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Modelli auto da montare e/o elaborare

Prepariamoci ad affrontare il primo kit oppure il primo modello da smontare, implementare e rimontare

Sia che si voglia affrontare la costruzione di un kit ex-novo, sia che si voglia elaborare un modello pressofuso, quindi da smontare, lavorare e rimontare, sarà necessario avere a disposizione un’attrezzatura di base ed una postazione di lavoro. Indipendentemente dal fatto di avere o meno a disposizione un locale, ovvero un tavolo solo per Voi o solo per qualche ora, tre sono le parole d’ordine alla base del vostro futuro divertimento:

Tranquillità. Serve per potersi concentrare, capire, lavorare.

Calma. Senza questa niente concentrazione.

Pulizia. Chi inizia a lavorare con mani o su superfici non perfettamente pulite già compromette il risultato finale. Ci saranno ovviamente dei momenti in cui il vostro piano di lavoro tutto sarà meno che ordinato e pulito ma l’importante è sapere che l’ordine va ripristinato più spesso possibile e che la pulizia, per certe fasi del lavoro come le diverse fasi di verniciatura e stesura delle decalcomanie, è indispensabile.

Luogo di lavoro

Tratta da: www.forumscuoladimodellismo.com

Una volta trovato il vostro spazio, sempre prima di iniziare avrete bisogno di:

● Luce concentrata sulla zona di lavoro: una buona luce solare può bastare se il piano di lavoro è posizionato sotto una grande finestra, altrimenti dovrete supplire con almeno un paio di lampade da lavoro regolabili (se ne trovano a prezzi contenuti nei grandi centri commerciali specializzati ed in moltissimi ferramenta ben forniti); più lampade si hanno, più si allontanano le zone d’ombra dal pezzo che si sta lavorando.

Segnaliamo inoltre che esistono anche lampade da lavoro, a prezzi abbordabili, dotate di lente di ingrandimento, di solito utilizzate proprio per modellismo oppure in elettronica.

● Pulizia: se la postazione è vostra solo saltuariamente o per qualche ora al giorno, proteggete la superficie di lavoro con un foglio di plastica un po’ pesante; munitevi anche di un tagliere grande oppure di un cartoncino da 3 o 4 mm o di un foglio di faesite, in modo da poter tagliare con il cutter senza rovinare nulla. Alla fine della vostra sessione di lavoro abbiate cura di riporre i pezzi lavorati dentro qualche scatola (benissimo le scatole da scarpe un po’ robuste) o in qualche cassetto ben chiuso in modo da evitare polvere e ripulite bene il foglio di plastica.

● Organizzazione: prima di iniziare cercate di avere a portata di mano quanto necessario per il tipo di lavoro da affrontare.

Se ad esempio avete di fronte un kit di plastica e dovete separare i singoli componenti dal supporto assieme al quale sono stati fusi, avrete bisogno di tronchesine specifiche per modellismo, di una limetta e di carta abrasiva molto fine per lisciare con cautela la zona di distacco del pezzo dalla piccola escrescenza rimasta attaccata e di un contenitore di dimensioni adeguate per i pezzi staccati.

Se invece dovete affrontare lo smontaggio di un modello pressofuso acquistato pronto, avrete bisogno di qualche piccolo cacciavite solitamente a croce (più grande per le viti che vincolano il modello alla sua basetta), di un cutter affilato, di un paio di guanti di tipo chirurgico per poter maneggiare il modello senza lasciare impronte (le mani sono sempre grasse perché la secrezione di sebo, sia pur impercettibile, è continua) e di un panno o un telo morbido, spesso e pulito, sul quale appoggiare il modello senza correre il rischio di graffiarlo; comunque questi, ed altri ancora, sono argomenti che approfondiremo secondo necessità, seguendo le varie fasi di lavorazione dei modelli che tratteremo.

● Contenitori: servono per gli attrezzi ed i materiali d’uso.

