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Opel: il sedile messo a dura prova dai robot

Così all’International Technical Development Center di Rüsselsheim Rüsselsheim testano le «poltrone» delle auto. Un’esperienza lunga 117 anni, dal sedile fisso al sedile regolabile in 18 direzioni con funzione massaggio

A partire dal 2003, una delle mission di Opel è stata quella di trasferire all’intera gamma la qualità ed il comfort dei sedili montati su auto di alta gamma ed è proprio per questo che Bernd, Werner, Oliver e Marius, robot testardi e ripetitivi, si strofinano ripetutamente sulle imbottiture laterali e strapazzano la pelle dei sedili simulando l’ingresso e l’uscita dalla vettura 50.000 volte in una settimana, equivalenti all’intero ciclo di vita dell’automobile che, all’insegna dell’attrito, si consuma all’interno del laboratorio dell’Opel International Technical Development Center di Rüsselsheim.

Ovviamente la parte del robot che entra a contatto con il sedile è un cuscino rivestito di un materiale simile al jeans e di uno strato di densa schiuma che simula la consistenza di posteriore e cosce umani. Questo è il calvario che debbono superare i sedili sia «premium» ergonomici e sia «comfort» offerti di serie per poter ottenere la certificazione dell’associazione indipendente di esperti di ergonomia Aktion Gesunder Rücken e.V. (AGR) ma soprattutto per durare quanto durerà l’auto sulla quale sono stati montati..

Alla fine dei test, gli ingegneri esaminano la struttura del tessuto, per capire se i sedili saranno in grado di resistere a ulteriori, future sollecitazioni. “Di solito il colore scompare e la superficie è un po’ graffiata, ma la cosa più importante è che la schiuma sottostante non sia danneggiata e che la struttura del tessuto resti stabile,” spiega Andrew Leuchtmann, Senior Manager GME Interiors.

La struttura è l’elemento più importante del sedile poiché garantisce la sicurezza dei passeggeri e li mantiene nella posizione corretta in caso di incidente. Generalmente è anche uno degli elementi più pesanti, ma non su nuova Astra Sports Tourer i cui sedili hanno infatti perso ben 10 chilogrammi di peso, grazie all’adozione di acciai ultraresistenti.

Ci siamo davvero spinti al limite su Astra Sports Tourer e abbiamo condotto numerosi esperimenti”, prosegue Leuchtmann. Tra l’altro, sono stati necessari numerosi test di saldatura. “Se il materiale è troppo sottile, saldare diventa impossibile. Si opera proprio sul filo di lana”, spiega l’ingegnere.

Le simulazioni digitali permettono comunque agli ingegneri di sapere esattamente quanto peso possono togliere ancora prima di realizzare i primi prototipi che dopo aver selezionato i tessuti o la pelle per il rivestimento, vengono «affidati» alle cure di Werner&C ma solo dopo che la squadra ha calcolato i livelli di carico che i robot devono applicare ai sedili. Una squadra di esperti, composta da uomini e donne di taglia e corporatura diverse, deve sedersi utilizzando un tappetino che consente di misurare i carichi massimi, per esempio il punto di contatto fra ossa pelviche e sedile.

I test vengono effettuati inserendo i prototipi in una vettura reale”, spiega Leuchtmann.Infatti, il sedile di Meriva è posto più in alto e il movimento d’ingresso è completamente diverso rispetto a quello che viene effettuato su nuova Astra Sports Tourer, dove i sedili sono in una posizione più bassa”.

Discorso leggermente diverso per i sedili ergonomici premium, su cui ci si accomoda diversamente; questi sedili garantiscono un ottimo contenimento laterale, per cui le imbottiture sono maggiormente pronunciate e sono pertanto soggette a sollecitazioni superiori. I dati ottenuti portano al calcolo medio della sollecitazione, che consente di programmare successivamente i robot.

Nove esperti di sedili hanno lavorato in parallelo, percorrendo con nuova Astra Sports Tourer un gran numero di chilometri su strada. Il loro incarico era verificare il sostegno lombare regolabile elettropneumaticamente in quattro direzioni, il sostegno allungabile per le cosce o la funzione massaggio, rispondere a un questionario molto dettagliato assegnando infine una valutazione soggettiva generale. Gli eventuali punti deboli, sono stati esaminati uno per uno dalle oltre 100 persone che si occupano dello sviluppo dei sedili e la produzione di serie può partire una volta risolti tutti i problemi.

Per sviluppare un nuovo sedile servono circa 5 anni, due dei quali servono alla squadra per valutare la realizzazione di nuove idee. È stato così anche per Meriva, la specialista di flessibilità Opel, il primo (e fino a oggi unico) veicolo ad avere ricevuto la certificazione AGR per la sua ergonomia generale (sedili ergonomici, porte FlexDoors apribili a ben 84 gradi, il sistema FlexSpace per i sedili posteriori e il portabiciclette FlexFix a richiesta).

Un altro esempio interessante è Astra Sports Tourer: grazie a un processo di sviluppo avanzato, che tiene conto anche delle reazioni della clientela, come i commenti postati su forum e blog, si è giunti alla realizzazione dello schienale posteriore FlexFold a richiesta, abbattibile in configurazione 40:20:40 semplicemente premendo un pulsante e per la prima volta è inoltre possibile avere i sedili posteriori esterni riscaldabili come gli anteriori.

Per consentire a Opel di mantenere la propria posizione di leader nello sviluppo dei sedili, gli ingegneri stanno già lavorando alla terza generazione di sedili ergonomici premium. “Per noi è fondamentale conservare il nostro vantaggio competitivo in termini di conoscenza sui concorrenti, e ampliare il nostro know-how produttivo”, insiste Leuchtmann. “Per questo motivo la maggior parte possibile dello sviluppo viene svolta all’interno e realizziamo addirittura noi stessi alcuni componenti, nello stabilimento di Kaiserslautern.”

I sedili del futuro saranno ancora più ergonomici, più leggeri, più eleganti e addirittura più sicuri. “Abbiamo ancora moltissime idee su come adattare ancora meglio il profilo del sedile al singolo individuo”, rivela l’esperto. “E ci attendono tante novità sul lato massaggio.” L’ovvia conseguenza è la presenza dei sedili ergonomici premium anche su altri modelli Opel, dato che la Casa pensa a un’ulteriore democratizzazione di questo modo di sedere che fa bene alla salute.

Il marchio di qualità AGR è stato assegnato per la prima volta alla Opel Signum nel 2003 e, nel 2008, all’Insignia.

[ Giovanni Notaro ]

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