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BMW 3.0 CSL Hommage Concept: «tutto sua madre»

Presentato al Concorso d’Eleganza Villa D’Este, uno spettacolare concept che è al tempo stesso un tributo all’intramontabile 3.0 CSL, ed una sua dinamica ed attualizzata interpretazione

Le nostre auto Hommage dimostrano non soltanto quanto siamo orgogliosi del nostro passato, ma anche quanto importante può essere il passato per determinare il nostro futuro,” dice Adrian van Hooydonk, Senior vice-President BMW Group Design. “La BMW 3.0 CSL Hommage rappresenta un riconoscimento delle conquiste ingegneristiche realizzate dalla BMW 3.0 CSL con il suo design leggero e le sue prestazioni. Con una costruzione leggera intelligente e con materiali moderni, la 3.0 CSL Hommage porta quello stesso carattere nel 21° secolo, mostrandolo in una nuova ed eccitante forma”.

Se si potesse trasformare l’inanimato in vitale e il frutto di questa trasformazione potesse saltare, come ne «La rosa purpurea del Cairo» all’interno di uno schermo, potremmo immaginare questo capolavoro del design BMW come Guillaume, il protagonista del film citato nel titolo che, amando a dismisura la madre, cerca di assorbirne l’identità trovando alla fine il suo posto in un mondo che, in questo momento, si chiama Villa d’Este.

Un ponte tra passato e presente

Ma, sempre rubando al mondo della celluloide, potremmo anche ricordare «Ieri, Oggi e Domani» poiché «CSL» significa oggi – come significava ieri e significherà domani – «Coupé Sport Leichtbau» (coupé, sport, costruzione leggera).

E difatti la «vecchia» BMW 3.0 CSL pesava quasi 200 kg in meno rispetto alla BMW 3.0 CS e questo grazie a cofano motore, portellone e spoiler in alluminio, ai finestrini in plexiglass e ad un equipaggiamento ridotto all’osso, caratteristiche che, unite ad una sofisticata preparazione, la portò ad una brillante carriera in pista.

Allora l’alluminio, oggi il CFRP (plastica rinforzata con fibre di carbonio) ma ieri come oggi la ragione del loro utilizzo è sempre la stessa ed il CFRP – più leggero e robusto dell’alluminio – è stato largamente utilizzato sia all’esterno sia all’interno della 3.0 CSL Hommage e questo grazie alla posizione di leadership di BMW nell’applicazione del CFRP nella costruzione automobilistica.

Ieri come oggi una linea iconica

Karim Habib, capo di BMW Design, nello spiegare l’idea che sta dietro al progetto della BMW 3.0 CSL Hommage ha affermato che “per i designer BMW come noi, la BMW 3.0 CSL rappresenta un’icona di stile. La sua combinazione di geni sportivi e di eleganza dà vita ad un’estetica affascinante che continua a conquistare i cuori anche oggi.  La BMW 3.0 CSL Hommage celebra molte di queste caratteristiche, senza però copiarle. Infatti, alcuni dei paralleli non sono immediatamente ovvi. Volevamo che la gente potesse percepire la somiglianza alla famiglia piuttosto che vederla al primo sguardo”.

In effetti guardando le immagini della BMW 3.0 CSL Hommage e confrontandole con quelle della sua progenitrice l’effetto può essere quello della percezione ma per chi ha avuto la fortuna di vedere e toccare, se non qualcosa di più, la «vecchia» CSL, la nuova viene percepita come il ritorno del figliol prodigo: ce lo si trova davanti dopo lunghi anni di assenza ma lo si riconosce, benché profondamente cambiato, al primo sguardo; questione – come si diceva prima – di DNA…

Certo i progressi nello studio di aerodinamica e fluidodinamica si vedono tutti come pure le finezze per diminuire ulteriormente la resistenza all’aria (una su tutte le piccole telecamere utilizzate come retrovisori) ma gli elementi aerodinamici sono ancora tutti là, dallo spoiler anteriore in fibra di carbonio ai passaruota allargati (sulla vecchia CSL lo erano molto di più ma il corpo vettura era più stretto…), dall’alettone posteriore, chiara reinterpretazione del vecchio, all’andamento posteriore del padiglione ed ancora dal taglio del finestrino posteriore al vicino posizionamento del logo BMW ed al piccolo alettone, in realtà un convogliatore di flusso, posto – come nel vecchio modello – a fine padiglione, appena sopra il bordo superiore del lunotto.

