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I FURTI DI VEICOLI IN ITALIA NEL 2010: dati, analisi, esperienze e tendenze

Il numero totale dei furti di veicoli registrato nel 2010 nel nostro Paese è molto alto e indica come il fenomeno sia impermeabile al cambiamento dei tempi, rimanendo un malcostume molto radicato.

La testimonianza di come la situazione sia sempre critica si evince dai dati sul recupero dei veicoli forniti dal Ministero dell’Interno e raccolti e rielaborati da LoJack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero dei veicoli rubati: nel 2009 67.043 veicoli non sono stati recuperati, mentre nel 2010 il dato è fermo a 65.398. In proporzione il numero dei veicoli di cui si persa traccia è quindi aumentato. A costituire una ulteriore chiave di lettura interessante sono i dati sui furti registrati nelle singole province più importanti e la loro incidenza sul fenomeno nazionale. Quasi il 60% dei furti rispetto al totale nazionale è avvenuto nelle sei province. Le autovetture più rubate dai “topi d’auto” continuano ad essere anche le più popolari, sempre più “ricercate” per la vendita dei pezzi di ricambio o per essere a loro volta vendute sul mercato nero o utilizzate per compiere attività criminali. Ad occupare i primi cinque posti della classifica Top20 troviamo il Gruppo Fiat con i 5 modelli più venduti: Panda, Punto, Uno, Cinquecento e Lancia Y. Nel 2010 i furti di veicoli hanno confermato di costituire una problematica di primo piano per il nostro Paese: sono state, infatti, rubate ben 124.197 vetture, 38.783 motocicli e 2.908 automezzi pesanti.  Lo scorso anno ogni giorno sono state rubate oltre 340 autovetture, circa 14 ogni ora, e una ogni 4 minuti: un bollettino per nulla rassicurante per i possessori di auto, nonostante la diminuzione del numero assoluto dei veicoli sottratti ai legittimi proprietari, passati dagli oltre 222mila annui del 2000 agli oltre 124mila del 2010. Se, da una parte, è divenuto negli anni molto più complicato sottrarre un’auto a causa dei sistemi di antifurto sempre più sofisticati, continua ad essere elevato il numero dei furti a scopo cannibalizzazione per la richiesta di pezzi di ricambio,  e dei cosiddetti “furti d’uso”, perpetrati per commettere altri reati.   La diminuzione del numero assoluto dei furti non deve però far pensare a una minore gravità del fenomeno, in quanto negli anni si è assistito ad una graduale diminuzione del numero dei veicoli recuperati a seguito della sottrazione, passati dai circa 130mila annui del 1990, ai 123mila annui del 2000 fino al 2010 che conferma questo trend di diminuzione con 58.799 rinvenimenti.  Se calano i furti (-5,15% rispetto al 2009), si riducono in modo ancora più sensibile i recuperi di auto rubate con la percentuale dei ritrovamenti che scende dal 48,8% del 2009 al 47,3% dello scorso anno, per un totale di ben 65.398 autoveicoli spariti nel nulla.  “Il furto dell’auto”, evidenzia Maurizio Iperti, Amministratore Delegato di LoJack Italia, “è un fenomeno che ormai da anni vede il nostro Paese in cima alle classifiche europee e costituisce una delle principali ansie per chi si appresta ad acquistare un veicolo nuovo o usato, in special modo se di segmento medio-alto. Negli ultimi anni, supportando le Forze dell’Ordine con la nostra avanzata tecnologia in radio-frequenza, abbiamo raggiunto importanti risultati nel contrasto della criminalità, garantendo il recupero del 90% dei veicoli rubati equipaggiati con i nostri dispositivi nelle 48 ore successive al crimine”. “Per questo motivo”, aggiunge Iperti, “sempre più amministrazioni locali e Forze dell’Ordine mostrano un concreto interessamento verso le nostre soluzioni di rilevamento e recupero di beni, già in uso in città come Parigi, New York, Roma e Milano e che si estendono a diversi settori: automobili, motoveicoli, macchine movimento terra, veicoli commerciali e camion”. Nella speciale classifica delle Regioni “meno virtuose” si conferma il primato dei furti nel Lazio con 22.309 episodi criminosi che stacca di quasi 2mila unità la Campania (20.610) e la Lombardia (19.435). Merita una menzione particolare il caso Puglia, unica Regione che vede aumentare sensibilmente il numero dei furti di auto (17.849 contro i 16.912 del 2009: +5,54%) e si attesta a ridosso delle Regioni con maggior numero di sottrazioni. Oltre la metà dei furti di auto denunciati sul territorio nazionale, quasi 74mila, interessa 6 importanti province dello Stivale. La zona più colpita si è confermata essere quella di Roma, con 20.401 furti (1.513 in meno rispetto al 2009), seguita da Napoli con 14.908 denunce (797 in meno del 2009), Milano con 13.376 furti (1.211 in meno rispetto al 2009), Bari, dove sono stati commessi 10.100 furti d’auto (quasi 500 in più dell’anno precedente), Catania, con 8.504 furti (nel 2009 erano stati 9.694), e Torino, con 6.510 auto rubate contro le 6.889 di due anni fa. I cittadini meno colpiti dal fenomeno soni stati quelli delle province di Belluno (solo 18 furti nel 2010), Sondrio (30), Aosta (32), Verbania (50), Oristano (53). Nel Sud Italia, territorio mediamente più colpito, spiccano le performance positive registrate nelle province di Crotone e Enna con, rispettivamente, 103 e 119 sottrazioni di auto.  Le statistiche mostrano una graduale diminuzione delle percentuali di recupero delle auto sottratte ai legittimi proprietari rendendo, fatta eccezione per la sola Puglia, la consistenza reale del fenomeno dei furti ancora più grave, pur a fronte di una sua complessiva diminuzione. In particolare, se consideriamo le percentuali di recupero dell’anno 2010 rispetto alle auto asportate, tra le percentuali più basse spiccano le Regioni con una maggiore incidenza dei furti negativa: la Campania con il 33,9% e il Lazio con il 32,3% rispetto alla media nazionale del 47,3%, con un trend di circa 3 sottrazioni di autovetture ogni due ore. Le autovetture più “ricercate” continuano ad essere quelle più popolari, che coincidono con le “best seller” sul mercato. Le prime cinque posizioni di questa speciale classifica sono occupate da cinque modelli del Gruppo Fiat: in testa troviamo la Panda e la Punto che scavalcano la Uno, modello storico che per diversi anni ha tenuto il primato fino al 2009.  