Una ulteriore conferma della validità della filosofia Mazda, decisamente contro il downsizing imperante ma del tutto rispettosa dell’ambiente e delle severe norme che lo proteggono
Mazda iniziò la sua attività a Hiroshima nel 1920, producendo sughero per le industrie navali che ne facevano largo uso nella costruzione delle loro navi di legno. Un inizio «green» quindi, sempre perseguito nel tempo sino a sfociare in questi ultimi anni nella tecnologia Skyactiv che, curando in maniera maniacale l’alleggerimento degli attriti interni nonché i processi di combustione e scarico, permette – fra l’altro – di disattivare due cilindri su quattro riducendo drasticamente consumi e emissioni senza neppure dover ricorrere a filtri antiparticolato.
La CX-3 oggi
La vettura testata, la «nostra» CX-3 in versione 100th Anniversary, è equipaggiata con un 4 cilindri 2 litri Skyactiv-G a benzina (dove la «G» sta per «gasoline») da 121 cavalli che dimostra – al pari di altri propulsori della Casa nipponica – come si può appunto non inquinare senza agire sulla cilindrata e ciononostante coprire il classico 0-100 km/h in 9,1” e raggiungere i 192 km/h.
Mazda sta infatti dimostrando che i suoi motori di cilindrata relativamente elevata esprimono valori di potenza, prestazioni ed emissioni, analoghi a quelli prodotti da unità sicuramente più sollecitate in quanto di cubatura limitata spesso sovralimentate e quindi con elevate potenze specifiche e regimi di rotazione tutt’altro che bassi.
Il sofisticato propulsore della CX-3 del nostro test è accoppiato ad una impeccabile trasmissione manuale a 6 rapporti che, a nostro avviso, non solo non fa rimpiangere quella automatica ma, al contrario, conferma una volta di più la validità del concetto «Jinba Ittai», ovvero dell’amalgama che si instaura fra auto e conducente come accade nella disciplina ippica giapponese dove cavallo e cavaliere agiscono all’unisono.
Su quest’auto, infatti, il guidatore «cavalca» un pianale rigido e morbido al tempo stesso, grazie ad un avantreno basato su sospensioni McPherson semplici e a un ponte rigido torcente posteriore, un insieme che dona sensazioni di guida particolari mentre, anche nel misto stretto, la vettura si muove tra le curve del lago di Bracciano, e non solo, con l’efficacia e la grazia di una berlina, assorbendo le tante asperità dell’asfalto con le doti di un SUV e grazie alla prontezza di uno sterzo, servo-assistito elettricamente, il cui volante è regolabile in altezza e profondità.
Il meglio di sé comunque la CX-3 MY 2021 lo dà ad andatura rilassata, soprattutto in autostrada, ricompensandoti con consumi estremamente bassi, tipici di cilindrate inferiori, e offrendo un ottimo comfort di marcia.
Abitacolo
Gli interni di questa particolare versione sono caratterizzati da comodi sedili la cui similpelle rossa contrasta piacevolmente con gli elementi bianchi presenti su plancia e portiere.
L’abitacolo, spazioso anteriormente, non lo è altrettanto dietro ma, nel complesso, è molto accogliente, filtra molto bene i rumori esterni e si presta ad un ascolto ottimale dell’efficace impianto stereo BOSE con 7 altoparlanti (+subwoofer ubicato nel bagagliaio che offre 380 litri di capienza).
Lo schermo centrale da 7” è molto fluido ma un poco massiccio a causa della cornice molto spessa mentre l’head-up display – pratico e funzionale – dà la possibilità di monitorare le informazioni basilari di guida senza distogliere lo sguardo dalla strada; un contributo alla sicurezza che si aggiunge a tutti i sistemi ADAS di cui parleremo a breve nel test finale riportato sul portale testMotori360 «sicurezza&SPORT».
[ Tony Colomba ]