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Renault – Nissan – Mitsubishi: la svolta elettrica

Cambio di passo nella partnership fra i tre colossi dell’auto. L’alleanza nippo-francese diventa più «snella» e punta direttamente ai risultati. Progetti congiunti a livello internazionale, ma anche iniziative autonome dei vari brand per armonizzarsi con le esigenze imposte dalla transizione elettrica. Per Luca de Meo, CEO di Renault, “il nuovo accordo permetterà di riattivare la stessa operatività di business dell’inizio di questa alleanza”

Una nuova alleanza all’insegna dell’elettrico: Renault ha presentato i termini della sua nuova partnership con Nissan, già comunicata al mercato lo scorso 30 gennaio, con un azionariato incrociato al 15% tra i due soci.

Il succo del discorso è stato abilmente sintetizzato dall’intervento di Luca de Meo, Amministratore Delegato di Renault: l’alleanza diventa più snella, per rendere più «leggero» il nuovo legame fra Renault da un lato e Nissan e Mitsubishi dall’altro. Questa maggiore agilità della partnership permetterà di sviluppare progetti congiunti a livello internazionale, ma anche autonomi, incluso nel settore chiave per il futuro dell’elettrico. L’italiano alla guida della Casa della losanga, in collegamento a Londra con i colleghi giapponesi, ha sottolineato come tutti i partner potranno riattivare la stessa operatività di business dell’inizio dell’alleanza.

Luca de Meo, CEO Renault Group

Proviamo a riassumere i contenuti di questo nuovo approccio tridimensionale, mirato a incrementare al massimo la creazione di valore per tutti gli attori coinvolti.

In primo luogo, c’è una fortissima attenzione alle progettualità in America Latina, India ed Europa, e si cercherà di riequilibrare le partecipazioni incrociate tra Renault e Nissan. Ci sono poi paletti ben definiti sulle condizioni sospensive, così da facilitare la conclusione degli accordi entro il 2023.

Ne figli ne figliastri…

La partnership che unisce l’Europa al Giappone è stata avviata 24 anni fa: un tempo memorabile, che era inevitabile rinnovare rilanciando l’efficienza operativa delle singole aziende. Il rilancio avviene un anno dopo aver definito la roadmap dell’Alleanza fino al 2030. I futuri risultati dovranno essere vicendevolmente vantaggiosi, tangibili e su larga scala secondo tre dimensioni: mercati, veicoli e tecnologie. Non ci saranno «figli e figliastri»:  tutte e tre le aziende trarranno vantaggio da questi progetti creatori di valore a medio termine, ottenendo al tempo stesso benefici a breve termine grazie alla condivisione e all’ottimizzazione dei costi.

Makoto Uchida, Presidente e CEO, Nissan Motor Corporation

L’accordo prevede diversi progetti in America Latina: partendo da un nuovo pick up sviluppato da Renault in Argentina, e condiviso con Nissan. Novità anche in Messico, dove per la prima volta in 20 anni un veicolo Renault sarà prodotto da una fabbrica locale. Nissan e Renault commercializzeranno assieme due veicoli elettrici del segmento A, entrambi dotati di piattaforma CMF-AEV. Situazione simile in India, dove le due case attueranno sinergie sui vari fronti, tra cui i nuovi SUV e una nuova Nissan derivata da Renault Triber.

Andando più nei dettagli sul mercato europeo – considerato da sempre il più selettivo del Pianeta – Renault e Mitsubishi sfrutteranno gli asset di Renault Captur e Renault Clio per sviluppare due nuovi veicoli con le nuove ASX e Colt, dotate di piattaforma CMF-B.

Nel campo dei veicoli commerciali, nel 2026 Renault lancerebbe in Europa FlexEVan, il suo primo

veicolo a poter contare sull’applicazione della tecnologia Software-Defined Vehicle, e lo condividerebbe con Nissan.

Guardando oltre il 2026, Nissan e Renault valuterebbero in considerazione sinergie anche sul segmento C, e un’architettura congiunta da 800 Volt per collaborare sulla prossima generazione di veicoli elettrici del segmento C. Queste iniziative consoliderebbero gli impegni precedentemente assunti, tra cui il futuro veicolo elettrico compatto di Nissan (segmento B), dotato di piattaforma CMF-BEV, che sarà prodotto nello stabilimento ElectriCity del Gruppo Renault in Francia a partire dal 2026.

L’idea controllante è quella di creare un ciclo continuo e costante di assistenza, aumentando il numero di punti vendita condivisi sui mercati chiave e sviluppando strategie congiunte su veicoli usati, servizi post-vendita e finanziamento delle vendite.

Non sono tuttavia mancati dei dubbi su questa complessa manovra: alla domanda di un giornalista sul sospetto che la cessione di oltre metà del pacchetto azionario di Renault in Nissan possa in realtà rappresentare “l’inizio della fine” della partnership, il supermanager milanese ha negato che il “ribilanciamento” significhi in qualunque modo un “indebolimento” dell’alleanza rispetto alla situazione precedente.

“In realtà passiamo da zero al 15%”, ha osservato il Presidente de Meo, sostenendo che con il 43,4% in realtà Renault non aveva alcun peso nelle decisioni di Nissan. E viceversa per Nissan. I cda hanno dato il via libera all’operazione annunciando anche progetti comuni in America Latina, India e Europa.

Durante la conferenza stampa è stato confermato che Renault scenderà dal 43 al 15 per cento nel partner giapponese, che continuerà a sua volta ad avere una quota del 15%. Dopo aver sottolineato che “i progetti industriali tra i due gruppi continuano” e saranno in grado di generare “centinaia di milioni di euro di profitti per le due compagnie e anche miliardi”.

Chairman Jean Dominique Senard

Fra i progetti congiunti evidenziati nell’ambito di questa alleanza rivista – dopo le tensioni dello scandalo Ghosn – restano in piedi la produzione congiunta di motori Renault-Nissan e la realizzazione del prossimo modello dell’utilitaria Nissan Micra su una piattaforma comune a quella della nuova Renault 5; oltre all’assemblaggio di modelli Renault con il marchio Mitsubishi.

Il colosso francese e quello nipponico s’impegnano poi a produrre assieme due piccole auto elettriche, con il via libera di Renault a condividere segnatamente con Nissan il futuro progetto di utilitaria elettrica FlexEVan in Europa. In totale i tre partner prevedono ora d’investire collettivamente 23 miliardi di euro per l’elettrificazione delle loro produzioni nei prossimi 5 anni.

[ Alessandro Ferri ]