Nella top 20 delle predilette per il recupero di parti di ricambio meccaniche e di carrozzeria figurano numerosi modelli del Gruppo Fiat con la Cinquecento stabile al quarto posto. Tra le vetture di lusso sottratte ai legittimi proprietari, le statistiche del Ministero includono anche diversi modelli di Ferrari (456 – GTS – Mondial e Testarossa), una Aston Martin DB7 e due Rolls Royce. Per avere un’idea più completa del fenomeno furti, ai dati sulle vetture rubate nel 2010 devono aggiungersi anche quelli relativi ai motocicli e agli automezzi pesanti sottratti ai proprietari in quello stesso arco di tempo. Anche per le “due ruote” prosegue il trend in calo dei furti, sono stati 38.783 nel 2010: erano 44.382 nel 2008 e 41.596 nel 2009. Osservando i dati disaggregati per Regione, emerge una forte concentrazione del fenomeno in quattro territori: Lazio (10.421), Lombardia (5.609), Campania (5.595) e Sicilia (5.953) nei quali si registrano 27.578 delle complessive 38mila sottrazioni. Tra i 10 modelli di “due ruote” più rubati nell’ultimo triennio preso in considerazione, figurano l’SH (Honda), la Vespa (Piaggio) il T MAX (Yamaha), lo Scarabeo (Aprilia), il Liberty (Piaggio), il Majesty (Yamaha), il Beverly (Piaggio), il Burgman (Suzuki), la Chiocciola (Honda) e il CBR (Honda). Meno conosciuto al grande pubblico, ma altrettanto consistente è il fenomeno dei furti di automezzi pesanti. I numeri sono decisamente più contenuti, come lo è anche il relativo parco circolante, ma si tratta di beni che presentano un elevato costo e sono strumentali alle attività produttive delle aziende del nostro Paese. Nel 2010 i furti di questi beni sono scesi dai 3.495 del 2009 a 2.908, concentrandosi particolarmente in Regioni come Lombardia (728), Puglia (372), Campania (275) e Sicilia (254). I moderni sistemi antifurto basati sul blocco del veicolo a seguito del tentativo di effrazione hanno reso i furti indubbiamente più difficili, ma non per questo impossibili; ladri esperti e con l’attrezzatura adeguata sono in grado di disattivare tali sistemi nel giro di pochi minuti. A queste tecniche se ne sono aggiunte altre meno sofisticate, ma senz’altro più pericolose, anche per l’incolumità stessa dei proprietari dei veicoli.  Nella sostanza, i ladri non esitano ad entrare in casa per rubare le chiavi delle auto. Può così accadere che il proprietario dell’auto si accorga della sottrazione della chiave solo diversi giorni dopo, rendendo di fatto più difficile il ritrovamento dell’auto. Talvolta invece, ed è l’eventualità più temuta, questi tentativi possono degenerare in vere e proprie rapine violente ai danni dei residenti.  Un’altra modalità in forte sviluppo è quella della rapina presso le concessionarie: la custodia delle chiavi originali all’interno dei veicoli oppure presso un punto centrale situato all’interno del negozio rende più semplice il furto d’auto. La vendita dei veicoli rubati può inoltre oggi trarre vantaggio dalla rapidità con cui è possibile effettuare transazioni via internet, anche da un altro Paese: molto spesso i veicoli rubati vengono venduti come auto di seconda mano legalmente registrate. L’operazione è resa ancora più semplice dal fatto che ovviamente i criminali agiscono in un paese straniero rispetto a quello dove è avvenuto il furto.  Tra i modus operandi emergenti vi è anche quello che prevede la selezione di veicoli di valore contenuto, solitamente privi di copertura assicurativa contro il furto, e successivamente la restituzione del mezzo in cambio di un riscatto (il cosiddetto cavallo di ritorno), una pratica riscontrata in Campania, in particolare nella città di Napoli.  Altre tecniche affinate per la sottrazione dei veicoli ai legittimi proprietari a scopo cannibalizzazione sono state inoltre riscontrate in Puglia. In questo territorio il modus operandi della criminalità prevede infatti il “ricovero” dei veicoli rubati all’interno di capannoni, finte serre o all’aperto nel mezzo di uliveti. Le foglie degli alberi nascondono ad occhi indiscreti il maltolto, anche da eventuali perlustrazioni dall’alto con gli elicotteri. Proprio a fronte di questi particolari “escamotage” messi in atto dai malviventi il sistema LoJack si è rilevato molto efficace grazie alla possibilità di rilevare e tracciare il segnale a radiofrequenza emesso dal veicolo rubato anche nei sentieri campestri più isolati. Nella mappa del traffico illegale internazionale di autoveicoli, l’Italia si conferma sia come mercato finale, sia come una delle tappe intermedie predilette dalle organizzazioni criminali. Il 90% dei furti di auto di grossa cilindrata provenienti dalla Costa Azzurra francese transitano nel nostro Paese con destinazione l’est europeo. Nel loro percorso attraverso il nord Italia, i corrieri possono toccare le città di Gorizia, Genova, Milano, Brescia, Verona, Udine (raramente passano per Trieste). Spesso dalla Slovenia procedono verso la Romania, oppure verso Serbia, Montenegro, Albania; Paesi questi nei quali è facile constatare a colpo d’occhio una grande quantità di vetture di alta cilindrata con targhe straniere (molte inglesi) che circolano per le città. Il furto viene attuato su commissione da organizzazioni criminali dell’est europeo: a volte vengono commissionate più auto ed i “piloti” percorrono la seconda tratta (Nord Italia- Paesi dell’Est) insieme, uno in coda all’altro. Talvolta, invece, la procedura seguita è quella del “point to point” con il cambio pilota: le auto vengono rubate in Costa Azzurra per poi essere parcheggiate in una città italiana (molto spesso Genova) dal primo pilota che ha rubato l’auto. Il secondo pilota giunge in aereo dai paesi dell’Est per prendere l’auto e oltrepassare il confine. Durante questi spostamenti non vengono effettuate fermate e viene mantenuta una velocità costante entro i limiti di velocità consentiti.  