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Nasce “ACI STORICO”

L’Automobile Club d’Italia riprende il primo marchio della sua storia per lanciare una sua iniziativa a tutela dell’automobilismo d’epoca

Dopo 108 anni l’Automobile Club d’Italia torna alle origini, legando il logo del 1905 ad una mission a sostegno del settore delle auto storiche.

L’Italia ha fatto, assieme a pochissime altre nazioni, la storia dell’automobilismo mondiale, sia in campo industriale che agonistico e le testimonianze di questa sua storia vanno preservate:

Lo Stato: decenni di stratificata inefficienza, malaffare, corruzione, inutilizzo di fondi comunitari che l’Italia ha dovuto restituire con conseguente incremento dei deficit regionali e quindi di quello statale (tutto testimoniato dalle tante denunce della Corte dei Conti e dai continui scandali sotto gli occhi di tutti) hanno portato ad una spropositata crescita delle imposte indirette, ad un ingiusto carico fiscale sulle spalle dei soliti noti (in primis automobilisti e lavoratori dipendenti) e, incastonata in questa corona di spine, ecco l’insensata ma soprattutto autolesionistica caccia alle streghe (punto al possessore del simbolo, che sia un evasore o meno non importa) che ha già affossato il settore delle auto di lusso ed ha provocato veri e propri raid di appassionati stranieri che si sono accaparrati a prezzi di realizzo una qualificata fetta del parco automobilistico storico circolante (e anche qui altra perdita per l’erario per le medesime voci sopra precisate).

A questo proposito, il Presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, nel corso della presentazione di questa iniziativa all’Autodromo “Piero Taruffi” di Vallelunga, ha evidenziato che “La nostra prima sfida è sul piano culturale – ha aggiunto Sticchi Damiani – contro il più antico e sbagliato dei pregiudizi: l’auto d’epoca non è un bene di lusso. Il piglio del Fisco è arrivato a generare paradossi in questo settore, imputando a un automobilista 46.000 euro di reddito annuo solo perché guidava una Mercedes 240D del 1982 comprata per 1.250 euro”.

Di conseguenza l’iniziativa “ACI STORICO” dovrà essere “un sistema di tutela giuridica dei collezionisti di veicoli d’epoca nonché una piattaforma per garantire agli appassionati il godimento sereno, pieno e reale del loro entusiasmo”.

I punti qualificanti di questa nuova iniziativa possono essere così sintetizzati:

Il Presidente Sticchi Damiani ha inoltre dichiarato che “ACI sarà il primo interlocutore anche dei possessori di auto d’epoca – perché ha la storia, la tradizione, il know-how e le strutture per porsi come interfaccia dei collezionisti per l’assistenza normativa e meccanica, il rilascio di certificati e documenti, la fruizione delle facilitazioni tributarie e assicurative, l’organizzazione di raduni, mostre ed incontri. L’Automobile Club d’Italia è l’unico soggetto pubblico capace di fornire al Paese risposte repentine e qualificate in tema di mobilità, sia storica che di tutti i giorni”. E questa iniziativa, se effettivamente realizzata, farebbe chiarezza nel settore delle certificazioni.

Come si evince dal video, la quasi totalità delle auto che si vedono  sfilare, splendide nelle loro condizioni attuali, altro non sono che utilitarie o medie cilindrate della loro epoca; anche le sportive rientrano nella buona normalità di allora e di oggi; e queste tipologie costituiscono il 90% del parco vetture ultra ventennale italiano.

Vecchia non sempre è storica

Un importante elemento distintivo di ACI STORICO sarà la tutela non delle auto “vecchie” ma di quelle di reale portata storica. Oggi più di 1 veicolo circolante su 10 ha oltre venti anni di età (parliamo di 4,1 milioni di auto con più di venti anni di età, oltre l’80% delle quali vale meno di 10.000 euro) e quindi l’ACI ha avviato un percorso di studio sui veicoli di età compresa tra i 20 e i 30 anni per tarare con precisione ogni necessaria azione atta a “non compromettere le garanzie e le facilitazioni fondamentali per quelle auto che testimoniano davvero alle future generazioni un valore e un interesse, che percorrono pochissimi chilometri ed escono su strada in rare occasioni. Il comparto necessita di grande attenzione, soprattutto in questo momento in cui l’azione del Governo e del Parlamento è finalizzata alla ricerca di risorse. Un taglio delle facilitazioni fiscali per i possessori di auto d’epoca sarebbe un’inutile e irreparabile tragedia per il settore, che porterebbe teoricamente allo Stato entrate per meno di 500 milioni di euro”.

Angelo Sticchi Damiani, già Presidente della CSAI – Commissione Sportiva Automobilistica Italiana – ha in poco tempo dato una sua specifica impronta all’ACI; l’augurio è che riesca in questa crociata che, oltretutto farebbe riguadagnare prestigio e peso politico all’Ente che presiede.

Giovanni Notaro

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