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Enzo Ferrari: la mancanza si sente!

L’uomo che più di altri ha fatto la storia delle corse, oggi avrebbe pesato decisamente sul corso politico della Formula 1 purtroppo orfana anche di Marchionne

Enzo Ferrari se ne andava il 14 agosto 1988; fu l’uomo che rifiutò – tanto per dirne una – la nomina a senatore a vita, come dire: non scendo a compromessi con una politica di cui non voglio far parte!

Sapeva fiutare e rifiutare Enzo Ferrari, come quando la FIA non volle omologare nella categoria GT la fantastica 250 LM a motore centrale posteriore; Ferrari ne fu più che contrariato, ma divenne decisamente una furia quando lo stesso ACI non accolse la sua richiesta di difendere gli interessi dell’Italia delle competizioni presso la stessa FIA.

La reazione non si fece attendere: Ferrari restituì la licenza di concorrente all’ACI e fece iscrivere le sue Formula 1 alle rimanenti gare del Campionato dal concorrente North American Racing Team (NART) di cui assunsero la livrea bianco-blu; con tali colori vinse quel Campionato. La controversia venne poi risolta e le Formula 1 di Maranello ripresero la loro colorazione naturale. Fu comunque un episodio forte: censura del ruolo dell’ACI e forte contrapposizione alla FIA.

Ve l’immaginate una simile levata di scudi nella Formula 1 di oggi che è fatta di regole, regolette, ipocrisie e politica (che poi vogliono dire la stessa cosa)?

Altro episodio forte fu costituito dalla minaccia, siamo nel 1985, di abbandonare la Formula 1 a favore del campionato CART (Championship Auto Racing Teams) che inglobava la celeberrima Indy 500. 

Una minaccia che arrivò a un palmo dall’essere attuata poiché le intenzioni si tradussero in un progetto e questo per la 637, una monoposto, peraltro splendida, che venne realizzata ad hoc e arrivò addirittura ai collaudi in pista.

Tutto nacque dal malcontento che Enzo Ferrari nutriva nei confronti della FIA che, secondo il Drake, non garantiva stabilità regolamentare alla Formula 1 a causa della contrapposizione fra Bernie Ecclestone (suo il Patto della Concordia) e Jean-Marie Balestre, Presidente di FISA (Federazione Internazionale Sport Automobilistico, ex CSI  (Commissione Sportiva Internazionale) e FIA per questioni politiche e di convenienza.

Le minacce di Ferrari di lasciare la Formula 1 a favore del Campionato CART furono un modo per mettere sotto pressione i vertici tecnici e sportivi della Formula 1 tanto che Marco Piccinini, allora Direttore Sportivo della Scuderia Ferrari, si recò più volte negli States per allacciare contatti propedeutici alla partecipazione del Cavallino allo stesso Campionato CART.

Tutto finì in una (costosa) bolla di sapone ma l’iniziativa diede una bella scossa al Circus della Formula 1 che, senza la Ferrari, avrebbe perso – cosa che potrebbe succedere anche oggi – gran parte del suo appeal.

Ecco, in poche parole, un ritratto di Enzo Ferrari, un personaggio che, se fosse arrivato sino ai giorni nostri si sarebbe opposto ai tanti teatrini dell’attuale Formula 1, a partire dalla mortificazione del ruolo del Pilota, ingabbiato in regole e regolette che sminuiscono la voglia di combattere per paura della penalità di turno.

In questo Ferrari trovò un degno erede (con tutti i distinguo del caso ovviamente) in Sergio Marchionne che nello scorso 2018 era in piena bagarre contro Liberty Media che accusava di voler bloccare lo sviluppo dei motori e di trasformare la Formula in Formula spettacolo; nell’occasione disse testualmente: “C’è un limite ai cambiamenti che si possono introdurre e stiamo lavorando con Liberty Media per trovare una soluzione. Non è una minaccia, ma se le proposte snaturassero il cuore della Formula 1, la Ferrari si ritirerebbe”.

Ecco, è proprio di uomini come questi che la Ferrari e la Formula 1 hanno bisogno oggi più che mai. Nella ricorrenza della scomparsa del Drake, il nostro augurio è di individuare presto un degno erede per ambizione, professionalità e lungimiranza. È quello che anche Enzo oggi augurerebbe al cavallino, e, siamo certi, Sergio gli farebbe eco…

[ Tony Colomba ]