Testate su neve e fondi difficili l’auto tedesca e gli pneumatici francesi hanno dimostrato grande affidabilità garantendo ampi margini di sicurezza in ogni condizione
[Courmayeur]. Michelin e Mercedes hanno organizzato un test a Courmayeur per far provare ai giornalisti la nuova gamma di pneumatici invernali montati sulla nuova Classe A. Su invito quindi delle due prestigiose “M” ritiriamo a Milano, in vista di un rapido trasferimento a Courmayer, una bianca 200 CDI con cambio manuale a 6 rapporti e cerchi da 18 gommati Pilot Alpin 4.
Le temperature sono quelle giuste per questo specifico test, con escursioni comprese fra 16/18°C e +2. In compenso il sole non manca e quindi proviamo i Michelin Pilot Alpine 4 anche su fondo asciutto, condizione per la quale il pneumatico non è stato progettato ma che comunque alla fine merita la nostra approvazione.
L’inedita due volumi tedesca
La Classe A ha un doppio ruolo strategico per la Mercedes: è capostipite di una nuova famiglia di compatte a trazione anteriore e, nello stesso tempo, rappresenta un’arma d’attacco al segmento C (compatte premium) dove tenterà di ostacolare il protagonismo di alcune primedonne come l’Audi A3 (trazione anteriore come la “A”) e la BMW Serie 1 a trazione posteriore.
La gamma delle “A” è al momento composta da 4 versioni a gasolio e tre a benzina; a queste si aggiungeranno il prossimo anno una coupé a 4 porte CLA (vista in anteprima al Motor Show) la sportiva A 45 AMG con il 2 litri turbo da 340 cavalli, la 4matic, con una nuova trazione integrale completamente riprogettata, e il SUV compatto GLA.
Il progetto è stato sviluppato in modo da esaltare design, sportività e tecnologia ed è il frutto di un lavoro d’équipe condiviso da 5 Advice Center Mercedes-Benz. Da sottolineare che questa nuova auto contiene una quota importante di lavoro italiano: gli interni – funzionali ed elegantemente sportivi – sono stati infatti progettati a Como mentre l’AMG ha reso più dinamico e reattivo il progetto di base.
In effetti la linea, che guadagna moltissimo dai 16 cm persi in altezza, è tesa e sportiveggiante, una positiva via di mezzo fra berlina e coupé, con interni curati e giovanili, realizzati con materiali dalla qualità immediatamente percepibile. Belli e correttamente avvolgenti i sedili sportivi con poggiatesta integrato, di serie sull’allestimento Sport. Cinque i posti omologati, assai comodi quelli anteriori, sufficienti quelli posteriori qualora i sedili davanti siano a fine corsa. Buona la capienza del bagagliaio (da 341 a 1.157 litri a schienali posteriori totalmente abbattuti) soprattutto in rapporto alle contenute dimensioni esterne (4,29 cm lunghezza – 1,78 cm larghezza – 1,43 cm altezza).
Anche la tecnologia, determinante ancor di più in questo segmento ai fini dei contenuti e della battaglia commerciale, offre di serie, oltre al Collision Prevention Assist, l’Attention Assist, l’adaptive Brake ed il cofano motore attivo mentre, a richiesta (o man mano di serie nelle versioni di maggior prestigio), troviamo fari Bi-xeno, Blind Spot Assist e sistema antisbandamento, Speed limit assist, Park Assist con Active Parktronic, Voicetronic, Telecamera per la retromarcia assistita, Distronic Plus, il Sistema di chiamata di emergenza ed infine il Sistema Pre-Safe; quest’ultimo – che nel 2002 venne presentato per la Classe “S” – rileva da ESP e BAS situazioni di criticità nella guida ed attiva di conseguenza la chiusura dei finestrini laterali, del tetto scorrevole (se presente), pretensiona le cinture di sicurezza e riporta infine i sedili in posizione ottimale rispetto all’azione dell’Airbag. E’ questa una chiara dimostrazione di come, nel tempo, il travaso di contenuti fra classi Top e classi inferiori sia un processo irreversibile e non solo nel campo della sicurezza.
