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GUARDIA COSTIERA ALL’OPERA PER SALVARE MIGRANTI E DIPORTISTI, SEMPRE

Sono in molti a pensare alla Guardia Costiera (noi “vecchietti” del mare restiamo ancorati però al diminutivo affettuoso di “CP”, Capitaneria di Porto, anche se oggi è riduttivo). Si, riduttivo perché le mansioni della Guardia Costiera sono innumerevoli, dedicate alla sicurezza e alla salvaguardia delle persone in mare. Non va dimenticato, infatti, che il Corpo è un’emanazione della Marina Militare, insomma persone preparate per vivere e lavorare in mare per garantire la massima sicurezza.

Tra i doveri della Guardia Costiera molti vengono ignorati dai media come fossero dovuti. Alla ribalta finiscono solo le notizie che destano maggiore eco, come in questo momento quelle relative ai migranti verso Lampedusa.

Pochi giorni fa, ad esempio, la Capitaneria di Porto di Roccella Jonica ha ricevuto segnalazione circa la presenza di un’imbarcazione con circa 100 migranti su posizione imprecisata. La Guardia costiera ha  avviato le ricerche con due motovedette e un aereo ATR 42 che alle 19.20 ha localizzato un catamarano a 60 miglia a sud di Roccella  con 140 migranti a bordo. Alle ore 08:05 della mattina successiva sono giunti sulla costa di  Roccella Jonica i migranti a bordo del catamarano avvistato dall’aereo ATR 42 della Guardia Costiera a 60 miglia a sud della costa calabrese. I migranti – 46 uomini, 12 bambini e 12 donne, tra cui una partoriente – sono stati soccorsi dalla Motovedetta 308 della Guardia Costiera che, dopo averli recuperati, li ha  trasportati a terra. Il salvataggio è avvenuto con condizioni del mare molto mosso che ha reso difficile il trasbordo dei naufraghi. Le barche stracariche con i nordafricani a bordo viaggiano quasi sempre in condizioni precarie, sovraccariche, con motori poco affidabili (e i “viaggiatori” pagano circa 1.000 euro a testa per il viaggio) e spetta alla Guardia Costiera salvarli dalla loro precarietà, come nel caso citato. Se poi elevano qualche contravvenzione ai diportisti sprovveduti durante l’estate, si ricordino i colpiti dal provvedimento che è un giusto rimprovero, anche se quantificato economicamente, per aver disatteso qualche regola di base, che in mare si traduce troppo spesso nella potenziale provocazione di situazioni pericolose per se stessi e per gli altri.