Le cassettine portautensili in plastica per l’hobbistica e bricolage, con cassetti di varie dimensioni, sono l’ideale (predisponete un’etichetta ben leggibile circa il contenuto ed incollatela con nastro trasparente, sul fronte di ciascun cassetto). Per quanto possibile non riponete le cose alla rinfusa ma utilizzate piccoli contenitori di qualsiasi tipo, dalla scatolina rettangolare del formaggio spalmabile (scegliete o fate «scegliere» al supermarket quelle con il coperchio trasparente…) alle scatoline dei biglietti da vista e via dicendo.

Ottimi i portapenne per riporre matite, penne, pennarelli, cutter, limette e pennelli (con le setole all’insù pena la loro deformazione…), ma anche i contenitori bassi, stretti e lunghi degli “odori” (salvia, rosmarino e via dicendo): che – finiti gli aromi – torneranno dopo una sciacquata a nuova vita, pronti ad accogliere pennelli & c. in orizzontale.

Attrezzatura

Non fatevi attirare dalle sirene (siti e negozianti) e mirate all’essenziale ma di buona qualità. I cataloghi di accessori delle Case di modellismo offrono molto ma si fanno pagare ancora di più; in realtà si possono tranquillamente acquistare ottimi prodotti come forbici, pinze, tronchesi, limette, giraviti e via così, a prezzi nettamente inferiori nei già citati grandi centri commerciali specializzati ed in moltissimi ferramenta ben forniti, l’importante è non andare per bancarelle o prendere cose di basso costo.

Nei primi acquisti fatevi accompagnare da un amico esperto che vi aiuterà nella scelta. Ecco comunque alcune indicazioni:

● Colle: è bene avere a portata di mano un flaconcino dotato di dosatore, costituito di solito da un ago di precisione mentre per utilizzare la colla a pennello (il classico flaconcino o barattolino di colla per plastica) occorre farci la mano in quanto se ne utilizzate poca, evapora, viceversa troppa rischia di scolare provocando sbavature e corrosione superficiale del pezzo da incollare.

Evitare di utilizzare colle in tubetti, anche di note marche, sia perché l’eventuale loro polivalenza è spesso nemica – sulla plastica – del risultato ottimale e sia per il pericolo di sbavature (spesso le superfici da incollare sono esigue e dosare perfettamente la colla in uscita da un tubetto non è poi così facile). Sarà anche utile una colla vinilica per eventuali premontaggi e per l’incollaggio di parti trasparenti e fotoincisioni mentre una colla ciano-acrilica servirà per incollare rapidamente alcune parti non in plastica. Negli ultimi anni le colle ciano acriliche hanno fatto passi da gigante e quindi oggi se ne trovano anche alcune a lenta azione, che permettono di riposizionare il pezzo in caso di errore iniziale.

● Forbici, tronchesine: cercatele direttamente da un buon ferramenta; attenzione alle forbici che debbono essere di buona qualità (quando dovrete ritagliare delle decalcomanie dal loro foglio occorrerà una forbice dal taglio perfetto.

Viceversa, si produrranno sulla linea di taglio impercettibili increspature che vi ritroverete una volta stesa la decalcomania sul modello).

● Pinzette: prendetene inizialmente un paio a punte dritte, di buona qualità, in un negozio di profumeria o elettronica.

Successivamente avrete bisogno di altri tipi di pinzette (con punta sottile, a spatola, con punta ricurva, bloccanti ecc.), ma l’ordine di priorità lo deciderete voi stessi, secondo necessità.

● Attrezzi da taglio: vale lo stesso discorso fatto per pinzette, forbici e tronchesine: value for money = spesa in cambio di qualità. 

Ciò ribadito, avrete bisogno di una pinza troncatrice per separare i pezzi del kit dallo sprue (telaio di plastica stampato assieme ai pezzi), di alcuni seghetti sottili da traforo ma, soprattutto, di due o tre cutter con diversi tipi di lama (lame dritte, lame oblique e lame curve).

● Bucare e forare: servono un trapanino a mano, tipo quelli da traforo, ed una piccola morsa per bloccare i pezzi da forare.

Nel fermare il pezzo nella morsa, fare attenzione a non inciderne le superfici o peggio deformarle.

