Veloci quanto basta per conquistare la “pole”, le Audi hanno perso due delle tre R18 TDI nelle fasi iniziali,
La domenica mattina, le 4 vetture più veloci erano distanziate di pochi secondi, con continui cambiamenti di leadership in funzione delle diverse strategie di gara. Fässler, Lotterer e Tréluyer hanno continuamente sfruttato il vantaggio prestazionale offerto dalla loro sportiva Turbodiesel che, al debutto dopo il downsizing imposto dal regolamento, si è chiaramente dimostrata la più veloce in gara. Al 229° giro, Lotterer ha persino provato a battere il tempo di qualificazione, con un crono di 3’25.289”.
Ma solo 13 secondi e 854 millesimi – in oltre 4800 km percorsi – hanno separato il Leone dalla vittoria della 24 Ore di Le Mans 2011. Infatti, davanti ai 250.000 spettatori presenti, l’Audi R18 N°2 è transitata per prima sotto alla bandiera a scacchi, resistendo ai ripetuti attacchi della Peugeot 908 n°7 (Davidson/Gené/Wurz) e, soprattutto, a quelli della 908 n°9, (Bourdais/Pagenaud/Lamy).
Nulla da eccepire sull’efficienza organizzativa tedesca che non ha dovuto compiere nessuna sosta non preventivata nelle 24 ore di gara. Solo un leggero inconveniente al serbatoio ha impensierito il Responsabile della Audi Motorsport, ma il pilota della numero 2, Lotterer, ha dovuto lottare per ottenere un distacco sufficiente a consentirgli un’ultima sosta ai box.
Con la decima vittoria su 13 partecipazioni, Audi ha aggiunto un fondamentale capitolo nella sua storia alla 24 Ore di Le Mans. Dopo aver portato al successo il motore TFSI nel 2001 e per la prima volta un Turbodiesel nel 2006, e dopo aver introdotto in gara la turbina a geometria variabile, la Casa tedesca ha issato sul primo gradino del podio la tecnologia “Audi ultra”.
Allan McNish e Mike Rockenfeller sabato sono stati protagonisti di due terribili incidenti che hanno praticamente distrutto le vetture. Nonostante i severi danni, le monoscocche in carbonio della R18 TDI hanno perfettamente resistito alle sollecitazioni, salvaguardando l’incolumità dei piloti, che sono usciti illesi.
Sul podio alla 12 Ore di Sebring, vittoriosa nella 1000 km di Spa-Francorchamps, la Peugeot 908 è stata concepita e sviluppata per riconquistare la 24 Ore. Piazzando le sue tre vetture in seconda, terza e quarta posizione il Team Peugeot Total ha dimostrato l’affidabilità della nuova vettura.
Ottimizzando i consumi del V8 HDi FAP®, gli ingegneri di Peugeot Sport hanno consentito, inoltre, alla 908 di riuscire compiere 12 giri consecutivi senza arrestarsi ai box per rifornire. Inoltre, nella notte, i piloti sono riusciti a fare ben quattro soste con lo stesso treno di gomme senza sostituire gli pneumatici Michelin.
“Dal punto di vista dell’affidabilità, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo – ha dichiarato Bruno Famin, Direttore Tecnico di Peugeot Sport – la corsa si è giocata sulle prestazioni. Noi, da questo punto di vista, abbiamo lamentato qualche piccola pecca, soffrendo soprattutto quando abbiamo montato degli pneumatici duri. Questa è stata la chiave di volta della gara che ha consentito ai nostri avversari di primeggiare”.
Classifica Finale:
1. Fassler/Lotterer/Treluyer, Audi R18 TDI n°2, 355 giri in 24H02’21’’525
2. Bourdais/Lamy/Pagenaud, Peugeot 908 N°9, + 13’’854
3. Minassion/Montagny/Sarrazin, Peugeot 908 N°8, +2 giri
4. Davidson/Gené/Wurz, Peugeot 908 N°7, +4 giri
5. Duval/Lapierre/Panis, Peugeot 908 HDi FAP Oreca n°10, +16 giri
6. Jani/Prost/Bleekemolen, Lola Toyota n°12, +17 giri
7. Ickx/Martin/Leinders, Lola Aston Martin, +27 giri
Classifiche Intercontinental Le Mans Cup:
Costruttori:
1. Peugeot, 103 punti
2. Audi, 69 punti
Prossimo appuntamento ILMC (4/7) : 6 Ore di Imola – 2 e 3 luglio