Il cruscotto è caratterizzato da due strumenti principali a fondo bianco o nero a seconda della versione presa in esame; a centro plancia troneggia lo schermo (14,7”) del navigatore multifunzione della Garmin; da sottolineare l’integrazione con tutte le funzioni dell’iPhone tramite il “Drive Kit Plus per iPhone” connesso all’impianto Audio 20 CD (doppio tuner, lettore CD MP3 compatibile, interfaccia bluetooth con vivavoce e audio-streaming). Il sistema multimediale Comand Online consente di accedere a diversi servizi mobili Mercedes ma soprattutto ad Internet tramite telefono cellulare compatibile, mentre la connessione a Google permetterà di ottenere le previsioni del tempo e, tramite Google Maps, di scaricare percorsi precedentemente prefigurati. Il tutto è di ottimo livello con comandi sostanzialmente ben posizionati tranne, a nostro avviso, la manopola multifunzione del navigatore, collocata sul tunnel di trasmissione, con la quale è facile interferire.
Quattro le versioni a gasolio: A 180 CDI BlueEFFICIENCY (manuale a 24.100 euro ed automatica a 26.030), A 200 CDI BlueEFFICIENCY (a 26.970 euro) ed infine A 220 CDI BlueEFFICIENCY (a 34.440 euro); tre quelle a benzina: A 180 BlueEFFICIENCY (a 22.990 euro), A 200 BlueEFFICIENCY (a 27.020 euro) e A 250 BlueEFFICIENCY (a 32.770 euro).
Potenze, consumi ed emissioni dichiarati variano a seconda delle motorizzazioni (diesel o benzina) dai 109 ai 211 cv (80/155 kW), dai 3,8 ai 6,1 l/100 km e dai 98 ai 143 g/km di CO2 anche grazie al Cx pari a 0,27, il migliore della categoria. Tutte le “A” montano motori dotati di Start/Stop e, in base alla motorizzazione, sono dotate di cambio manuale a 6 marce o automatico 7 marce 7G-DCT. Da settembre ad oggi gli ordini, nei pochi mercati nei quali è già iniziata la commercializzazione, hanno superato quota 75mila (oltre 6.000 solo nel nostro Paese).
Sull’asfalto e sulla neve
Nella marcia autostradale la A 200 CDI risulta sin troppo silenziosa, confortevole e sicura. Ma il “sin troppo” non è certamente un difetto. Si avverte infatti un tale senso di sicurezza da far risultare gli attuali limiti di velocità inadeguati, non alle condizioni stradali e neppure al traffico (comunque un po’ diminuito a causa della crisi) ma all’auto stessa la cui souplesse a 130 km/h (con il motore ben al di sotto dei 2.500 giri/minuto con il cambio manuale in sesta e a 2.000 in settima con l’automatico) può favorire, sulle lunghe e spesso monotone percorrenze autostradali, la deconcentrazione: paradossale che pregi evidenti quali tenuta e comfort presentino, per cause del tutto estranee a questo tipo di auto, implicazioni “negative” sulle quali lo stesso Legislatore e gli Enti proprietari delle tratte stradali dovrebbero meditare…
Su strada la nuova Mercedes Classe A è abbastanza rigida, con uno sterzo morbido alle basse velocità e progressivamente reattivo e preciso in funzione dell’aumento della velocità, anche grazie ai cerchi da 17 e 18”. Il cambio manuale è caratterizzato da corsa breve ed innesti precisi mentre la frizione ha uno “stacco” rapido ma non affaticante, in equilibrio fra comfort e sportività, tuttavia ci sarebbe piaciuto verificarne la resistenza alla fatica su percorrenze più lunghe del breve ma tormentato tratto fra l’uscita autostradale di Aosta e Morgeux. Stesso discorso per i freni che sono stati strapazzati sull’asciutto solo per brevi tratti asfaltati non autostradali. Viceversa sul misto, che presentava a tratti caratteristiche di maggiore inconsistenza a causa della presenza di neve e di qualche tratto ghiacciato, occorreva operare con delicatezza nonostante l’efficacia dei sistemi di assistenza alla guida e delle valide coperture francesi che descriveremo di seguito.