 

Il metodo più semplice per ovviare all’inconveniente è ripiegare in più parti uno o più cleenex, opportunamente ritagliati in modo da creare due spessori morbidi, posizionarli sui due lati del pezzo che entreranno in contatto con le ganasce e poi stringere gradualmente (se necessario aumentare lo spessore dei tamponi); pro: se si serra troppo poco i tamponi sono inutili in quanto, sotto la pressione della punta, il pezzo si sposterà all’interno della morsa; contro: se si serra troppo, il pezzo – nonostante la presenza dei tamponi – si potrebbe deformare, quindi serve gradualità. Al posto dei kleenex si possono, più praticamente, incollare alle due ganasce della morsa dei feltrini autoadesivi ritagliati a misura che però saranno meno morbidi dei kleenex e che, una volta asportati, richiederanno la pulizia delle ganasce con un solvente. Trapanino a mano a parte per forare esistono anche altri sistemi

● Vari sistemi: il primo prevede l’utilizzo di un succhiello la cui punta va poggiata sul punto forare avendo cura di controbilanciare la spinta su lato opposto (di solito bastano due dita della mano che regge il pezzo con i polpastrelli posti vicino al punto di uscita della punta).

Il ricorso a questo sistema è circoscritto alla necessità di creare dei fori di dimensioni corrispondenti al diametro massimo del succhiello (in commercio se ne trovano di diverse dimensioni). I bordi a lato del foro si presenteranno rialzati e leggermente sfrangiati e dovranno quindi essere pareggiati con limetta e carta vetrata; il secondo prevede l’acquisto di un trapanino a mano che presenta il vantaggio di essere estremamente maneggevole (con una mano si regge il pezzo e con l’altra si aziona il trapanino).

Le punte di diametro da 1 mm in su si possono trovare anche nei Centri commerciali per il faidate. Le punte di diametro inferiore ed il trapanino invece si trovano normalmente solo nei negozi di modellismo. Esistono in commercio set completi di punte di diametro da 0,2 mm a 2 mm.

● Occorrente per levigare: all’inizio potrete accontentarvi di acquistare dal comune ferramenta della carta abrasiva medio-fine e fine in fogli che poi ritaglierete in rettangoli o quadrati per poterla maneggiare agevolmente.

Tenete presente che più la grana è grossa, più occorrerà ricorrere a stucco e carta sottile per ben levigare le superfici. Con l’aumentare di esperienza ed esigenze potrete acquistare nei negozi di modellismo le carte specifiche a grana sottilissima (fino alla 12.000) sia abrasivanti che lucidanti che in realtà carte non sono, poiché la polvere abrasiva viene incollata su plastica siliconica in grado di seguire l’andamento delle superfici da levigare; va da se che i prezzi qui salgono parecchio, come del resto i risultati… Siamo alle limette: per iniziare basta un set da 5 limette (piatta, tonda, semitonda, ovale e triangolare) anche da poco prezzo in ferramenta: poiché dovete lavorare su plastica vi dureranno nel tempo senza problemi purché ogni tanto le puliate (la plastica si scalda e si accumula) con una spazzolina di ottone del tipo utilizzato per la pulizia di calzature scamosciate.

● Stucco: per allineare superfici ed eliminare giunzioni; non andate al risparmio e scegliete il meglio evitando negozi generici e andando direttamente in negozi o siti di modellismo.  Ne esistono di molte marche e tipi; fatevi consigliare in funzione dell’uso e del materiale del modello.

Verniciatura

Se siete arrivati alle verniciature avrete bisogno, in funzione del tipo di verniciatura da fare, di solventi, vernici, pennelli di vario tipo, bombolette spray e/o aerografo con relativo compressorino, di mollette o stecchini o altri supporti con cui trattenere i pezzi da verniciare e così via.

Ovviamente il locale dovrà avere la possibilità di essere ben areato e va da sé che bombolette spray non si usano in ambienti domestici chiusi (eventuale tossicità, cattivo odore e… pace famigliare). Molto cambia se si utilizzano aerografo e vernici acriliche, il che permette di regolare miscela e spruzzo come si vuole e che quindi si può utilizzare, una volta presa la mano, con pochi problemi anche in ambienti chiusi.