A confermare l’esistenza di questi percorsi “preferenziali” vi è una serie di episodi seriali raccolti dalla centrale operativa LoJack Italia. Tra i ritrovamenti resi possibili dal sistema wireless ad alta frequenza LoJack vi è ad esempio quello, avvenuto recentemente, di una Porsche Cayenne rubata ad Antibes, vicino a Nizza, che stava per varcare il confine italiano con la Slovenia. A pochi passi dalla meta, la Polizia Stradale ha intercettato il veicolo nei pressi di Villesse, in provincia di Gorizia. Allo stesso modo è stato ritrovata una BMW X5 con targa spagnola rubata a Murcia (Spagna). I ladri avevano anche falsificato la targa con una ucraina, ma in sei ore dall’ingresso in Italia l’auto rubata è stata ritrovata all’interno di un cortile condominiale da una pattuglia della Polizia equipaggiata con il sistema LoJack.La testimonianza di come la situazione sia sempre critica si evince dai dati sul recupero dei veicoli forniti dal Ministero dell’Interno e raccolti e rielaborati da LoJack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero dei veicoli rubati: nel 2009 67.043 veicoli non sono stati recuperati, mentre nel 2010 il dato è fermo a 65.398. In proporzione il numero dei veicoli di cui si persa traccia è quindi aumentato. A costituire una ulteriore chiave di lettura interessante sono i dati sui furti registrati nelle singole province più importanti e la loro incidenza sul fenomeno nazionale. Quasi il 60% dei furti rispetto al totale nazionale è avvenuto nelle sei province. Le autovetture più rubate dai “topi d’auto” continuano ad essere anche le più popolari, sempre più “ricercate” per la vendita dei pezzi di ricambio o per essere a loro volta vendute sul mercato nero o utilizzate per compiere attività criminali. Ad occupare i primi cinque posti della classifica Top20 troviamo il Gruppo Fiat con i 5 modelli più venduti: Panda, Punto, Uno, Cinquecento e Lancia Y. Nel 2010 i furti di veicoli hanno confermato di costituire una problematica di primo piano per il nostro Paese: sono state, infatti, rubate ben 124.197 vetture, 38.783 motocicli e 2.908 automezzi pesanti.  Lo scorso anno ogni giorno sono state rubate oltre 340 autovetture, circa 14 ogni ora, e una ogni 4 minuti: un bollettino per nulla rassicurante per i possessori di auto, nonostante la diminuzione del numero assoluto dei veicoli sottratti ai legittimi proprietari, passati dagli oltre 222mila annui del 2000 agli oltre 124mila del 2010. Se, da una parte, è divenuto negli anni molto più complicato sottrarre un’auto a causa dei sistemi di antifurto sempre più sofisticati, continua ad essere elevato il numero dei furti a scopo cannibalizzazione per la richiesta di pezzi di ricambio,  e dei cosiddetti “furti d’uso”, perpetrati per commettere altri reati.   La diminuzione del numero assoluto dei furti non deve però far pensare a una minore gravità del fenomeno, in quanto negli anni si è assistito ad una graduale diminuzione del numero dei veicoli recuperati a seguito della sottrazione, passati dai circa 130mila annui del 1990, ai 123mila annui del 2000 fino al 2010 che conferma questo trend di diminuzione con 58.799 rinvenimenti.  Se calano i furti (-5,15% rispetto al 2009), si riducono in modo ancora più sensibile i recuperi di auto rubate con la percentuale dei ritrovamenti che scende dal 48,8% del 2009 al 47,3% dello scorso anno, per un totale di ben 65.398 autoveicoli spariti nel nulla.  “Il furto dell’auto”, evidenzia Maurizio Iperti, Amministratore Delegato di LoJack Italia, “è un fenomeno che ormai da anni vede il nostro Paese in cima alle classifiche europee e costituisce una delle principali ansie per chi si appresta ad acquistare un veicolo nuovo o usato, in special modo se di segmento medio-alto. Negli ultimi anni, supportando le Forze dell’Ordine con la nostra avanzata tecnologia in radio-frequenza, abbiamo raggiunto importanti risultati nel contrasto della criminalità, garantendo il recupero del 90% dei veicoli rubati equipaggiati con i nostri dispositivi nelle 48 ore successive al crimine”. “Per questo motivo”, aggiunge Iperti, “sempre più amministrazioni locali e Forze dell’Ordine mostrano un concreto interessamento verso le nostre soluzioni di rilevamento e recupero di beni, già in uso in città come Parigi, New York, Roma e Milano e che si estendono a diversi settori: automobili, motoveicoli, macchine movimento terra, veicoli commerciali e camion”. Nella speciale classifica delle Regioni “meno virtuose” si conferma il primato dei furti nel Lazio con 22.309 episodi criminosi che stacca di quasi 2mila unità la Campania (20.610) e la Lombardia (19.435). Merita una menzione particolare il caso Puglia, unica Regione che vede aumentare sensibilmente il numero dei furti di auto (17.849 contro i 16.912 del 2009: +5,54%) e si attesta a ridosso delle Regioni con maggior numero di sottrazioni. Oltre la metà dei furti di auto denunciati sul territorio nazionale, quasi 74mila, interessa 6 importanti province dello Stivale. La zona più colpita si è confermata essere quella di Roma, con 20.401 furti (1.513 in meno rispetto al 2009), seguita da Napoli con 14.908 denunce (797 in meno del 2009), Milano con 13.376 furti (1.211 in meno rispetto al 2009), Bari, dove sono stati commessi 10.100 furti d’auto (quasi 500 in più dell’anno precedente), Catania, con 8.504 furti (nel 2009 erano stati 9.694), e Torino, con 6.510 auto rubate contro le 6.889 di due anni fa. I cittadini meno colpiti dal fenomeno soni stati quelli delle province di Belluno (solo 18 furti nel 2010), Sondrio (30), Aosta (32), Verbania (50), Oristano (53). Nel Sud Italia, territorio mediamente più colpito, spiccano le performance positive registrate nelle province di Crotone e Enna con, rispettivamente, 103 e 119 sottrazioni di auto.  Le statistiche mostrano una graduale diminuzione delle percentuali di recupero delle auto sottratte ai legittimi proprietari rendendo, fatta eccezione per la sola Puglia, la consistenza reale del fenomeno dei furti ancora più grave, pur a fronte di una sua complessiva diminuzione. In particolare, se consideriamo le percentuali di recupero dell’anno 2010 rispetto alle auto asportate, tra le percentuali più basse spiccano le Regioni con una maggiore incidenza dei furti negativa: la Campania con il 33,9% e il Lazio con il 32,3% rispetto alla media nazionale del 47,3%, con un trend di circa 3 sottrazioni di autovetture ogni due ore. Le autovetture più “ricercate” continuano ad essere quelle più popolari, che coincidono con le “best seller” sul mercato. Le prime cinque posizioni di questa speciale classifica sono occupate da cinque modelli del Gruppo Fiat: in testa troviamo la Panda e la Punto che scavalcano la Uno, modello storico che per diversi anni ha tenuto il primato fino al 2009.  