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Easter Jeep Safari, 50th Anniversary per questo evento cult

A Moab due settimane di grande festa di compleanno per tutti i Jeepers che hanno potuto ammirare 7 concept realizzati da Mark Allen, responsabile di Jeep design

L’annuale appuntamento cult per ogni appassionato di Jeep e di off-road si è concluso la settimana scorsa e ancora una volta il marchio icona di fuoristrada ha presentato 7 concept realizzati da Mark Allen, responsabile di Jeep design, anche utilizzando particolari after market presenti sul catalogo Mopar.

Abitualmente con il termine concept si identificano quei modelli ancora in fase di studio, in questo caso significa pezzi unici e non necessariamente derivati da modelli attualmente in commercio, possono anche essere delle rivisitazioni di modelli del passato, come quest’anno per la Jeep F150 e la Crew Chief 715.

[ 1 ] JEEP TRAILCAT

Senz’altro il modello più appariscente e intrigante presente a questo 50th Easter Jeep Safari è la Jeep Trailcat, ovvero una Wrangler con il motore supercharged Hellcat da 720 cv (+/-).

Per consentire al potente Hemi V8 da 6,2 litri di stare sotto il cofano, gli ingegneri hanno dovuto allungare il passo di 12” (305 mm).

La trasmissione si avvale di un cambio manuale a 6 rapporti, ponti anteriori e posteriori con ponti Dana 60, sospensioni con ammortizzatori Fox, cerchi da 17” con beadlook e pneumatici BF-Goodrich Krawler T/A KX 40×14.50 R.

Le variazioni estetiche interessano un po’ tutta la vettura, ad iniziare dal parabrezza abbassato di 5 cm, il cofano motore si presenta con una generosa apertura per migliorare il raffreddamento del motore, griglia anteriore nera satinata, fari Led, paraurti stretto Mopar con bull-bar e 2 fari Led supplementari.

L’abitacolo presenta 2 sedili sportivi come quelli della Dodge Viper, rivestiti in pelle Katzkin con cuciture gialle.

[ 2 ] JEEP SHORTCUT

La Jeep Shortcut ricorda un modello di qualche anno fa, la CJ5 degli anni ‘70, e come quel modello ha il passo più corto, in questo caso di 12” (305 mm) e una lunghezza totale inferiore di 26” (660 mm) rispetto all’attuale Wrangler, anche grazie ai paraurti più piccoli, a tutto vantaggio degli sbalzi più corti che migliorano gli angoli di attacco e uscita per una maggiore agilità in fuoristrada.

D’epoca anche la sua livrea Riverside Orange, colore che troviamo anche nei cerchi in acciaio da 17” che le conferisce un aspetto retrò con pneumatici BF Goodrich MT KM2 da 35”. L’altezza da terra è stata aumentata con un body lift da 2” e sono stati montati degli specifici ammortizzatori Fox.

Il motore è un moderno V6 Pentastar da 3,6 litri e 285 cv con cambio automatico a 5 rapporti e ponti Dana 44.

I rivestimenti dei sedili riprendono il colore della carrozzeria con disegno tartan tipo plaid per la fascia centrale.

[ 3 ] JEEP CREW CHIEF 715

Aspetto retrò anche per la Jeep Crew Chief 715 nella tipica livrea Tactical Green, tributo alla iconica Kaiser M715 prodotta per la US Army tra il 1967 e il ’69 in 33.000 esemplari.

Aveva un motore con 6 cilindri in linea da 3.800 cc e 135 cv con cambio manuale Warner T-98 a 4 rapporti, per una velocità massima di 90 km/h, i ponti anteriori erano Dana 60, quelli posteriori Dana 70.

Questo aspetto estetico, soprattutto nel frontale, era già stato visto all’Easter Jeep Safari nel 2010 sulla Jeep Nukizer, che però era stata realizzata sul pianale da 116” della Wrangler Unlimited e della Jeep J8, il particolare modello assemblato in Egitto dal 2008 e rivolto alle forze armate.

Riferendosi a questo Crew Chief 715, Mark Allen ha detto: “Non avevamo mai realizzato prima una Wrangler Unlimited crew cab pick-up”. Per certi versi è vero, ha 4 porte con 5 posti, ma ha anche un cassone da 1.524 mm per farne un pick-up e della Wrangler Unlimited non ha molto in comune, a cominciare dal passo che aumenta da 2.947 mm (116”) a 3.531 mm (139”) quasi +60 cm, con evidente modifica del telaio e conseguente lunghezza del veicolo.