Se si debbono verniciare modelli in grande scala con bombolette spray o si utilizza una piccola cabina di verniciatura (la si può costruire con poco, ed anche su questo ritorneremo al momento opportuno) oppure lo si fa all’aperto (le bombolette attualmente in commercio di norma non contengono elementi nocivi per l’atmosfera) sottoponendosi però a rischio di polvere e di quanto sospeso in aria.

● Prima di verniciare: i pezzi dovranno essere se necessario carteggiati, levigati e poi lavati con acqua tiepida e pochissimo sapone neutro. Una volta ben puliti ed asciutti, vanno per quanto possibile fissati su un supporto che vi permetta di verniciarli in toto; ad esempio i pezzi cavi, da verniciare solo esternamente, si potranno fermare inserendo al loro interno un po’ di gomma-pane ed uno stecchino o un piccolo spiedino in legno da infilare finita la verniciatura, su un pezzo di polistirolo da riporre al riparo della polvere; per i pezzi più grandi (ad esempio una carrozzeria in lega metallica) si potrà utilizzare la classica stampella della tintoria da piegare ed adattare all’interno della carrozzeria stessa in modo da poterla reggere con una mano guantata per poi appoggiarla per l’essiccazione senza togliere il supporto che andrà rimosso solo a pezzo asciutto.

Alcuni modellisti esperti utilizzano vecchi giradischi per dischi in vinile, posizionano il pezzo da verniciare sul piatto ma sollevato da esso mediante un’intelaiatura ricavata dalla solita stampella da tintoria o su un blocco di polistirolo entrambi fissati al piatto stesso, e mentre spruzzano lo fanno girare a 16 giri al minuto o, in mancanza a 33! La cosa ha poi preso piede ed oggi di trovano in commercio delle postazioni di verniciatura similmente attrezzate.

In taluni casi, specialmente quando si è acquisita un po’ di esperienza, si dovranno effettuare delle mascherature (lo vedremo nel pratico); qui diciamo solamente che sin dall’inizio sarà opportuno procurarsi uno scotch specifico per modellismo che essendo molto più flessibile di quelli di carta per carrozzieri, aderisce meglio alle superfici da mascherare e ne segue più efficacemente il profilo. Prodotti liquidi o in gel per mascherare, peraltro abbastanza usati, non riscuotono le simpatie di chi scrive ma il fatto è del tutto soggettivo.

● La verniciatura: sulle grandi superfici è sempre consigliabile stendere del primer spray. Se ne trovano in commercio di buoni, anche non da modellismo, ma per le piccole scale è meglio usare quello Tamiya, di grana fine. Di solito i primer sono grigi o bianchi: quelli grigi vanno utilizzati come base per colori scuri mentre quelli bianchi per colori chiari. Se, ad esempio, si dà un rosso su un primer grigio, il rosso tenderà a scurire mentre il fondo bianco lo esalterà, se necessario il primer andrà carteggiato lievemente con carta abrasiva finissima e se dovessero emergere zone della carrozzeria sottostante, occorrerà procedere con una seconda mano da ricarteggiare: come si diceva all’inizio occorre dimenticarsi la fretta; l’esperienza man mano acquisita vi farà ottimizzare gesti e tempi.

La verniciatura a spruzzo con bomboletta va eseguita ad una distanza di una ventina di centimetri dalla superficie da verniciare; la vernice va stesa con movimenti continui da destra a sinistra e viceversa senza insistere troppo pena inevitabili accumuli di vernice e conseguenti colature. Meglio una o due mani in più che non dover ricarteggiare il pezzo e ricominciare da capo.

Stessa regola per la verniciatura di piccoli particolari a pennello: una volta intinto il pennello nel barattolino, passarne le setole lievemente sul bordo interno in modo da far scolare la vernice in eccesso. Meglio utilizzare, se possibile, pennelli di martora al posto di quelli sintetici anche il costo dei primi è di molto superiore.

● Dopo la verniciatura: se si è usato un aerografo pulirlo sempre e con la massima cura (seguire le istruzioni). La bomboletta spray va rovesciata e occorre spruzzare sinché lo spray non esce più; a quel punto la si può riporre accertandosi che l’ugello non sia più chiuso dalla vernice che si potrà eventualmente rimuovere prima usando con leggerezza uno scottex e poi, se vedete l’ugello ancora chiuso, utilizzate delicatamente la punta di uno stecchino per asportare la vernice in eccesso. Se necessario ricominciare da capo! Se non si pulisce bene l’ugello si rischia di dover gettare una bomboletta magari quasi piena.

Per pulire i pennelli e per diluire le vernici (operazione di solito necessaria se si utilizza un aerografo) servono diluenti e solventi; del diluente nitro o dell’acqua ragia andranno benissimo per pulire i pennelli utilizzati per stendere smalti sintetici mentre i pennelli utilizzati con acrilici andranno puliti con acqua corrente; in entrambi i casi, dopo un’accurata pulizia, i pennelli dovranno essere ben asciugati.

Per quanti volessero provare a costruirsi una cabina di verniciatura, consigliamo una visita a http://www.modellismo.net/forum/statico-work-progress/61224-strumenti-cabina-di-verniciatura-spray-booth.html dove troveranno una esaustiva spiegazione, passo passo, su come fare.

Le decalcomanie

Croce e delizia di ogni modellista hanno raggiunto livelli di finezza e definizione di un realismo assoluto; per contro sono diventate piuttosto delicate da maneggiare e da stendere. Seguendo comunque qualche consiglio e armandosi di pazienza (sempre lei…) e mano ferma non sarà difficile raggiungere dei buoni risultati.

● Preparazione della carrozzeria: per meglio stendere la decalcomania, la carrozzeria sarà stata precedentemente verniciata con una mano leggera di spray trasparente sulla verniciatura definitiva lasciata asciugare per almeno due o tre giorni in luogo asciutto e al riparo dalla solita polvere. Prima dell’applicazione delle decalcs, passare sulla carrozzeria un panno umido che non lasci peli o fibre, con dolcezza altrimenti lo sfregamento potrebbe caricare il pezzo di questi residui che potrebbero finire sotto le decalcomanie in fase di stesura…

● Il taglio: nel caso si debbano ritagliare parti di un foglio, occorre utilizzare forbici o cutter dal filo perfetto in modo da poter tagliare all’esterno del bordino trasparente che contorna la decalcomania da asportare senza intaccare il soggetto che si sta ritagliando (se ciò dovesse avvenire ma il taglio fosse netto, si potrà andare avanti nello stacco e nella stesura facendo attenzione a non strappare la decalcomania lungo il taglio).

● Lo stacco: una volta asportata, la decalcomania andrà immersa in acqua appena tiepida; una volta ammorbidita (si vedrà che tenderà a staccarsi dal suo supporto cartaceo).

● Il posizionamento: togliere dall’acqua il supporto e relativa decalcomania e posizionare il tutto sulla zona di carrozzeria prescelta, dopodiché far scivolare via il supporto cartaceo da sotto la decalcomania tenendola in posizione con un cottonfioc umido o con un dito guantato (guanto chirurgico) ugualmente inumidito sulla zona di carrozzeria che si vuole decorare. Una volta posizionata togliere con uno scottex che non lasci residui l’acqua o il liquido in eccesso (eventuali gocce sulla carrozzeria) e poi con un fazzolettino esercitare una leggera pressione sulla decalcomania dal centro verso l’esterno; se dovessero comunque formarsi delle piccole bolle, bucarle delicatamente con la punta di un ago molto sottile, inumidire nuovamente la zona bucata e tamponare. Per stendere le decalcomanie in zone difficili utilizzare un buon ammorbidente per il cui acquisto vi farete consigliare da un negoziante di vostra fiducia.

Dalla prossima volta inizieremo a vedere come lavorare su un modello pressofuso in scala 1/18. In questo modo non dovremo pensare a verniciature esterne, ma solo a quelle interne e ad un po’ di modifiche che cercheremo di descrivere passo passo e che, alla fine, ci daranno soddisfazione.

[ Giovanni Notaro ]

 

Avvertenza: le foto presenti sono state inserite esclusivamente a scopo esemplificativo e non pubblicitario

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