Nella top 20 delle predilette per il recupero di parti di ricambio meccaniche e di carrozzeria figurano numerosi modelli del Gruppo Fiat con la Cinquecento stabile al quarto posto. Tra le vetture di lusso sottratte ai legittimi proprietari, le statistiche del Ministero includono anche diversi modelli di Ferrari (456 – GTS – Mondial e Testarossa), una Aston Martin DB7 e due Rolls Royce. Per avere un’idea più completa del fenomeno furti, ai dati sulle vetture rubate nel 2010 devono aggiungersi anche quelli relativi ai motocicli e agli automezzi pesanti sottratti ai proprietari in quello stesso arco di tempo. Anche per le “due ruote” prosegue il trend in calo dei furti, sono stati 38.783 nel 2010: erano 44.382 nel 2008 e 41.596 nel 2009. Osservando i dati disaggregati per Regione, emerge una forte concentrazione del fenomeno in quattro territori: Lazio (10.421), Lombardia (5.609), Campania (5.595) e Sicilia (5.953) nei quali si registrano 27.578 delle complessive 38mila sottrazioni. Tra i 10 modelli di “due ruote” più rubati nell’ultimo triennio preso in considerazione, figurano l’SH (Honda), la Vespa (Piaggio) il T MAX (Yamaha), lo Scarabeo (Aprilia), il Liberty (Piaggio), il Majesty (Yamaha), il Beverly (Piaggio), il Burgman (Suzuki), la Chiocciola (Honda) e il CBR (Honda). Meno conosciuto al grande pubblico, ma altrettanto consistente è il fenomeno dei furti di automezzi pesanti. I numeri sono decisamente più contenuti, come lo è anche il relativo parco circolante, ma si tratta di beni che presentano un elevato costo e sono strumentali alle attività produttive delle aziende del nostro Paese. Nel 2010 i furti di questi beni sono scesi dai 3.495 del 2009 a 2.908, concentrandosi particolarmente in Regioni come Lombardia (728), Puglia (372), Campania (275) e Sicilia (254). I moderni sistemi antifurto basati sul blocco del veicolo a seguito del tentativo di effrazione hanno reso i furti indubbiamente più difficili, ma non per questo impossibili; ladri esperti e con l’attrezzatura adeguata sono in grado di disattivare tali sistemi nel giro di pochi minuti. A queste tecniche se ne sono aggiunte altre meno sofisticate, ma senz’altro più pericolose, anche per l’incolumità stessa dei proprietari dei veicoli.  Nella sostanza, i ladri non esitano ad entrare in casa per rubare le chiavi delle auto. Può così accadere che il proprietario dell’auto si accorga della sottrazione della chiave solo diversi giorni dopo, rendendo di fatto più difficile il ritrovamento dell’auto. Talvolta invece, ed è l’eventualità più temuta, questi tentativi possono degenerare in vere e proprie rapine violente ai danni dei residenti.  Un’altra modalità in forte sviluppo è quella della rapina presso le concessionarie: la custodia delle chiavi originali all’interno dei veicoli oppure presso un punto centrale situato all’interno del negozio rende più semplice il furto d’auto. La vendita dei veicoli rubati può inoltre oggi trarre vantaggio dalla rapidità con cui è possibile effettuare transazioni via internet, anche da un altro Paese: molto spesso i veicoli rubati vengono venduti come auto di seconda mano legalmente registrate. L’operazione è resa ancora più semplice dal fatto che ovviamente i criminali agiscono in un paese straniero rispetto a quello dove è avvenuto il furto.  Tra i modus operandi emergenti vi è anche quello che prevede la selezione di veicoli di valore contenuto, solitamente privi di copertura assicurativa contro il furto, e successivamente la restituzione del mezzo in cambio di un riscatto (il cosiddetto cavallo di ritorno), una pratica riscontrata in Campania, in particolare nella città di Napoli.  Altre tecniche affinate per la sottrazione dei veicoli ai legittimi proprietari a scopo cannibalizzazione sono state inoltre riscontrate in Puglia. In questo territorio il modus operandi della criminalità prevede infatti il “ricovero” dei veicoli rubati all’interno di capannoni, finte serre o all’aperto nel mezzo di uliveti. Le foglie degli alberi nascondono ad occhi indiscreti il maltolto, anche da eventuali perlustrazioni dall’alto con gli elicotteri. Proprio a fronte di questi particolari “escamotage” messi in atto dai malviventi il sistema LoJack si è rilevato molto efficace grazie alla possibilità di rilevare e tracciare il segnale a radiofrequenza emesso dal veicolo rubato anche nei sentieri campestri più isolati. Nella mappa del traffico illegale internazionale di autoveicoli, l’Italia si conferma sia come mercato finale, sia come una delle tappe intermedie predilette dalle organizzazioni criminali. Il 90% dei furti di auto di grossa cilindrata provenienti dalla Costa Azzurra francese transitano nel nostro Paese con destinazione l’est europeo. Nel loro percorso attraverso il nord Italia, i corrieri possono toccare le città di Gorizia, Genova, Milano, Brescia, Verona, Udine (raramente passano per Trieste). Spesso dalla Slovenia procedono verso la Romania, oppure verso Serbia, Montenegro, Albania; Paesi questi nei quali è facile constatare a colpo d’occhio una grande quantità di vetture di alta cilindrata con targhe straniere (molte inglesi) che circolano per le città. Il furto viene attuato su commissione da organizzazioni criminali dell’est europeo: a volte vengono commissionate più auto ed i “piloti” percorrono la seconda tratta (Nord Italia- Paesi dell’Est) insieme, uno in coda all’altro. Talvolta, invece, la procedura seguita è quella del “point to point” con il cambio pilota: le auto vengono rubate in Costa Azzurra per poi essere parcheggiate in una città italiana (molto spesso Genova) dal primo pilota che ha rubato l’auto. Il secondo pilota giunge in aereo dai paesi dell’Est per prendere l’auto e oltrepassare il confine. Durante questi spostamenti non vengono effettuate fermate e viene mantenuta una velocità costante entro i limiti di velocità consentiti.  A confermare l’esistenza di questi percorsi “preferenziali” vi è una serie di episodi seriali raccolti dalla centrale operativa LoJack Italia. Tra i ritrovamenti resi possibili dal sistema wireless ad alta frequenza LoJack vi è ad esempio quello, avvenuto recentemente, di una Porsche Cayenne rubata ad Antibes, vicino a Nizza, che stava per varcare il confine italiano con la Slovenia. A pochi passi dalla meta, la Polizia Stradale ha intercettato il veicolo nei pressi di Villesse, in provincia di Gorizia. Allo stesso modo è stato ritrovata una BMW X5 con targa spagnola rubata a Murcia (Spagna). I ladri avevano anche falsificato la targa con una ucraina, ma in sei ore dall’ingresso in Italia l’auto rubata è stata ritrovata all’interno di un cortile condominiale da una pattuglia della Polizia equipaggiata con il sistema LoJack. La città di Milano, in particolare, sembra costituire un centro nevralgico delle rotte che vedono transitare le auto rubate nel nostro Paese.  