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Il “Book” UNRAE 2012: un mercato da sostenere

L’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri, come consuetudine, presenta l’analisi dell’andamento del mercato italiano nel settore dell’Automotive e dei trasporti dell’anno appena trascorso. Emerge la fotografia di un settore… “sfocato”


Lo studio dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri i cui associati rappresentano stabilmente il 70% del mercato italiano) nell’analizzare le performance dei settori Auto, Veicoli Commerciali, Veicoli Industriali ed Autobus, mette in evidenza l’andamento fortemente recessivo del mercato che, a partire dal 2008, non conosce inversioni di tendenza. Il sottostante grafico tratto dal citato studio (cfr. sito www.unrae.it) ne è rappresentazione eloquente.

 

 

La politica… contromano

Si può notare che, dopo le crisi del 1983 e del 1993, superate entrambe in quattro anni e, per il secondo caso, con l’introduzione di incentivi alla rottamazione, il mercato ha fatto registrare dal ’97 al 2007 una sostanziale stabilità per piombare poi nella crisi attuale, la più grave delle tre, che ha portato i valori dell’immatricolato a livelli inferiori a quelli del 1983. Vale anche rilevare che la politica governativa di incentivazione, fosse per rottamazione oppure per l’acquisto di auto elettriche, ibride o alimentate a metano o GPL, è del tutto cessata nel primo trimestre 2010 con conseguenze negative tanto sulle immatricolazioni quanto, in definitiva, sulle stesse casse dello Stato che, cercando di drenare risorse ovunque, tranne che da una oculata e responsabile gestione di se stesso, ha anche fatto in modo di neutralizzare, con gli aumenti di IVA ed IPT, le forti promozioni messe in campo da Costruttori e Concessionari. La persecutoria politica contro gli automobilisti, ha visto poi l’introduzione del superbollo, l’accanimento nei confronti dei proprietari di supercar (in quanto supposti evasori solo per il “delitto” di possesso e non perché potessero poi effettivamente esserlo) e l’inasprimento delle accise sui carburanti. In altre parole il Governo del momento – di qualunque orientamento politico esso fosse – ha fatto del suo meglio per soffiare sul fuoco della crisi togliendo fiducia ai cittadini in quanto tali ed agli automobilisti. Per avere conferma del fenomeno, basta tenere conto della caduta verticale delle immatricolazioni di autovetture (esclusi i fuoristrada) con potenze, guarda caso, superiori ai 185 kW, passate dalle 12.311 vetture del 2011 alle 6.992 del 2012 (-43,2%) con conseguente perdita per lo Stato in termini di minori introiti da IVA sul nuovo e sull’indotto e di IVA ed accise sui carburanti. