L’affascinante storia della partecipazione della Casa tedesca ai rally vissuta da un mito degli anni ‘80, il pilota svedese dalla guida spettacolare che, tra i pochi, frenava con il piede sinistro
Dopo oltre 10 anni di militanza nei rally, Stig Blomqvist conquistò il titolo di Campione del Mondo nel 1984 dopo aver vinto con una Audi Quattro A2 il Rally di Svezia, Acropoli, Nuova Zelanda, Argentina, Costa d’Avorio e un 2° posto al Montecarlo, vinto quell’anno da Walter Röhrl pure su Audi Quattro A2. Questa vettura però risultava troppo lunga negli stretti tornanti dei rally e Audi decide di realizzarne una specifica per le corse.
Questo nuovo modello venne chiamato Sport Quattro e per rispettare il regolamento tecnico, il quale imponeva che una vettura da rally dovesse derivare da una vettura di serie prodotta in almeno 200 esemplari, Audi produsse 224 Sport Quattro Stradale.
La differenza più evidente è il passo più corto di 320 mm (2.250 mm contro 2.570 mm) al fine di renderla più maneggevole e combattere più alla pari con le Peugeot 205 Turbo 16 e Lancia Delta S4. Un altro problema da risolvere era il peso per rientrare nel limite per il Gruppo B. La carrozzeria Baur di Stoccarda ha utilizzato per la scocca pannelli in materiale composito, mentre le porte sono rimaste in lamierato come in origine e il peso è sceso poco più di 50 kg, assestandosi a 1.300 kg. Essendo una vettura stradale, gli interni hanno conservato l’originale comfort.
Per questa versione Sport, anche il motore ha subito un lieve aggiornamento, pur mantenendo la base a 5 cilindri, la cilindrata è stata ridotta da 2.144 a 2.133 cc, ma con vari accorgimenti la potenza salì da 200 a 306 cv. Quanto basta per migliorare sensibilmente le prestazioni, con una velocità massima di 250 km/h e lo 0-100 in 4,8 secondi. Fatto questo primo passo, Audi allestisce gli esemplari per i rally che vengono chiamati Sport Quattro S1.
La vettura viene ulteriormente alleggerita, non solo con l’utilizzo di kevlar e alluminio per la carrozzeria, ma anche togliendo i vari pannelli fonoassorbenti che ora non servono più. Anche il motore riceve un’altra “iniezione” di potenza salendo a 450 cavalli. Il cambio manuale 5 rapporti viene sostituito con uno a 6 rapporti.
Nonostante l’impegno di Audi per realizzare una vettura vincente, i successi non arrivano, salvo una vittoria di Stig Blomqvist al Rally di Corsica. Comunque il pilota svedese riesce a vincere il Mondiale Rally del 1984 con una Audi, ma con la più affidabile Quattro A2.
Gruppo B e addio ai Rally
L’anno successivo, siamo nel 1985, Audi approfitta della normativa che regola il Gruppo B per realizzare una 2a Evoluzione della Sport chiamandola appunto Sport Quattro S1 E2. In questa nuova versione si nota un appesantimento della silhouette a causa delle vistose appendici aerodinamiche sia nel frontale che nella coda. Inoltre, al fine di renderla più bilanciata, 58% avanti e 48% dietro, i radiatori e la batteria sono stati spostati sul retrotreno. Il motore aumenta ancora la potenza, passando a 500 cv e fino a 600 cv per alcune gare, come per esempio la Pikes Peak vinta da Walter Röhrl nel 1987.
Purtroppo i drammatici incidenti del 1986 al Rally di Corsica con la morte di Henri Toivonen e Sergio Cresto usciti di strada con la loro Delta S4 e in Portogallo con 2 morti e decine di feriti tra gli spettatori, impongono alla FISA (ora FIA) di bloccare il Gruppo B e rivedere tutta la normativa relativa alle vetture da rally. Alla luce di questi fatti Audi decide di abbandonare il Mondiale Rally.
Paolo Pauletta