Nel capoluogo lombardo sono state ritrovate in più di un’occasione auto rubate in Costa Azzurra: è stata ritrovata ad esempio la vettura di un famoso calciatore del Monaco, una BMW 635, rubata durante una rapina alla sua villa di Roquebrune Cap Martin, mentre a dicembre la Polizia ha recuperato una Range Rover rubata a Mougins, paese tra Cannes e Nizza, in un garage multipiano in zona corso Buenos Aires.  Un ultimo significativo e recente caso, registrato nel porto di Napoli a gennaio di quest’anno, ha portato al ritrovamento di due Ferrari (una 458 e una 599), una Porsche Panamera e una Mercedes SLS AMG, per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro.  Le vetture di lusso, rubate in Spagna, sono state intercettate grazie ai sistemi LoJack al largo del porto di Napoli all’interno di due container a bordo di una nave di bandiera bahamese, proveniente da Genova e diretta a Malta. Di lì il bottino si sarebbe poi spostato verso la meta finale, Toyama City in Giappone. Il furto delle auto è un crimine molto diffuso. E’ difficile trovare qualcuno che non abbia conoscenza diretta del problema, o per essere stato derubato personalmente del proprio veicolo o amico o parente di qualcuno che ha subito il furto. Nonostante ciò il fenomeno, a livello italiano ed europeo, è in diminuzione. Come pure è in netto calo il numero dei ritrovamenti dei veicoli rubati, come afferma lo stesso Ministero degli Interni del nostro paese. Eppure le tecnologie che possono aiutare a proteggere le auto dai furti sono sempre più sofisticate. Le ragioni di questa situazione sono molteplici, come racconta Antonio Montanaro, funzionario dell’Interpol in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata. Montanaro è un ufficiale specializzato presso l’unità droga e crimine organizzato del segretariato generale dell’Interpol a Lione; fino al 2010 ha diretto per 10 anni la sezione traffico internazionale di autoveicoli e natanti dell’Interpol di Roma. E’ quindi la persona che meglio può spiegare la situazione e quanto il fenomeno sia radicato a livello internazionale. “I veri ladri d’auto riscontrano molte difficoltà nel rubare i veicoli di oggi, in quanto la maggior parte è dotata di strumenti di prevenzione efficaci. A questo si aggiungano gli incentivi offerti dalle case per installare l’antifurto che rappresenta un forte deterrente. Ciò determina la riduzione dei furti. La diminuzione dei recuperi invece, introduce un aspetto strategico. Chi è dedito al furto d’auto, che va sottolineato è oramai un fenomeno internazionale, non può essere ostacolato da questi elementi di protezione: deve inventarsi qualcosa per ottenere lo stesso risultato. Diminuiscono i furti e crescono le frodi nei confronti delle compagnie d’assicurazione e delle società finanziarie. Frodi che hanno inizio addirittura al momento dell’immatricolazione, che in Italia, ad esempio, avviene senza alcun controllo. I documenti necessari sono facilmente falsificabili e sono ancora poche le banche dati condivise e disponibili ai vari uffici. Le assicurazioni, ad esempio, non effettuano mai alcun controllo. L’auto che stanno per assicurare potrebbe già essere stata venduta ed essere in possesso di un altro proprietario. Una volta immessa in un mercato parallelo è difficile poterla recuperare”. “Per quanto riguarda le strategie per contrastare il fenomeno dei furti d’auto, in Italia si fa poca prevenzione rispetto ad altri paesi, ad esempio gli Stati Uniti. Ricordo un episodio, forse eclatante, forse una truffa, però accade anche questo: un signore aveva acquistato una Ferrari, l’aveva parcheggiata nel box privato e aveva lasciato le chiavi nello stesso box. Per il ladro un lavoro facile, ha rotto la serratura del box e si è portato via la Ferrari comodamente con le chiavi. In America questo non potrebbe avvenire. Le associazioni per i consumatori sono prodighe di consigli per evitare comportamenti a rischio. E, tra l’altro, l’assicurazione americana non rifonde i casi di furto molto sospetti o causati da incuria del proprietario. Nel nostro paese, invece, l’assicurazione paga. E’ certamente un incentivo per una truffa. C’è anche un altro problema. I sistemi di prevenzione adottati dalle case produttrici trasformano spesso il furto d’auto in rapina. I costruttori installano sulle automobili sistemi di accensione originali e sofisticati, che richiedono, ad esempio, la chiave di avviamento originale. In questo caso chi vuole rubare la macchina deve portarla via al proprietario mentre questo è a bordo o la parcheggia. Nella mia esperienza mi sono imbattuto sovente in casi in cui la chiave di avviamento era stata rubata dalla borsetta o dalla giacca del proprietario che l’aveva lasciata incustodita. Alcune macchine prevedono la chiusura delle porte appena si innesta la marcia. Si sono verificati diversi casi in Puglia: il ladro apriva la portiera subito dopo che il guidatore era salito sull’auto, magari stava già muovendosi, lo scaraventa fuori e si allontana indisturbato con il veicolo. Un sistema di chiusura automatica delle porte può evitare questo inconveniente. Sicuramente per la prevenzione del fenomeno furti, ottimi risultano i sistemi di localizzazione e tracciabilità. Sono dei buoni deterrenti e consentono di abbattere i costi di assicurazione. Un valido deterrente è anche quello di far sapere ai ladri che l’auto è dotata di un sistema di geolocalizzazione o tracciabilità. Questi sistemi aiutano molto le indagini dopo il ritrovamento. Consentono di tracciare la storia del furto e forniscono informazioni utili sulla banda che l’ha eseguito”. I dati relativi al furto di auto nel 2010, per quanto in calo rispetto ai valori del decennio precedente, rivelano tuttavia ancora come la nostra Penisola rappresenti per le organizzazioni criminali organizzate sia un interessante mercato finale, sia un fertile mercato di approvvigionamento. I dati registrati dalla centrale LoJack nel corso degli episodi di recupero di autoveicoli e moto rubate condotti in collaborazione con le Forze dell’Ordine, rivelano ad esempio in alcune zone di Italia il consolidamento di alcuni modus operandi tra cui l’asportazione dell’antifurto meccanico, la sostituzione della targa e la clonazione del telecomando. Proprio quest’ultima tecnica, ad esempio, ha colto di sorpresa la proprietaria di una BMW X5 rubata in pieno giorno in centro a Milano. L’auto, equipaggiata con il sistema LoJack Vigile (che si attiva immediatamente nel caso di un “movimento non autorizzato” del veicolo), è stata localizzata e tenuta sotto controllo dalle Forze dell’Ordine. Nel giro di poche ore la proprietaria ha potuto riappropriarsi dell’auto, che non presentava alcun segno di effrazione. Si tratta di una tecnica emergente messa in atto dai malviventi che attraverso l’ausilio di semplici dispositivi, facilmente rintracciabili in rete, riescono a trasmettere un segnale al telecomando di apertura del veicolo e a utilizzare questo per aprire la vettura come se venisse regolarmente aperta con il proprio telecomando attraverso la clonazione del segnale.  