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Detroit Electric: ritorno al futuro

Dopo la presentazione nel 2013 della SP.01, il costruttore «elettrico» americano ne annuncia il debutto commerciale per fine anno 

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Il Presidente e Amministratore Delegato di Detroit Electric, Albert Lam, ha affermato, con enfasi tipicamente yankee, di essere: “veramente contenti di annunciare che fra qualche settimana potremo presentare la prima vera auto interamente elettrica di Detroit Electric. Grazie a un nuovo impianto di produzione nel Regno Unito, una sede EMEA nei Paesi Bassi e l’intenzione di progettare e costruire i nostri veicoli negli Stati Uniti, il mondo potrà presto vivere l’esperienza delle prestazioni puramente elettriche di questa gamma di veicoli innovativi ed emozionanti“, tanto che lo stesso Costruttore, che con questa SP.01 tornerà sul mercato a fine anno, l’ha definita la vettura elettrica di serie più veloce di sempre”.

La decisione, non usuale, di mantenere la sede principale a Detroit in Michigan ma di localizzare l’iniziativa in Europa (Impianto Industriale da 80 dipendenti entro il 2015 a Leamington Spa nel Regno Unito e attività commerciali – vendita auto, servizio clienti e marketing – nei Paesi Bassi) deriva dal fatto che, ha sottolineato Lam, “le procedure burocratiche per la produzione e le vendite della SP.01 negli Stati Uniti hanno preso più tempo di previsto… le operazioni di assemblaggio sono state trasferite in Europa per consentirci di portare il nostro prodotto sul mercato globale entro i tempi che ci siamo fissati.

La SP.01, dopo il tour di presentazione a Detroit e a Shanghai, entrerà in produzione a fine anno con destinazione iniziale ai mercati europeo ed asiatico e solo in un secondo momento agli USA.

La Casa

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Costituita agli inizi del 1900 da William C Anderson, nel 1907 la Detroit Electric debuttò immise sul mercato la sua prima vettura elettrica diventando in breve una importante realtà del settore automobilistico dell’epoca; c’è anche da dire che l’ottimo successo di vendita (oltre 2.000 le vetture acquistate sino al 1910) era in parte dovuto alla scarsa affidabilità ed all’alto potere inquinante delle vetture a benzina allora prodotte.    Comunque la Detroit Electric divenne in quel periodo talmente popolare da essere utilizzata anche Henry Ford.

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In breve tempo però l’industria automobilistica tradizionale rese affidabili le proprie auto provocando una graduale ma progressiva contrazione della domanda sull’elettrico e la chiusura – nel 1939 e dopo 13.000 vetture prodotte – della Detroit Electric.

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Oggi, dopo oltre 70 anni di oblio, l’Azienda torna sul mercato grazie all’interessamento di Albert Lam, ex CEO di Lotus Engineering Group e Direttore esecutivo della Lotus Cars of England.

La SP.01

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Poiché questa SP.01 Detroit Electric è basata sulla Lotus Elise/Exige e di queste conserva le dimensioni i due posti secchi, il tettuccio asportabile e l’impostazione meccanica a motore centrale e trazione posteriore, la somiglianza è ben evidente tanto nell’estetica quanto nella filosofia tipica Lotus (potenza + leggerezza) e questo, visti i 1.070 kg di massa per i 210 kW di potenza, non può che riflettersi positivamente sulle prestazioni: scatto 0-100 km/h in 3,7 secondi e 250 km/h la velocità massima!FOTO INT 2

Siamo quindi di fronte ad una biposto spyder/coupé, con carrozzeria in vetroresina GRP (Glass Reinforced Polymer) e telaio in alluminio Lotus, che promette, pensando alla motorizzazione, vere e proprie scintille… A questo proposito il pacco batterie al litio da 37 kWh si ricarica in 4,3 ore e permette alla vettura americana un’autonomia di ben 290 chilometri.

I Piani per il futuro

“Siamo i custodi di un’azienda iconica che produce veicoli elettrici – spiega Lame abbiamo intenzione di onorare e portare avanti questa lunga tradizione creando tecnologie per i trasporti sempre più moderne e innovative. Introdurremo nel mercato una gamma di auto eccezionali (seguiranno una supercar 2+2 elettrica e una berlina, entrambe però sviluppate e prodotte in Michigan), con prestazioni elettriche entusiasmanti e zero emissioni. La nostra base produttiva e le nostre nuove sedi locali e globali ci permetteranno di raggiungere la portata internazionale di cui abbiamo bisogno per dare impulso alla nostra crescita. Possiamo contare su un team preparato e in continua crescita dotato delle risorse e dell’esperienza necessarie per avere successo in un mercato così competitivo”.

Ed ecco infine due link ad altrettanti filmati:

Giovanni Notaro