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Villa d’Este, Villa Erba e Franco Scaglione

La Giulietta SS Prototipo, vincendo ha riacceso i riflettori su uno stilista ancora troppo poco conosciuto rispetto ai suoi grandissimi meriti

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Come molti ricorderanno la Giulietta SS prototipo di Franco Scaglione, portata a concorso quest’anno da Corrado Lopresto a nome della figlia di Franco, Giovanna, ha vinto il Concorso d’Eleganza di Villa d’Este e – il giorno dopo – il Premio del pubblico di Villa Erba.

Al di là del prestigio (da molti addetti ai lavori il Concorso d’Eleganza è posto sullo stesso piano di quello di Pebble Beach) l’evento sulle rive del Lago di Como ha avuto quest’anno il grande merito di celebrare, nel modo migliore, Franco Scaglione il cui percorso vogliamo ricordare assieme a voi e che la targa commemorativa qui sotto riprodotta, riassume accentuando la solitudine in cui i mancati riconoscimenti in vita l’hanno relegato.

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Nato a Firenze il 26 settembre 1916 in una famiglia di nobili origini, si distinse per una formazione tanto umanistica quanto tecnica, specializzandosi alla fine in Ingegneria aeronautica. Parte volontario nel corso della seconda guerra mondiale, viene catturato e alla fine di una lunga prigionia, rientra in Italia.

La vita civile lo vede occupato con successo nel campo della moda che lascia per entrare nel mondo dell’auto con tentativi che, all’inizio, non furono incoraggianti: nel 1951 si propose infatti a Pininfarina che non permise a Scaglione di firmare le sue realizzazioni mentre Bertone, incontrato successivamente, gli permise di attribuirsene la paternità; l’alleanza tra il Carrozziere ed il suo designer andò avanti sino al 1959 producendo vetture entrate nel mito dell’automobile come le Alfa Romeo B.A.T., la Giulietta Sprint e la SS.

Tra queste la B.A.T. (Berlinetta Aerodinamica Tecnica) fu una delle più dirompenti realizzazioni di Scaglione, secondo il quale l’auto doveva essere la trasposizione reale degli studi aerodinamici di Paul Jaray e Wunibald Kamm, veri e propri pionieri nello studio dei flussi aerodinamici.

Le BAT di allora (B.A.T. 5, 7 e 9) suscitano ancora oggi fortissime sensazioni al punto che, pochi anni fa, l’americano Gary Kaberly ha presentato – a più di 50 anni di distanza – il prototipo BAT 11, realizzato su telaio e meccanica di origine Maserati.

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Impossibile poi dimenticare la Lancia Aurelia B50 del 1951, l’Abarth 1500 berlinetta Bertone del 1952 e la particolare Ferrari-Abarth 166 MM/53 spider competizione Bertone del 1953.

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Negli anni successivi Scaglione firmò carrozzerie per Arnolt-Bristol, Fiat Siata e Stanguellini, Fiat-Abarth, Jaguar, Maserati, Fiat Osca e per le piccole NSU-Prinz Sport Wankel

Nel 1959, una volta sciolto il sodalizio con Bertone, inizia numerose collaborazioni che lo porteranno a disegnare vere e proprie icone quali la Porsche Carrera Abarth GTL, la Maserati Birdcage ’64 della Scuderia Serenissima di Venezia, il prototipo della Lamborghini 350 GTV Coupé e quello della ATS 2500 GT berlinetta Allemano.

Nel 1967 realizza quello che molti considerano il suo capolavoro, l’Alfa Romeo 33 Stradale, una delle più belle sportive estreme – non da competizione – mai realizzate; fu un esempio di rottura rispetto alle forme ed agli stili dell’epoca.

Fu un punto di vista che trovò conferma nel prototipo non definitivo della Lamborghini 350 GT Coupè, la risposta di Ferruccio Lamborghini alle già berlinette Ferrari e Maserati; fu un esperimento che suscitò notevoli ed opposti confronti tra gli addetti ai lavori con risultati che ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti.

La sua natura irrequieta lo spinse infine a partecipare – con proprie risorse finanziarie – all’iniziativa di Intermeccanica (all’azienda la produzione di auto sportive, a Scaglione il loro stile). Il fallimento dell’iniziativa rovinerà il suo patrimonio e da questo inatteso decadimento derivò il ritiro in un paesino della provincia toscana.

Morì per malattia nel 1993; un triste ed immeritato epilogo aggravato dalla convinzione, non del tutto corretta, di essere stato dimenticato da tutti.

[ Giovanni Notaro ]