Vi sono poi casi di auto rubate solo in apparenza provenienti da Paesi stranieri: molte auto di grossa cilindrata rubate nel Nord Italia vengono portate all’estero per poi rientrare sempre nella nostra Penisola completamente contraffatte (n. telaio/documenti/targa/colore). E’ il caso di una Porsche Cayenne rubata nel nord Italia e recuperata a Desenzano con a bordo tre bulgari. L’auto era completamente contraffatta e l’unico elemento che ha consentito di risalire all’identità della vettura era il dispositivo wireless di LoJack installato al suo interno. La tecnologia LoJack è la risposta più efficace al problema, sempre più grave e globale, del furto dei veicoli. I sistemi LoJack sono basati su una collaudata tecnologia wireless ad alta frequenza estremamente efficace, anche quando il veicolo si trova in un container di acciaio, in un garage o in un parcheggio sotterraneo. Oltre a essere efficace, il sistema LoJack è molto difficile da individuare o schermare: grazie alla tecnologia a radio frequenza non vi sono segnali esterni visibili, quali led luminosi o antenne, che svelino che il veicolo è equipaggiato con dispositivo LoJack.  Inoltre, uno dei principali punti di forza che distinguono LoJack da tutti i concorrenti è rappresentato dagli esclusivi rapporti di collaborazione con le Forze dell’Ordine, sui cui mezzi (autopattuglie, elicotteri, aerei) sono installate speciali unità “Vehicle Tracking Computer” (VTC) per rintracciare e recuperare i veicoli rubati seguendo il segnale emesso dal dispositivo LoJack. Le soluzioni LoJack garantiscono una precisione senza precedenti nel tracciamento di beni mobili. Una volta che il sistema è attivato, il veicolo, o altro bene rubato, comunica la sua posizione attraverso il segnale silenzioso a radio frequenza emesso dal trasmettitore nascosto al suo interno. Questo processo collaudato è riconosciuto da molti professionisti delle Forze dell’Ordine come il più efficace per il recupero dei veicoli rubati. I sistemi della società, attiva in America dal 1986 e in Italia dal 2006 (oggi con quasi 20mila abbonati), hanno raggiunto una percentuale di successo del 90% nel recupero di veicoli rubati su più di 8 milioni di unità installate, per un totale di oltre 250mila veicoli recuperati pari a un valore superiore ai 5 miliardi di dollari. Il sistema LoJack è completamente operativo in tutto il territorio della penisola ed è venduto attraverso una rete capillare di concessionari autorizzati, ma ha anche accordi diretti con case madri, come Mitsubishi, Peugeot, Citroën, Maserati, Chrysler, Chatenet, Jaguar e Piaggio, che installano il dispositivo LoJack sui propri modelli. Primarie compagnie assicuratrici offrono sconti importanti sulle polizze furto incendio su auto equipaggiate con LoJack. Speciali condizioni assicurative associate al sistema LoJack sono offerte da gruppo Allianz, Filo diretto Assicurazioni, Sai Fondiaria, gruppo Alleanza Toro, Lloyd’s di Londra, Groupama, Assimoco – per citare i nomi più noti – e gli sconti riconosciuti permettono ai clienti di compensare l’investimento nel sistema. Amisat-LoJack, la polizza all inclusive per auto in collaborazione con Filo diretto è stata riconosciuta come il miglior prodotto assicurativo per auto dalla prestigiosa rassegna MF Innovazione Award 2009, realizzata dagli esperti di Milano Finanza in collaborazione con DP Analisi Finanziaria. LoJack ha l’autorizzazione del Ministero dell’Interno per poter fornire il suo sistema per rintracciare e recuperare i veicoli rubati alle Forze dell’Ordine. Il sistema LoJack, oggi, è utilizzato da oltre 500 pattuglie delle Forze dell’Ordine su tutto il territorio nazionale e la collaborazione è attiva con diverse Forze di Polizia per coprire il recupero dei veicoli rubati nelle grandi città, su strade, autostrade e in prossimità delle vie d’uscita come porti o confini. Per quanto riguarda la Polizia Stradale le pattuglie equipaggiate sono più di 50 (Lazio e Roma totalmente coperti), mentre la Polizia Provinciale utilizza il sistema LoJack in diversi comuni della provincia di Roma. Per quanto riguarda, invece, i comandi di Polizia Locale (Vigili Urbani), sono più di 60 le città in cui è operativo il sistema LoJack e per grandezza si possono citare i comuni di: Napoli, Alessandria, Padova, Trento, Frosinone, Teramo, Bari, Novara, Catanzaro, Siracusa, Catania, Ancona e Trani. La città di Milano, in particolare, sembra costituire un centro nevralgico delle rotte che vedono transitare le auto rubate nel nostro Paese.  Nel capoluogo lombardo sono state ritrovate in più di un’occasione auto rubate in Costa Azzurra: è stata ritrovata ad esempio la vettura di un famoso calciatore del Monaco, una BMW 635, rubata durante una rapina alla sua villa di Roquebrune Cap Martin, mentre a dicembre la Polizia ha recuperato una Range Rover rubata a Mougins, paese tra Cannes e Nizza, in un garage multipiano in zona corso Buenos Aires.  Un ultimo significativo e recente caso, registrato nel porto di Napoli a gennaio di quest’anno, ha portato al ritrovamento di due Ferrari (una 458 e una 599), una Porsche Panamera e una Mercedes SLS AMG, per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro.  