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Monte Carlo Automobile «Carlo Chiti Stradale 90»

Se la linea fa l’occhiolino alle mitiche Sport anni ’70, la meccanica lo fa all’ambiente: motore derivato «8C» + unità elettrica = ibrido in salsa monegasca… 

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foto 7Ci vuole motivazione, coraggio e romanticismo per dedicare una vettura ad una leggenda del motorismo mondiale come Carlo Chiti, ma Fulvio Maria Ballabio questo coraggio lo ha dimostrato con la garbata caparbietà che lo caratterizza e che gli fa continuare a costruire vetture artigianali di nicchia.

Ecco quindi questa «Carlo Chiti Stradale 90» che, pur essendo il più recente progetto della Monte Carlo Automobile, è in realtà l’evoluzione «stradale» della Gt «Carlo Chiti Monza Coda Lunga» che debuttò nell’ottobre 2013 in occasione delle celebrazioni dei 50 anni dalla fondazione dell’Autodelta. 

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Tanto per restare in tema ecco quindi che questa «coda corta» è stata svelata nel corso della recente mostra pistoiese «Auto Expo – Auto classiche in esposizione» (organizzazione Veteran Car Club) che ospitava uno speciale sul novantesimo anniversario dalla nascita di Carlo Chiti al quale dedichiamo un articolo a parte.

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L’auto vuol essere quindi un omaggio al grande ingegnere pistoiese Carlo Chiti che il lontano 1983 vide co-fondatore, assieme a Ballabio, della Monte Carlo Automobile, tanto che il «90» incluso nella denominazione dell’auto è lì per ricordare che questo 2014 sarebbe stato il 90° anniversario del «Chitone», come lo chiamavano affettuosamente quanti lo conoscevano.

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La «Carlo Chiti Stradale 90» rappresenta la naturale evoluzione del progetto «Quadrifuel» del 2010 con cui si estremizzò l’applicazione di carburanti alternativi realizzando un sistema di alimentazione in grado di gestire 4 diversi tipi di carburante (benzina, bioetanolo, GPL e metano) il cui afflusso, proveniente da 4 serbatoi diversi, veniva gestito da apposite centraline elettroniche.

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Il «battesimo» della nuova nata è avvenuto alla presenza del console del Principato di Monaco in Italia, Alessandro Giusti, di Nanni Galli, valentissimo pilota Alfa degli anni ’60/’70, e del Presidente dell’Alfa Racing Club Ennio Mosca e per meglio sottolineare il legame con l’Alfa Romeo, era presente una delle prime Alfa Romeo 33 8v che ha condiviso il palcoscenico con la «Carlo Chiti Stradale 90» .

APERTURA

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Con l’occasione sono stati anche illustrati i programmi sportivi 2015 della Monte Carlo Engineering, che parteciperà alla 24 ore di Le Mans con una «Carlo Chiti» da competizione motorizzata bi-fuel con la collaborazione della 4GAS di Massimiliano Sorghi, azienda leader in Italia per la costruzione ed installazione di impianti di alimentazione a GPL e Metano. Ma torniamo alla nostra protagonista: corpo vettura e cellula in fibra di carbonio si debbono a Bellasi, Novara, altro nome ben conosciuto nel mondo dello sport automobilistico che ha dato all’abitacolo una connotazione totalmente racing grazie anche all’adozione di sedili avvolgenti Sparco e di finestrini in plexiglass.

foto 6La massima attenzione è stata posta anche nello studio aerodinamico del corpo vettura, caratterizzata da una linea molto slanciata nonostante l’auto sia piuttosto corta; altro aspetto interessante è quello dell’applicazione di stilemi tipicamente Alfa opportunamente rivisti alla carrozzeria della «Chiti Stradale» che, in particolare, nell’andamento del parafango posteriore e nella configurazione della presa d’aria laterale, posta in corrispondenza del taglio posteriore della portiera.

Ancora più Alfa è il DNA del «periscopio» per l’adduzione dell’aria di aspirazione al motore che, nonostante sia incorporato sul tetto del padiglione, nella sua parte posteriore richiama senza dubbio alcuno quello delle prime 33 Sport.

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Questa GT biposto (più Sport che GT a dire il vero) a motore centrale ospita un 8 cilindri Alfa derivato dalla «8C» mentre anteriormente è stato alloggiato un motore elettrico prodotto dalla Bar Engineering in modo da dare una connotazione ecologica anche a questa supercar, derivata dalla «coda lunga» a metano che partecipa al Campionato mondiale Fia energie alternative.

Prevista la produzione, a partire dal prossimo anno, di 25 esemplari numerati anche in versione spyder, che verranno offerti prioritariamente ai membri (che se la possono permettere…) dei Club Alfa Romeo italiani e non, al prezzo indicativo unitario di 250.000 euro.

Giovanni Notaro

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