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Ritorno al futuro per il Museo Alfa Romeo Arese

Inizio dei lavori a ottobre 2014, riapertura il 24 giugno 2015, data di fondazione della Casa del «Biscione» nata nel 1910 

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Una necessaria premessa. Orazio Satta Puliga scrisse che L’Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili: le sue auto sono qualche cosa di più che automobili costruite in maniera convenzionale. Ci sono molte marche di automobili, e tra esse l’Alfa occupa un posto a parte. È una specie di malattia, l’entusiasmo per un mezzo di trasporto. È un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore.

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Nessuna parola da aggiungere ma passiamo alle immagini e gustiamoci questo video (http://www.youtube.com/watch?v=lWttapm5Kto ) dall’emblematico titolo «Alfa Romeo – Razza Vincente».

La querelle

4Le principali realizzazioni, i progetti e lo spirito Alfa erano anzi sono custoditi dal Museo Alfa di Arese che sino a poco tempo fa versava in una situazione per la quale ci saremmo sentiti autorizzati a ricorrere ad espressioni quali “salvo complicazioni” oppure Riusciranno i nostri eroi….”; infatti, come tutti gli appassionati ricorderanno, attorno al 2011 l’Alfa Romeo pareva intenzionata ad alienare alcune vetture storiche del Museo, per l’esattezza 8 doppioni, per destinare il ricavato alla ristrutturazione del Museo stesso.

Contro tale “alienante” ipotesi sono insorti tutti gli appassionati del marchio e non, nonché lo stesso Comune di Arese che, assieme ad un gruppo di Associazioni, coinvolse nel 2011 la Sovrintendenza ai Beni culturali la quale pose un vincolo sul Museo e su tutti i beni ivi contenuti (locali, archivi, documentazione, vetture).

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Al di là del braccio di ferro fra Fiat da una parte e Ministero e Sovraintendenza dall’altra, la preoccupazione degli appassionati e dei Media era grande e venne nell’aprile 2011 ben sintetizzata in un programma Mediaset/Italia Uno dall’emblematico titolo «Alfa Romeo, il mito oscurato» la cui sintesi è visibile su http://www.youtube.com/watch?v=sv16LWmjTJo. 

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La Fiat (oggi FCA) ha chiuso il Museo al pubblico e presentato ricorso al Tar avverso tale decisione e, da tre anni a questa parte, la situazione è rimasta in stallo ed anzi, il rigetto – nella scorsa primavera – della richiesta di sospensione del vincolo avanzata dalla Fiat al Tar non faceva presagire alcuna soluzione positiva tanto che nel gennaio di quest’anno la querelle divenne oggetto di un’interrogazione parlamentare al Ministero del Turismo ed a quello dei Trasporti. 

La svolta

La situazione, prima di arrivare alla discussione sul rigetto (fissata dal Tar per il prossimo 29 ottobre) si è a sorpresa sbloccata con la rinuncia, da parte di FCA, di alienare le vetture che da 8 erano scese nel frattempo a 2.

L’intesa sembra rappresentare un punto a favore della Pubblica Amministrazione che, una tantum, sembra aver ben operato, anche se di tale accordo non si conoscono i particolari.

Le 257 auto rimangono quindi tutte a casa, ospitate in una struttura museale completamente rinnovata, ampliata e messa in sicurezza che farà però parte di un più ampio complesso che comprenderà una sala espositiva destinata ad accogliere modelli di attuale produzione (passato e presente vanno a braccetto e questo significa visibile perpetuazione del DNA Alfa), una zona clienti (ritiro vetture nuove, bar-ristorante, area merchandising), una pista di prova da 1,6 km ed infine l’Arese Shopping Center (Gruppo Iper) che solo fino a poco tempo fa sembrava destinato a fagocitare l’intera area ex-Alfa mentre oggi ne entra a far parte in positiva coabitazione con le vitate altre strutture.

Edidomus, in comunicato stampa del 28 agosto scorso, ha fra l’altro anticipato che:

  • a “quella che fu la pista di collaudo della Casa del Biscione, sarà affiancata un’area espositiva destinata a ospitare eventi e mostre legate ai motori”;
  • tale pista “lunga 1.600 metri, ospiterà raduni, track days, test e presentazioni di vetture”;
  • Accanto al circuito sorgerà anche una struttura che potrà accogliere mostre ed eventi. Il complesso, la cui superficie complessiva sarà di 86.000 metri quadrati, sorgerà accanto al centro commerciale che è in costruzione laddove un tempo si trovavano i capannoni dello stabilimento Alfa Romeo.”