Le vetture di lusso, rubate in Spagna, sono state intercettate grazie ai sistemi LoJack al largo del porto di Napoli all’interno di due container a bordo di una nave di bandiera bahamese, proveniente da Genova e diretta a Malta. Di lì il bottino si sarebbe poi spostato verso la meta finale, Toyama City in Giappone. Il furto delle auto è un crimine molto diffuso. E’ difficile trovare qualcuno che non abbia conoscenza diretta del problema, o per essere stato derubato personalmente del proprio veicolo o amico o parente di qualcuno che ha subito il furto. Nonostante ciò il fenomeno, a livello italiano ed europeo, è in diminuzione. Come pure è in netto calo il numero dei ritrovamenti dei veicoli rubati, come afferma lo stesso Ministero degli Interni del nostro paese. Eppure le tecnologie che possono aiutare a proteggere le auto dai furti sono sempre più sofisticate. Le ragioni di questa situazione sono molteplici, come racconta Antonio Montanaro, funzionario dell’Interpol in prima linea nella lotta contro la criminalità organizzata. Montanaro è un ufficiale specializzato presso l’unità droga e crimine organizzato del segretariato generale dell’Interpol a Lione; fino al 2010 ha diretto per 10 anni la sezione traffico internazionale di autoveicoli e natanti dell’Interpol di Roma. E’ quindi la persona che meglio può spiegare la situazione e quanto il fenomeno sia radicato a livello internazionale. “I veri ladri d’auto riscontrano molte difficoltà nel rubare i veicoli di oggi, in quanto la maggior parte è dotata di strumenti di prevenzione efficaci. A questo si aggiungano gli incentivi offerti dalle case per installare l’antifurto che rappresenta un forte deterrente. Ciò determina la riduzione dei furti. La diminuzione dei recuperi invece, introduce un aspetto strategico. Chi è dedito al furto d’auto, che va sottolineato è oramai un fenomeno internazionale, non può essere ostacolato da questi elementi di protezione: deve inventarsi qualcosa per ottenere lo stesso risultato. Diminuiscono i furti e crescono le frodi nei confronti delle compagnie d’assicurazione e delle società finanziarie. Frodi che hanno inizio addirittura al momento dell’immatricolazione, che in Italia, ad esempio, avviene senza alcun controllo. I documenti necessari sono facilmente falsificabili e sono ancora poche le banche dati condivise e disponibili ai vari uffici. Le assicurazioni, ad esempio, non effettuano mai alcun controllo. L’auto che stanno per assicurare potrebbe già essere stata venduta ed essere in possesso di un altro proprietario. Una volta immessa in un mercato parallelo è difficile poterla recuperare”. “Per quanto riguarda le strategie per contrastare il fenomeno dei furti d’auto, in Italia si fa poca prevenzione rispetto ad altri paesi, ad esempio gli Stati Uniti. Ricordo un episodio, forse eclatante, forse una truffa, però accade anche questo: un signore aveva acquistato una Ferrari, l’aveva parcheggiata nel box privato e aveva lasciato le chiavi nello stesso box. Per il ladro un lavoro facile, ha rotto la serratura del box e si è portato via la Ferrari comodamente con le chiavi. In America questo non potrebbe avvenire. Le associazioni per i consumatori sono prodighe di consigli per evitare comportamenti a rischio. E, tra l’altro, l’assicurazione americana non rifonde i casi di furto molto sospetti o causati da incuria del proprietario. Nel nostro paese, invece, l’assicurazione paga. E’ certamente un incentivo per una truffa. C’è anche un altro problema. I sistemi di prevenzione adottati dalle case produttrici trasformano spesso il furto d’auto in rapina. I costruttori installano sulle automobili sistemi di accensione originali e sofisticati, che richiedono, ad esempio, la chiave di avviamento originale. In questo caso chi vuole rubare la macchina deve portarla via al proprietario mentre questo è a bordo o la parcheggia. Nella mia esperienza mi sono imbattuto sovente in casi in cui la chiave di avviamento era stata rubata dalla borsetta o dalla giacca del proprietario che l’aveva lasciata incustodita. Alcune macchine prevedono la chiusura delle porte appena si innesta la marcia. Si sono verificati diversi casi in Puglia: il ladro apriva la portiera subito dopo che il guidatore era salito sull’auto, magari stava già muovendosi, lo scaraventa fuori e si allontana indisturbato con il veicolo. Un sistema di chiusura automatica delle porte può evitare questo inconveniente. Sicuramente per la prevenzione del fenomeno furti, ottimi risultano i sistemi di localizzazione e tracciabilità. Sono dei buoni deterrenti e consentono di abbattere i costi di assicurazione. Un valido deterrente è anche quello di far sapere ai ladri che l’auto è dotata di un sistema di geolocalizzazione o tracciabilità. Questi sistemi aiutano molto le indagini dopo il ritrovamento. Consentono di tracciare la storia del furto e forniscono informazioni utili sulla banda che l’ha eseguito”. I dati relativi al furto di auto nel 2010, per quanto in calo rispetto ai valori del decennio precedente, rivelano tuttavia ancora come la nostra Penisola rappresenti per le organizzazioni criminali organizzate sia un interessante mercato finale, sia un fertile mercato di approvvigionamento. I dati registrati dalla centrale LoJack nel corso degli episodi di recupero di autoveicoli e moto rubate condotti in collaborazione con le Forze dell’Ordine, rivelano ad esempio in alcune zone di Italia il consolidamento di alcuni modus operandi tra cui l’asportazione dell’antifurto meccanico, la sostituzione della targa e la clonazione del telecomando. Proprio quest’ultima tecnica, ad esempio, ha colto di sorpresa la proprietaria di una BMW X5 rubata in pieno giorno in centro a Milano. L’auto, equipaggiata con il sistema LoJack Vigile (che si attiva immediatamente nel caso di un “movimento non autorizzato” del veicolo), è stata localizzata e tenuta sotto controllo dalle Forze dell’Ordine. Nel giro di poche ore la proprietaria ha potuto riappropriarsi dell’auto, che non presentava alcun segno di effrazione. Si tratta di una tecnica emergente messa in atto dai malviventi che attraverso l’ausilio di semplici dispositivi, facilmente rintracciabili in rete, riescono a trasmettere un segnale al telecomando di apertura del veicolo e a utilizzare questo per aprire la vettura come se venisse regolarmente aperta con il proprio telecomando attraverso la clonazione del segnale.  Vi sono poi casi di auto rubate solo in apparenza provenienti da Paesi stranieri: molte auto di grossa cilindrata rubate nel Nord Italia vengono portate all’estero per poi rientrare sempre nella nostra Penisola completamente contraffatte (n. telaio/documenti/targa/colore). E’ il caso di una Porsche Cayenne rubata nel nord Italia e recuperata a Desenzano con a bordo tre bulgari. L’auto era completamente contraffatta e l’unico elemento che ha consentito di risalire all’identità della vettura era il dispositivo wireless di LoJack installato al suo interno. La tecnologia LoJack è la risposta più efficace al problema, sempre più grave e globale, del furto dei veicoli. I sistemi LoJack sono basati su una collaudata tecnologia wireless ad alta frequenza estremamente efficace, anche quando il veicolo si trova in un container di acciaio, in un garage o in un parcheggio sotterraneo. Oltre a essere efficace, il sistema LoJack è molto difficile da individuare o schermare: grazie alla tecnologia a radio frequenza non vi sono segnali esterni visibili, quali led luminosi o antenne, che svelino che il veicolo è equipaggiato con dispositivo LoJack.  