Ma le vere novità, a parte (e non è poco) la linea attuale, sono funzionali: come ieri si procedeva per intuito e progressiva esperienza oggi si attinge ad un bagaglio infinito di conoscenze che permettono di focalizzare i diversi problemi ed armonizzarne le soluzioni: il deflettore anteriore regola e porta aria al vano motore, mentre la presa d’aria e relativo sfogo dei passaruota posteriori assicurano un flusso ottimale intorno al veicolo. Il grande spoiler posteriore aumenta l’effetto suolo permettendo così si caricare efficacemente la potenza a terra. I sistemi Air Curtain e Air Breather garantiscono l’ottimale ventilazione delle arcate delle ruote.

Al centro, la caratteristica griglia a doppio rene BMW si sviluppa in orizzontale ma rimane saldamente ancorata allo stile della calandra del passato e, oggi come ieri, 6 sono i cilindri in linea del propulsore e quattro i proiettori che logicamente oggi utilizzano tecnologia a luci a laser e a Led.

La crisalide era la vecchia CLS e da questa ha spiccato il volo il nuovo concept le cui fiancate, il lungo passo e l’infinito cofano motore sono là a dimostrare che il passare del tempo non annulla il passato e che, anzi, la volontà dei designer BMW è proprio quella di dimostrarlo, anche nella linea continua orizzontale che si rivela elemento stilistico in comune con la precedente BMW 3.0 CSL: il suo ininterrotto listello cromato. Insieme alla livrea nera sottostante, la linea continua intensifica l’aspetto piatto e allungato delle fiancate.

Enormi le ruote di ieri, ancora più impressionanti quelle di oggi e qui, nonostante tutto il nostro amore per le auto d’epoca, non possiamo non cedere al fascino delle attuali ruote in lega nere da 21 pollici i cui cerchi sono contornati da pneumatici la cui sezione sembra niente più che un segno di pennarello grosso e qui, forse più che altrove, il messaggio visivo del progresso è devastante: enorme impronta a terra + deriva vicino allo zero = tenuta di strada da fantascienza, per non parlare della funzionalità aerodinamica dei cerchi le cui lamelle di controllo canalizzano l’aria negli interstizi dei cerchi stessi ottimizzando ulteriormente i flussi.

Le superfici generose della coda sottolineano una grande presenza su strada enfatizzata dall’effetto speciale generato dalle luci posteriori collegate fra loro da una striscia a Led che corre lungo tutto lo spoiler: se poi si immagina l’auto che di notte ci supera rombando eccoci servito un bello spettacolo di «suoni e luci».

E veniamo infine all’ultimo legame, chiaramente voluto, con la vecchia CSL e cioè il colore, quel Golf Yellow della nuova concept preso pari pari dalla «mazzetta» colori dell’epoca.

Gli interni: in sospeso tra videogioco, passato e futuro prossimo venturo

Essenziali come conviene ad una vera auto da corsa, eleganti nella loro sportività come si richiede ad un prototipo, funzionali come debbono esserlo quelli di una BMW, sono tutti in CFRP, ingentilito dal richiamo al legno del “pannello strumenti” ad andamento orizzontale e puramente strutturale. Ed è questa una citazione degli interni della BMW 3.0 CSL stradale di una volta, nella quale legni pregiati la facevano da padrone nell’abitacolo.

Anche la presenza di strumenti altamente tecnologici come il piccolo display centrale di ricarica dell’eBoost e quello, altrettanto piccolo, dell’infotainment interrompono lievemente il pannello in legno.

Molto belli, anzi di più, i sedili avvolgenti con cinture di sicurezza a sei punti e dispositivi di sicurezza anodizzati di color rosso come gli ugelli dell’estintore, l’estintore stesso ed i due interruttori sulla console centrale per lo spegnimento d’emergenza del motore e del meccanismo dell’estintore. Inequivocabile l’ennesimo richiamo alla vocazione racing che si materializza nella presenza dei due caschi in cui alloggiamenti sono integrati nel tunnel della trasmissione. Al posto di un divano posteriore, vi sono soltanto le coperture per gli accumulatori di energia eBoost.

Nonostante la presenza di materiali ultimo grido il richiamo al passato ritorna con l’utilizzo dell’alluminio con il quale sono stati meticolosamente realizzati i rivestimenti in alluminio a copertura dei punti di giuntura tra i singoli elementi strutturali e nella presenza – di una essenzialità e di un romanticismo infiniti – della cinghietta interna in sostituzione della maniglia di apertura delle portiere.

Qualunque cosa abbia voluto in effetti essere questa operazione, il risultato è talmente bello da farci chiudere gli occhi e desiderare di essere… l’Arsenio Lupin di turno…

[ Giovanni Notaro ]

 

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