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Chevrolet Captiva: SUV, MPV e tanto altro ancora


A guardarla è importante, il muso ha uno spoiler che scende verso il basso, il cofano motore è spiovente e un parabrezza di grandi dimensioni fornisce un’elevata visibilità. Controllando i montanti anteriori, infatti, tradizionale “buco nero” per molti modelli di auto, si realizza immediatamente che non ostruiscono la vista più del necessario.
La fiancata è piacevole e si unisce senza sobbalzi alla coda alta, importante, che veste un vano bagagli (da 470 a 1.500 litri) da cui possono uscire sesto e settimo posto per gli equipaggi numerosi. All’interno i sedili sono comodi – solo qualche problema di adattamento per trovare la posizione migliore alla guida – problema risolto inclinando in avanti la seduta, grazie alle possibilità offerte dalle regolazioni elettriche. Comoda e raggiungibile la posizione di volante e cambio; quest’ultimo ha una leva corta e di facile manovrabilità, resa necessaria peraltro dalla rapportatura delle 6 marce sulla versione manuale. Le marce sono tutte un po’ lunghe, infatti, probabilmente è il rapporto finale al ponte a determinarlo, con conseguente uso frequente del cambio, perfino in autostrada. Eppure i 184 cavalli di potenza del 4 cilindri turbodiesel di 2.200 cc sono più che abbondanti, al punto di dover dosare la pressione sull’acceleratore per non avvicinarsi a quei 200 orari che la casa dichiara come limite, con la lancetta del tachimetro che sale fin troppo in fretta.
La nostra prova, invece, non ha raggiunto il valore di consumo dichiarato da Chevrolet, di 6,6 litri per 100 chilometri, dato che più volte controllando con il pieno e i chilometri percorsi siamo rimasti a 10,1-10,2 chilometri/litro.
Maneggevole per essere vicina ai 4,80 di lunghezza – grazie al diametro di sterzata inferiore ai 12 metri – la Captiva denuncia anche pochi fruscii aerodinamici, ma richiede qualche attenzione nello stabilire la traiettoria in curva: perfetta se mantenuta costante, ha qualche incertezza, invece, se si rende necessario effettuare una correzione improvvisa. Un’auto dalle dimensioni importanti però non si deve guidare come una super sportiva dall’assetto ribassato. Non va dimenticato che la Captiva è un SUV, alto sulle ruote, con la trazione integrale permanente e in grado di affrontare percorsi sterrati con disinvoltura (pur non essendo una fuoristrada) laddove le suddette sportive non riuscirebbero mai a passare.
Interessanti, infine, i costi. Della Captiva esiste una versione a trazione anteriore (2WD) che si compra a partire da meno di 25.000 euro con motore benzina 2.400 da 167 CV. LA 4WD, invece, monta un diesel 2.200 da 184 CV e costa 32.920 con cambio manuale e 34.420 con l’automatico, con cui questa grande Chevrolet da il meglio di sé.