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A San Cassiano una finestra sulla preistoria

Ci vogliono 4 ore di cammino, immersi in un paesaggio straordinario, per raggiungere la grotta delle Conturines: si parte da San Cassiano (m. 1725), si sale all’Armentarola, quindi alla Capanna Alpina, e poi su fino al Col de Locia, per proseguire poi lungo il Valun dles Avares, fino a quota 2800 metri dove emerge, da un passato lontanissimo, la Grotta dell’Orso, sotto la cima delle Conturines. Un’escursione difficile. Dentro la grotta, ad alta quota, a 200 metri di profondità, fra 50 e 40 mila anni fa gli orsi fecero la loro tana nella roccia delle Dolomiti, fra stalattiti di rara bellezza. Una porta che ci conduce alla preistoria.
La grotta fu scoperta il 23 settembre 1987 da Willy Costamoling di Corvara. Quel giorno Costamoling entrò per caso in un anfratto sotto la Cima delle Conturines. Non poteva certo immaginare che avrebbe fatto una scoperta unica: davanti a lui si aprì una grotta gremita di ossa dell’orso “delle caverne”, un animale estinto, il cui ritrovamento ha dato informazioni importanti sulle Dolomiti in epoca preistorica. Negli anni successivi alla scoperta la grotta è stata studiata, scavata ed esplorata sistematicamente da un gruppo di ricerca dell’Università di Vienna sotto la guida del professor Gernot Rabeder.
I risultati di tale ricerca furono sensazionali: l’orso delle Conturines apparteneva a una nuova specie di orso delle caverne mai descritta prima di allora, battezzata Ursus ladinicus, in onore dei Ladini delle Dolomiti. Furono trovati anche resti del leone delle caverne. Reperti che assumono un’importanza fondamentale per lo studio del clima preistorico nelle Dolomiti. Fu una scoperta unica, considerando fra l’altro che quella delle Conturines è la grotta più alta mai ritrovata, con reperti dell’orso e del leone delle caverne. L’eccezionalità del ritrovamento delle Conturines consiste anche nel fatto che si tratta della prima e per ora unica traccia dell’orso delle caverne dell’intera zona dolomitica. Ma quale fu la ragione che spinse gli orsi a morire nella grotta delle Conturines, lasciando a noi traccia di un passato per molti aspetti ancora misterioso? E perché vivevano a quella quota? I quesiti sono molti.
Per avere delle risposte, per un incontro ravvicinato con l’antichissimo orso e per ammirarne l’imponente scheletro non è necessario scalare le Conturines. I reperti saranno infatti esposti al nuovo “Museum Ladin Ursus ladinicus” che verrà inaugurato il 30 luglio 2011. Il nuovo Museo approfondisce, con un’esposizione permanente, molti aspetti delle Dolomiti e del nostro passato più remoto e apre delle pagine sull’età preistorica.
Innanzitutto dimostra che durante il periodo interglaciale di circa 40.000 anni fa il clima era estremamente caldo, e il limite degli alberi (oggi a circa 1900 metri) raggiungeva quasi l’ingresso della grotta, a 2800  metri. In questo modo l’orso, vegetariano puro, poteva sopravvivere pacifico per tutto l’anno a questa altitudine, oggi così estrema. Le femmine partorivano nella grotta, e quando i piccoli erano cresciuti le famiglie brucavano l’erba nei suoi paraggi. Poi, in tardo autunno gli orsi si rifugiavano nella grotta per il letargo. Quesiti e risposte, inseriti in un contesto paleontologico e paleoambientale della regione delle Dolomiti.
Il museo, sede distaccata del Museum Ladin di San Martin in Badia,  si sviluppa su tre piani: al piano superiore l’esposizione inizia con la formazione delle Dolomiti, presentando i bellissimi fossili che caratterizzano la zona di San Cassiano, per poi raccontare la formazione della grotta, la storia della scoperta e lo scavo. Vengono inoltre spiegati, attraverso l’esposizione di reperti originali, tutti gli aspetti dell’ambiente e della vita dell’orso delle caverne. Nei sotterranei del museo si trova la “grotta dell’orso”, una ricostruzione di alcuni ambienti della grotta delle Conturines, dove si potrà ammirare “l’orso che dorme”.
L’escursione fino alla grotta non è dunque più necessaria, sebbene resti il completamento di un viaggio nel passato, che può iniziare la visita al nuovo museo e terminare con una camminata assai impegnativa ma sicuramente affascinate, da farsi solo ed esclusivamente con una guida ufficiale.

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