In comune ha il motore V6 Pentastar da 3,6 litri e 284 cv abbinato ad un cambio automatico a 5 rapporti. I ponti sono Dana 60 sia avanti che dietro con un body lift da 4”. Per l’occasione, e per conferire un aspetto vintage, sugli esclusivi cerchi in lega da 20” sono stati montati degli pneumatici STA serie NDT con camera d’aria, specifici per veicoli militari storici, ma non omologati per circolare su strada.

[ 4 ] JEEP FC150

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Questo FC150, più che un concept è invece un bel restauro, almeno per quel che riguarda la carrozzeria, dello storico camioncino Forward Control prodotto dall’allora Willys dal 1956 al ’65.

Quel modello, che inizialmente aveva il telaio della CJ5 con un passo da 81” (2.057 mm), dal 1958 venne proposto con un nuovo telaio da 93” (2.362 mm) pur mantenendo lo stesso motore Hurricane F4-134 da 2,2 litri.

Ora, su questo FC150 restaurato, il telaio di origine è stato sostituito con quello della Wrangler TJ del 2005 che ha un passo praticamente uguale, 93,4” (2.373 mm) e il propulsore è stato cambiato con un più moderno 4 litri Jeep a 6 cilindri da 193 cv abbinato ad un cambio automatico a 3 rapporti. I ponti sono Dana 44 davanti e Dana 60 posteriormente, con cerchi in lamiera da 17” e pneumatici BF Goodrich MT T/A KM2 da 33”.

[ 5 ] JEEP TRAILSTORM

Nella sostanza è una Wrangler Unlimited con il motore 3,6 litri V6 Pentastar con cambio automatico a 5 rapporti e ponti anteriori e posteriori Dana 44 che si caratterizza per la livrea mimetica che richiama i colori del deserto dello Utah e per alcuni accessori del catalogo Mopar e Jeep Performance Parts.

Tra questi il cofano motore ventilato, il body lift da 2”, il paraurti anteriore con verricello, il porta ruota di scorta posteriore e i parafanghi maggiorati per consentire l’alloggiamento degli inediti cerchi da 17” con pneumatici BF Goodrich MT T/A da 37”.

Fuori catalogo il telo di copertura soft top con taglio fastback che comprende anche la parte alta delle portiere, cioè i finestrini che sono stati eliminati (?).

[ 6 ] JEEP RENEGADE COMMANDER

Come dichiarato dal Responsabile Jeep design Mark Allen, questa Renegade può essere facilmente replicata in questo modo con i kit a disposizione.

È molto simile alla Renegade Desert Hawk presente a Moab lo scorso anno, salvo alcuni particolari.

Per esempio l’adesivo sul cofano motore quest’anno è più grande e raffigura il territorio intorno a Moab, i cerchi sono sempre da 17”, ma gli pneumatici BF Goodrich AT sono una misura più piccola, 29.5” anziché 30.5”. Il resto è lo stesso, tettuccio apribile, quest’anno con pannelli removibili anziché in tela, piastre di protezione sottoscocca e barre portatutto sul tetto.

Il motore è un 2,4 litri Tigershark con cambio automatico a 9 velocità con Jeep Active Drive Low che riduce ulteriormente il rapporto finale per migliorare le capacità in fuoristrada e in discesa con l’Hill Descent Control.

[ 7 ] JEEP COMANCHE

È l’ultimo dei 7 modelli presentati all’Easter Jeep Safari di Moab ed è forse quello più interessante per l’economicità di gestione e la versatilità di utilizzo almeno per noi europei. Altro non è che una Renegade in versione El Camino o pick-up se preferite e forse qualcuno si ricorderà della Jeep Comanche prodotta negli USA dal 1984 al ’96 derivata dalla Cherokee.

Per realizzarlo è stato allungato il pianale della Renegade di 6” (15 cm) al fine di consentire di ricavare un cassone step side lungo 1.525 mm nel quale trova posto, alle spalle della cabina, la ruota di scorta.  L’idea non è poi tanto remota visto che tra i programmi Jeep è quello di realizzare un pick-up entro il 2017.

L’aspetto è molto militareggiante, con la verniciatura color sabbia, cofano nero opaco e cabina coperta con un telo. La dotazione comprende un verricello incassato nella ridisegnata parte anteriore, piastre di protezione sottoscocca, body lift da 2” e pneumatici BF Goodrich All Terrain da 32” montati su cerchi in acciaio da 16” verniciati neri.

Il motore è il 2 litri Multijet con cambio automatico a 9 rapporti con la trazione integrale Active Drive.

[ Paolo Pauletta ]

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