Inoltre, uno dei principali punti di forza che distinguono LoJack da tutti i concorrenti è rappresentato dagli esclusivi rapporti di collaborazione con le Forze dell’Ordine, sui cui mezzi (autopattuglie, elicotteri, aerei) sono installate speciali unità “Vehicle Tracking Computer” (VTC) per rintracciare e recuperare i veicoli rubati seguendo il segnale emesso dal dispositivo LoJack. Le soluzioni LoJack garantiscono una precisione senza precedenti nel tracciamento di beni mobili. Una volta che il sistema è attivato, il veicolo, o altro bene rubato, comunica la sua posizione attraverso il segnale silenzioso a radio frequenza emesso dal trasmettitore nascosto al suo interno. Questo processo collaudato è riconosciuto da molti professionisti delle Forze dell’Ordine come il più efficace per il recupero dei veicoli rubati. I sistemi della società, attiva in America dal 1986 e in Italia dal 2006 (oggi con quasi 20mila abbonati), hanno raggiunto una percentuale di successo del 90% nel recupero di veicoli rubati su più di 8 milioni di unità installate, per un totale di oltre 250mila veicoli recuperati pari a un valore superiore ai 5 miliardi di dollari. Il sistema LoJack è completamente operativo in tutto il territorio della penisola ed è venduto attraverso una rete capillare di concessionari autorizzati, ma ha anche accordi diretti con case madri, come Mitsubishi, Peugeot, Citroën, Maserati, Chrysler, Chatenet, Jaguar e Piaggio, che installano il dispositivo LoJack sui propri modelli. Primarie compagnie assicuratrici offrono sconti importanti sulle polizze furto incendio su auto equipaggiate con LoJack. Speciali condizioni assicurative associate al sistema LoJack sono offerte da gruppo Allianz, Filo diretto Assicurazioni, Sai Fondiaria, gruppo Alleanza Toro, Lloyd’s di Londra, Groupama, Assimoco – per citare i nomi più noti – e gli sconti riconosciuti permettono ai clienti di compensare l’investimento nel sistema. Amisat-LoJack, la polizza all inclusive per auto in collaborazione con Filo diretto è stata riconosciuta come il miglior prodotto assicurativo per auto dalla prestigiosa rassegna MF Innovazione Award 2009, realizzata dagli esperti di Milano Finanza in collaborazione con DP Analisi Finanziaria. LoJack ha l’autorizzazione del Ministero dell’Interno per poter fornire il suo sistema per rintracciare e recuperare i veicoli rubati alle Forze dell’Ordine. Il sistema LoJack, oggi, è utilizzato da oltre 500 pattuglie delle Forze dell’Ordine su tutto il territorio nazionale e la collaborazione è attiva con diverse Forze di Polizia per coprire il recupero dei veicoli rubati nelle grandi città, su strade, autostrade e in prossimità delle vie d’uscita come porti o confini. Per quanto riguarda la Polizia Stradale le pattuglie equipaggiate sono più di 50 (Lazio e Roma totalmente coperti), mentre la Polizia Provinciale utilizza il sistema LoJack in diversi comuni della provincia di Roma. Per quanto riguarda, invece, i comandi di Polizia Locale (Vigili Urbani), sono più di 60 le città in cui è operativo il sistema LoJack e per grandezza si possono citare i comuni di: Napoli, Alessandria, Padova, Trento, Frosinone, Teramo, Bari, Novara, Catanzaro, Siracusa, Catania, Ancona e Trani. Nelle città di Milano, Torino e Venezia la Polizia Giudiziaria è equipaggiata con dispositivi LoJack. Ulteriori accordi sono in fase di definizione, in ogni caso il sistema LoJack è completamente operativo in tutta la penisola e dove non ci sono pattuglie delle Forze dell’Ordine equipaggiate il servizio è garantito da polizie private (ex. vetture Mondialpol o elicotteri) per la localizzazione del veicolo; ma il recupero avviene sempre attraverso le Forze dell’Ordine Istituzionali. La FCC – Commissione Comunicazioni Federali – agenzia governativa indipendente che negli Stati Uniti è incaricata di tutti gli usi non governativi dello spettro radio, ha concesso a LoJack il permesso di estendere le applicazioni della sua frequenza radio. In questo modo, le soluzioni LoJack potranno essere utilizzate non solo per rintracciare e recuperare i veicoli rubati ma anche in altri ambiti, come ad esempio rintracciare e recuperare persone scomparse, ricercati dalle Forze dell’Ordine, individui colpiti dalla sindrome di Alzheimer o materiali pericolosi. La nuova generazione di sistemi per recuperare i veicoli in caso di furto è autoalimentata e non grava sui consumi elettrici del veicolo e funziona anche in caso di guasto o manomissione della batteria, assicurando la massima protezione dal furto per tutti i veicoli di oggi e quelli del futuro, inclusi quelli elettrici. . Nelle città di Milano, Torino e Venezia la Polizia Giudiziaria è equipaggiata con dispositivi LoJack. Ulteriori accordi sono in fase di definizione, in ogni caso il sistema LoJack è completamente operativo in tutta la penisola e dove non ci sono pattuglie delle Forze dell’Ordine equipaggiate il servizio è garantito da polizie private (ex. vetture Mondialpol o elicotteri) per la localizzazione del veicolo; ma il recupero avviene sempre attraverso le Forze dell’Ordine Istituzionali. La FCC – Commissione Comunicazioni Federali – agenzia governativa indipendente che negli Stati Uniti è incaricata di tutti gli usi non governativi dello spettro radio, ha concesso a LoJack il permesso di estendere le applicazioni della sua frequenza radio. In questo modo, le soluzioni LoJack potranno essere utilizzate non solo per rintracciare e recuperare i veicoli rubati ma anche in altri ambiti, come ad esempio rintracciare e recuperare persone scomparse, ricercati dalle Forze dell’Ordine, individui colpiti dalla sindrome di Alzheimer o materiali pericolosi. La nuova generazione di sistemi per recuperare i veicoli in caso di furto è autoalimentata e non grava sui consumi elettrici del veicolo e funziona anche in caso di guasto o manomissione della batteria, assicurando la massima protezione dal furto per tutti i veicoli di oggi e quelli del futuro, inclusi quelli elettrici. 

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