Una solida base per il futuro

Centro Documentazione Alfa Romeo (costituito nel 1969 con l’obiettivo di conservare la storia tecnica, umana e sportiva dell’Alfa) e Museo Alfa Romeo (nato da un’idea del progettista Orazio Satta Puliga e inaugurato nel 1976) sono in effetti un’unica realtà inscindibile in quanto parte integrante di «Automobilismo Storico Alfa Romeo», un settore costituito con il preciso scopo di preservare, mantenere e valorizzare la storia dell’Alfa Romeo.

La struttura occupa ben sei piani della sede Alfa Romeo di Arese, articolati secondo un criterio cronologico che accompagni il visitatore lungo le fasi produttive, l’evoluzione tecnologica e di design delle autovetture esposte (e non) nonché le vicende sportive che sono parte integrante del DNA dell’Alfa. 


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Chi non ricorda – ad esempio – due famosissimi slogan sulla Giulia, l’auto di serie che vince le corse… e … l’ha disegnata il vento, quest’ultimo chiaramente riferito alla coda nettamente tronca – altra diretta eredità delle corse – che caratterizzò l’intera linea dell’auto.

Il Centro Documentazione Alfa Romeo svolge inoltre attività di ricerca e di consulenza storico-critica per i collezionisti e le istituzioni culturali che gravitano attorno al mondo dell’automobile in generale e dell’Alfa Romeo in particolare e questo grazie all’Archivio Storico che rappresenta la storia complessiva del marchio Alfa, a partire dal 1910 ai giorni nostri, attraverso la massa complessiva di documenti analiticamente classificati forte di oltre 50.000 immagini digitalizzate e consultabili, 5.000 pubblicazioni tecniche, 3.000 disegni, 800 filmati, cui si aggiungono tutti i fondi aziendali e le cartelle stampa riferiti agli ultimi 40 anni, il database della produzione più recente e, dulcis in fundo, una raccolta di oltre 300 registri dei telai prodotti, vero oro per i collezionisti Alfa Romeo.

Né va dimenticato che il Museo non è una raccolta di esemplari statici bensì una collezione di auto perfettamente e vivacemente, come ci si aspetta da un’Alfa, funzionanti. Dietro tutto questo opera un ottimo team (responsabili tecnici, meccanici, carrozzieri ecc.) che mantiene le auto in perfetta efficienza ed in grado di partecipare a numerose manifestazioni, anche in pista, di sicura rilevanza storica, sportiva e mediatica.

Il Museo si compone di 4 sezioni che ruotano attorno alla collezione di 110 vetture che contengono «pezzi» quali la prima A.L.F.A.(acronimo di «Anonima Lombarda Fabbrica Automobili»), la «24 HP», alcune «6C 1750 Gran Sport» fra le quali la vincitrice della Mille Miglia 1930 con Tazio Nuvolari, le «8C» carrozzate da Touring. Ed ancora la «Alfetta 159» da Gran Premio, Campione del Mondo 1951 di Formula 1 con Fangio, le varie versioni di «Giulietta» dalla berlina alle Sprint e Spyder, dalla SS alla SZ, la «33 TT 12» Sport, la TZ e molto ma molto altro di pari importanza. 

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A queste rarità si aggiungono fotografie e manifesti d’epoca, trofei, pezzi unici, da corsa, di produzione, prototipi, concept, un migliaio di modellini di auto di scale differenti ed infine 25 motori automobilistici e 15 per l’aviazione. 

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Ma in realtà c’è molto di più e con questo richiamiamo alla memoria quanto già trattato da altri, ossia di quanto contenuto nei sotterranei di Arese e riportato nel video http://www.youtube.com/watch?v=vVdGcELafYc caricato su Youtube il 23 novembre 2011; in tali scantinati si trovano, a parte l’officina del Museo, autentici tesori quali prototipi di auto che spaziano dalla Giulia all’Alfetta, dalla Montreal alle ultime Alfa 75 prodotte, ai motori sperimentali V6, V8, bialbero e boxer ed anche un rotativo Wankel.

A questo punto il problema è il tempo: l’EXPO sarà inaugurata il primo maggio 2015 e già ora viene data per certa l’impossibilità di allineare a tale data la riapertura del Museo. Si guarda, in alternativa, al 24 giugno, che nel 1910 fu la data di fondazione dell’Alfa Romeo. Come dicevamo in apertura “riusciranno i nostri eroi, salvo complicazioni…?”

Giovanni Notaro