Michelin Winter Test Drive
La Casa francese, assieme a Mercedes-Benz, ha organizzato questo Michelin “Winter Test Drive” per far provare in anteprima agli addetti ai lavori i nuovi Michelin Alpin A4 e Pilot Alpin PA4, pneumatici invernali appositamente progettati i primi per utilitarie e compatte fino al segmento C, i PA4 invece – che condividono la stessa tecnologia con i Latitude Alpin LA2 destinati ai SUV e 4×4 – sviluppati per vetture di segmento superiore ad alte prestazioni.
Il pneumatico-base di gamma, l’Alpin A4 (destinato a utilitarie, monovolume, berline compatte e familiari) è caratterizzato da un nuovo disegno del battistrada, fortemente intagliato, denominato Full Active Tread e da una nuova mescola al silicio ed olio di girasole, che garantisce maggior aderenza senza incidere su direzionalità e durata; abbiamo citato questo pneumatico, non presente sulle vetture provate, in quanto base di partenza per le copertura di più alta gamma con le quali ha in comune la mescola ed il tipo di lamelle.
Le altre coperture sono la Latitude Alpin LA2 e la Pilot Alpin PA4; quest’ultimo, specie se montato su cerchio da 18”, offre un grip ed una precisione di guida tanto più elevati quanto più il fondo diventa inconsistente; quel diametro di cerchio esalta, infatti, il “Ridge-n-Flex” (capacità di conciliare efficacemente rigidità e flessibilità) tipico di queste gomme chiamate ad operare efficacemente in condizioni di scarsa aderenza e basse temperature. La struttura di queste nuove coperture è infatti caratterizzata dalla massimizzazione degli intagli sul battistrada in termini di numero di lamelle e spigoli (“Maxi Edge“), dalla presenza di lamelle autobloccanti che limitano la deformabilità di queste coperture termiche (“StabiliGrip“) e dalla nuova mescola “HelioCompound”.
Sull’autostrada Milano-Aosta e ritorno, con un fondo asciutto sfavorevole alle coperture in prova, ne abbiamo percepito la leggera maggior deriva, probabilmente dovuta al disegno del battistrada ed al gran numero di lamelle flessibili. Se si vuole cercare non il difetto ma il pelo nell’uovo, possiamo sottolineare la percezione di una lieve minor precisione di guida su fondi – come già detto – peraltro non allineati alle specifiche caratteristiche del pneumatico.
Sui fondi più congeniali ai Pilot Alpin PA4 e cioè sul misto che, inizialmente pulito, diveniva sempre più inconsistente a causa di neve, verglas, brecciolino e qualche tratto ghiacciato, questi pneumatici si sono comportati al di sopra delle nostre pur alte aspettative. Pur agendo con delicatezza su sterzo freni ed acceleratore, e rassicurati dall’efficacia dei sistemi di assistenza alla guida (ESP e XTC) e delle coperture, abbiamo tirato in alcuni tratti con totale visibilità e carreggiata a senso unico, alcune staccate prima di qualche tornante senza riuscire a mettere in difficoltà il complesso vettura/gomme: addirittura, per sfruttare il potere sterzante del retrotreno, abbiamo dovuto anticipare e chiudere con decisione la traiettoria senza alcun cenno di reazione imprevista sia lato pneumatici che dalla vettura. Grandi sicurezza e dinamismo del complesso vettura/pneumatici ben percepibili da parte di chi sta al volante: qui il limite non è tanto quello della gomma quanto quello del guidatore che dovrà essere sempre presente a se stesso.
Questi sono gli eloquenti risultati degli investimenti che ogni anno Michelin dirotta su Ricerca e Sviluppo: 600 milioni di euro!
[Redazione Motori360]