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Peugeot 208 HYbrid FE

Meno di 2 litri per 100 chilometri è la risposta del Leone alle city-car ibride

Allo IAA di Francoforte, accanto alla nuova 308 e alla grintosa 308 R, la casa del Leone presenta la 208 HYbrid FE, un tecnologico ibrido realizzato in collaborazione con la Total. Per il momento è ancora una concept-car, ma è ragionevole credere che molti punti della avanzata ingegneristica applicata su questa vettura verranno introdotti nel modello che prossimamente verrà prodotto in serie. Per realizzare questa avanzatissima vettura, gli ingegneri si sono imposti un obiettivo ben preciso: trovare le soluzioni tecniche più avanzate per ridurre i consumi.

Un superteam per un obiettivo comune

Per sviluppare questo progetto è stato mobilitato un team di 30 ingegneri per 72.000 ore, oltre a 15 designers guidati da Sylvain Henry. Bisognava intervenire sia sul motore che sulla meccanica, ma anche sulla carrozzeria per ottimizzare l’aerodinamica e ridurre i pesi. In particolare, quest’ultimo obiettivo è stato raggiunto, visto che la vettura pesa meno di 800 kg, contro i 975 kg della 208 tradizionale. Questo risultato è stato ottenuto facendo largo uso di materiale composito e fibra di carbonio per la carrozzeria e i vetri in policarbonato (escluso il parabrezza).

Il motore a benzina è il 3 cilindri Vti da 68 cv che originariamente aveva 1.000 cc, ora portati a 1.233 cc con una compressione passata da 11:1 a 16:1. Importanti modifiche hanno interessato i pistoni, ora in lega di alluminio cavi e rivestiti in carbonio, stesso trattamento anche per l’albero motore e altri particolari. Questa tecnologia conosciuta come DLC (Diamond-Like Carbon Coatings) ha consentito di ridurre gli attriti del 40%. Abbinato a questo motore termico troviamo uno elettrico da 30 kW, derivato da quello della 908 HYbrid4 e alimentato da una batteria al litio da 0,56 kW/h, una potenza abbastanza limitata che non dovrebbe offrire prestazioni molto alte, considerando che lo 0-100 km/h si percorre in 8 secondi, ma consente di limitare le emissioni di CO2 a soli 49 g/km. Purtroppo non è previsto il sistema di ricarica “plug-in”, ma ci si deve accontentare dell’energia recuperata dalle frenate e decelerazioni.

Altri chili si sono ridotti utilizzando un tipo di sospensioni inedite, dove non troviamo più né triangoli inferiori né barre antirollio, ma solo una lama in fibra di vetro che collega le masse sospese a quelle non sospese, ovvero il motore e la trasmissione al porta mozzo con l’ammortizzatore. Una moderna versione della balestra trasversale.

Un Cx da record 

Grande cura è stata rivolta all’aerodinamica, con un fondo piatto, estrattori d’aria e l’eliminazione degli specchi retrovisori esterni, sostituiti da due mini telecamere. Esteticamente il frontale è rimasto pressoché invariato, mentre la parte posteriore è stata completamente ridisegnata adottando una “coda tronca”, terminologia esclusivamente italiana per indicare una soluzione molto apprezzata nelle vetture sportive, fin dagli anni ’60.

Una soluzione aerodinamica conosciuta nel resto d’Europa con il nome “K-tail e negli Stati Uniti come Kammback in omaggio all’ingegnere tedesco Wunibald Kamm che ne ha studiato i vantaggi aerodinamici già negli anni ’30 e che ha consentito alla 208 HYbrid FE di ottenere un coefficiente Cx di 0,25, un valore senza uguali tra le city-car.

Parte del merito di aver ridotto del 40% il consumo di carburante va anche ai particolari pneumatici realizzati specificatamente da Michelin che, pur mantenendo un diametro da 19”, hanno una sezione particolarmente stretta, al fine di ridurre gli attriti con il suolo.

Paolo Pauletta

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