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Deep Orange, concept di oggi per le auto di domani

Un programma che coinvolge gli studenti di ingegneria della Clemson University

La Clemson University International Center for Automotive Research, più semplicemente conosciuta come CU-ICAR, si trova a Greenville nel South Carolina ed è un campus universitario dove il mondo accademico, l’industria e il Governo si uniscono per ottimizzare il futuro dell’industria automobilistica. A queste ricerche tecnologiche avanzate nel campo dell’automotive, sono coinvolti studenti laureati in ingegneria che, con il programma Deep Orange, hanno la possibilità di collaborare con i costruttori e interagire con i professionisti del settore automobilistico al fine di realizzare 1 Concept Car all’anno.

Deep Orange 1

Il primo Concept Car realizzato dal pool di studenti della CU-ICAR risale al 2010, quando al SEMA di Las Vegas venne presentato il Deep Orange 1, con lo slogan, «Future Electric Mobility», suscitando molta curiosità e probabilmente anche molta diffidenza. Oggi quel concept non sembra nulla di eccezionale, ma a quel tempo BMW ci aveva creduto, tanto che aveva messo a disposizione del progetto una Serie 1.

L’innovazione principale riguardava il sistema di propulsione ibrida plug-in. Un motore a benzina a 2 cilindri che caricava le batterie ai polimeri di litio che a loro volta alimentavano un motore elettrico e consentiva di avere un’autonomia in modalità solo elettrica di quasi 40 km, oppure abbinando i 2 motori oltre 600 km. Inoltre, per ricaricare le batterie si poteva anche collegarle ad una semplice presa di corrente domestica (plug-in).

Deep Orange 2/3

Dopo altri 2 anni di lavoro, nel 2013 arriva la Deep Orange 3. Grazie alla collaborazione con Mazda, gli studenti della Clemson University, hanno realizzato questo concept nel suo insieme, cioè oltre che sul sistema di propulsione, hanno lavorato anche sulla sua struttura e sull’abitabilità.

Il risultato finale è chiaramente ispirato al concept Mazda Shinari, ma per rispondere alle esigenze dei giovani e anche a quelle delle famiglie numerose, hanno progettato i sedili nella configurazione 3+3, un chiaro richiamo alle vetture americane anni ’60, nelle quali potevano stare 3 passeggeri sul sedile anteriore. Anche in questo caso la motorizzazione è ibrida plug-in, con un motore anteriore per la trazione anteriore ed uno elettrico posteriore per le ruote dietro. L’unicità del progetto che anticipa i tempi è la gestione elettronica della trazione che consente di avere a seconda delle necessità, solo 2 ruote motrici o la trazione integrale, oppure la modalità solo elettrica.

Deep Orange 4

Nel 2014 ritorna la collaborazione con BMW, ma in questo caso non sono intervenuti sulla meccanica della X3, dedicando il loro progetto esclusivamente alla realizzazione di una vettura maggiormente versatile, soprattutto per quel che riguarda lo spazio a disposizione e le possibilità di carico. Il risultato è un veicolo dalla doppia personalità, confortevole vettura e pratico pick-up.

Nella vista laterale non si nota la differenza rispetto ad una X3 di serie, ma nella vista posteriore si evidenzia la presenza di una doppia porta che consente l’accesso al piano di carico. Nel caso fosse necessario caricare oggetti più voluminosi, è possibile far scorrere il lunotto all’interno dell’abitacolo trasformando la X3 in un pickup.

Deep Orange 5

General Motors ha voluto sfidare gli studenti della CU-ICAR affidando loro il compito di realizzare una possibile vettura del 2020 che venisse incontro alle esigenze dei giovani della Y Generation (1980-1995) e Z Generation (1995-2010). Allo scopo hanno progettato da zero questo concept, senza utilizzare particolari strutturali di altre vetture in commercio, solo il motore è il 1.400 cc della Chevrolet Spark alimentato a gas con le bombole sapientemente inserite nel frame.

Il risultato è questa «capsula» in fibra di carbonio e alluminio, con doppie porte scorrevoli che consentono di accedere in un variopinto abitacolo che può accogliere 4 passeggeri su ergonomici sedili che possono essere ruotati fino a creare un ambiente salotto. L’aggregazione sociale viene favorita anche dai vari touch display per accedere al web e ai vari social.

Deep Orange 6

Il maggiore costruttore automobilistico del mondo ha voluto quest’anno collaborare con gli studenti della Clemson University che hanno così realizzato un concept molto innovativo ed ecologico, concentrato di sicurezza e tecnologia da proporre ai giovani della Z Generation.

La Toyota uBox ha tutte queste caratteristiche, nonostante la sua linea squadrata che può lasciare perplessi, ma che rispetta il suo nome: «la tua scatola».

La sua motorizzazione elettrica, nel pieno rispetto dell’ambiente, è chiaramente manifestata dal colore Verde della carrozzeria. Anche in questo ultimo concept, l’abitacolo è stato progettato per creare un ambiente social, nel quale i passeggeri possono praticare le varie attività, di lavoro o di svago. La modularità dei sedili e l’apertura ad armadio delle doppie porte consente di trasportare anche gli strumenti necessari per lo sport. La luminosità nell’abitacolo è offerta dal tetto in vetro curvo che con un esclusivo sistema scorre su guide in fibra di carbonio incollate sulla carrozzeria in alluminio.

Ancora in fase di progettazione, la Deep Orange 7 dell’anno prossimo sarà realizzata in collaborazione con BMW.

[ Paolo Pauletta ]

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