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Eurofighter del 4° Stormo di Grosseto intercetta velivolo non identificato tra Lazio e Toscana

Questa volta non è stato uno scramble da terra a dirigere l’equipaggio di un Eurofighter dello squadrone di Grosseto ad intercettare un velivolo non identificato ma una allerta in tempo reale operata dall’IT-AOC – Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (FE) responsabile della sorveglianza e del controllo dello spazio aereo nazionale – che ha rimodulato la missione del caccia dell’Aeronautica Militare da missione di “addestramento a operativa”.

Una volta raggiunto all’altezza di Civitavecchia l’aereo civile, un Cessna 152 di nazionalità tedesca, grazie alle coordinate e alle informazioni fornite dal personale «guida caccia» a terra, è stata effettuata la prevista procedura di «visual identification» (VID) per accertare che non vi fossero condizioni di emergenza o di minaccia alla sicurezza. Dopo aver effettuato tutte le verifiche necessarie con gli Enti del controllo del traffico aereo, il caccia ha fatto rientro sull’aeroporto militare di Grosseto. Il Cessna, invece, ha proseguito il volo verso l’aeroporto di Roma Urbe, dove era diretto.

Quattro sono gli Stormi dotati di assetti Eurofighter, che l’Aeronautica Militare impiega per il servizio di Difesa Aerea:

  • il 4° Stormo di Grosseto,
  • il 36° Stormo di Gioia del Colle
  • il 37° Stormo di Trapani
  • il 51° Stormo di Istrana

Da marzo 2018 inoltre, nel sistema di Difesa Aerea sono stati integrati anche i velivoli F35 del 32° Stormo di Amendola, che contribuiscono, con specifiche capacità operative e tecnologia di ultima generazione, alla difesa dei cieli italiani e che sono stati i primi aeroplani di 5a generazione ad essere stati impiegati dalla NATO per salvaguardare lo spazio aereo dell’Alleanza in una operazione di «Air Policing».

Il complesso sistema di difesa mediante il quale l’Aeronautica Militare assicura, senza soluzione di continuità, la sorveglianza dello spazio aereo nazionale è integrato, anche in tempo di pace, con quello degli altri paesi appartenenti alla NATO. L’ordine di decollo immediato – in gergo tecnico “scramble – o come in questo caso di intervento di velivoli già in volo, viene impartito dal CAOC (Combined Air Operation Centre) di Torrejon (Spagna), l’ente della NATO responsabile del servizio di sorveglianza dello spazio aereo nell’area,  che integra le capacità di sorveglianza e controllo del 11° gruppo D.A.M.I. e 22° Gruppo radar. 

L’Air Operation Centre (AOC) nazionale – ricordiamo – svolge compiti fondamentali nell’organizzazione del servizio di difesa aerea ed effettua una costante attività di supervisione sul corretto funzionamento del dispositivo. Qualora si presenti una minaccia non militare allo spazio aereo italiano, l’IT-AOC riprende il comando dei velivoli intercettori affidati alla NATO, per la successiva azione di contrasto. Ciò avviene, ad esempio, quando un velivolo civile in transito nello spazio aereo nazionale evidenzi una condotta anomala e, quindi, potenzialmente pericolosa per la sicurezza, oppure qualora necessiti di supporto aereo per problemi tecnici che ne compromettano la sicurezza del volo, come nel caso odierno, dovuto alla perdita di comunicazioni radio.