Home > Automotive > Roberto Vavassori (Brembo) neo eletto alla Presidenza di ANFIA: “decarbonizzazione, digitalizzazione e regolamentazione” i primi punti da affrontare

Roberto Vavassori (Brembo) neo eletto alla Presidenza di ANFIA: “decarbonizzazione, digitalizzazione e regolamentazione” i primi punti da affrontare

L’Assemblea Generale degli Associati ha eletto Roberto Vavassori  a dirigere l’Associazione per il quadriennio 2023-2026. Il neo eletto Presidente subentra a Paolo Scudieri, in carica per due mandati. L’Assemblea Pubblica si è poi concentrata sul futuro della filiera automotive esaminando gli impatti della transizione tecnologica ed energetica

© Francesco Vignali Photography

 

Il neo-Presidente Roberto Vavassori nell’introdurre i lavori – dopo il cambio della guardia con l’ex Presidente Paolo Scudieri giunto a fine mandato – ha centrato il suo intervento su decarbonizzazione, digitalizzazione e regolamentazione: “Dobbiamo fare un grande sforzo per riportare la razionalità e l’analisi dei dati all’interno dei processi politici – ha dichiarato Vavassori, neo Presidente ANFIA. Decarbonizzazione e digitalizzazione sono percorsi avviati in tutti i più importanti mercati e nei prossimi anni accelereranno l’introduzione di veicoli innovativi sotto molti punti di vista. Dobbiamo sviluppare tutti competenze digitali spinte sia nei nostri processi industriali che nei prodotti che verranno richiesti dai clienti. In riferimento al tema decarbonizzazione, dobbiamo specificare che, nei processi produttivi della filiera, l’energia è responsabile per quasi l’80% dell’impronta carbonica. Decarbonizzare significa quindi pianificare fonti affidabili e non solo intermittenti di energia rinnovabile, che, per il nostro Paese, sono pari a circa 200mila miliardi di watt ora ogni anno per sostituire le fonti fossili attuali di energia elettrica. Decarbonizzare i veicoli significa, invece, aprire l’orizzonte ai vettori energetici a bassa emissione di CO2, siano essi carburanti o energia elettrica, secondo il principio della neutralità tecnologica. È inoltre fondamentale investire fortemente in ricerca per superare l’attuale stato dell’arte della tecnica della propulsione elettrica ed è prioritario lo sviluppo in Italia della catena del valore delle batterie a monte delle gigafactory, per costruire un futuro meno dipendente dalla Cina (in Francia e Germania stanno già iniziando a implementare questo processo). E dobbiamo farlo perché le batterie rappresentano oltre il 50% del valore aggiunto di tutta la catena del valore del veicolo elettrico”.

“A livello nazionale – ha continuato il Presidente Vavassori (nella foto ) – ANFIA si propone come interlocutore stabile e privilegiato del Governo, capace di fornire una bussola industriale e le indicazioni tecnologiche per disegnare la mappa della transizione ecologica che oggi ancora manca. Accoglieremmo con grande favore la previsione di un serio «Accordo per la transizione e il rilancio industriale della filiera automotive» definito dal Governo con la ferma e convinta collaborazione dei diversi Ministeri coinvolti e coordinato, nella sua esecuzione, dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dal Ministro Urso”.

Parole che hanno trovato concorde riscontro in quelle del video-messaggio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, rappresentato per l’occasione dal Sottosegretario Massimo Bitonci, che dopo aver sottolineato che “oggi ci troviamo al settimo posto nella graduatoria europea, superati anche dalla Repubblica Ceca, dalla Slovacchia e dal Regno Unito” è tornato sulla necessità che la produzione dell’auto italiana e dei relativi componenti deve tornare in Italia!

A questo riguardo il Ministro ha dichiarato di voler incontrare i rappresentanti delle Regioni in cui il Gruppo Stellantis possiede degli impianti produttivi, iniziativa propedeutica alla stipula di un accordo con il Gruppo stesso, sia a tutela dei dipendenti, sia per il mantenimento nel territorio nazionale dei Centri di ricerca, di ingegneria e di produzione.

Lo studio di Bain & Company

Gianluca Di Loreto, Partner Bain & Company, ha illustrato lo stato dell’arte de «La filiera italiana alle prese con le sfide dei giganti ed il nanismo delle eccellenze» e ha evidenziato – semplificando un intervento ben più corposo – come la frammentazione della filiera italiana del comparto automotive e le limitate dimensioni delle aziende che la compongono, influiscano negativamente sulla competitività delle aziende italiane del comparto.

A fine pagina le slide più esplicative dello studio di Bain & Company

La tavola rotonda

Ha poi avuto luogo una interessante tavola rotonda – moderata da Gian Luca Pellegrini, Direttore di Quattroruote – in cui è stato esaminato il modo in cui Italia (rappresentata dal neo-Presidente ANFIA Roberto Vavassori), Francia (rappresentata dal Presidente di PFA – Associazione francese dell’industria automotive Luc Chatel) e Polonia (rappresentata dal Presidente di PZPM – Associazione polacca del settore Jakub Farys) intendono assistere le proprie imprese in questa fase di trasformazione del settore automotive.

[ Francia ]

Il settore automobilistico in Francia, punta come tutti a una soluzione all’emergenza climatica, ma il Presidente Chatel è stato decisamente critico circa i termini di attuazione stabiliti dalla UE: “se l’Europa fosse stata razionale non avrebbe mai preso una decisione del genere (in riferimento all’abbandono dei motori termici), avrebbe fatto un’analisi su quello che è il ciclo di vita del veicolo, e avrebbe fatto in modo che le imprese avessero potuto scegliere le tecnologie, questa scelta è stata un sabotaggio industriale“.

 

 

 

[ Polonia ]

© Francesco Vignali Photography

Il Presidente di PZPM ha sottolineato che il suo Paese ha già attivato azioni di supporto verso la mobilità a emissioni zero come il piano di sostegno all’acquisto dei veicoli a zero emissioni e quello per la realizzazione delle infrastrutture di ricarica dichiarando poi che “Dobbiamo spostarci verso quella che è la nuova mobilità ma anche rivedere la produzione di componentistica e di accessori – ha evidenziato Jakub Farys – perché l’industria polacca è orientata attualmente nella produzione di componenti per motori termici“.

[ Tony Colomba ]

 

Bain & Company: lo studio