Monaco, i 30 esemplari più significativi realizzati fino ad oggi. Un’opportunità unica per gli appassionati dell’inglesina che potranno vedere riuniti, fino al 31 gennaio 2016, i concept e i modelli che hanno contribuito a creare il mito Mini, visibile
Una evoluzione che va dalla piccola ed essenziale Mini Minor prodotta dalle Case inglesi Morris e Austin, anche nella indimenticabile versione Traveller e chic con il marchio Wolseley, fino alle recenti versioni anche a 4 ruote motrici, ma con dimensioni ben maggiori.
Tra gli esemplari più significativi esposti, una Mini Cooper S, vincitrice al Rally di Montecarlo del 1964, accanto un modello più recente per il Trofeo Mini monomarca e una MINI Countryman All4 Racing realizzata dal team X-Raid per la Dakar.
Interessante il concept ACV30 (Anniversary Concept Vehicle) realizzato nel 1997 per celebrare le 3 vittorie della Mini al Rally di Montecarlo nel 1964, ’65 e ’67. Questo esemplare ha sfilato a Montecarlo il giorno prima della partenza del Rally nel 1997, 30 anni dopo l’ultima vittoria. Questo concept è stato prodotto con la collaborazione congiunta dei designers dei marchi Rover e BMW. La meccanica è quella della roadster MGF con il motore da 1,8 litri a 16 valvole da 118 cv, mentre la carrozzeria, realizzata con pannelli di alluminio battuti a mano, porta i colori Rosso/Bianco che identifica le vetture da competizione realizzate dal BMC Competition Department.
Un altro concept che in qualche modo voleva rinnovare la Mini, è la Spiritual presentata al Salone di Ginevra nel 1997. La sua linea, che anticipava quella che oggi appartiene al segmento delle city-car, venne proposta anche nella versione a 4 porte chiamata Spiritual Too. Il motore era un 3 cilindri da 800 c e 60 cv posizionato sotto i sedili posteriori e trasmetteva la trazione alle ruote posteriori. Al fine di contenere il peso in 700 kg, la carrozzeria era realizzata con pannelli di plastica e alluminio.
Piacevole la MINI Rocketman Concept presentata al Salone di Ginevra del 2011 dove aveva attirato l’interesse del pubblico per le sue soluzioni innovative, le dimensioni più contenute rispetto alla sorella, 3.430 mm (-40 cm) e 2+1 posti, ideale per il traffico cittadino.
Ora, dopo 4 anni, sembra che il progetto Rocketman sia stato ripreso anche in considerazione della collaborazione tra BMW e Toyota. Non è molto irreale la possibilità che la prossima generazione della Toyota iQ sarà spinta dal motore BMW a 3 cilindri da 1,5 litri, mentre la Rocketman sarà una full electric, ma per avere qualche certezza in più bisogna aspettare il 2018.
[ Paolo Pauletta ]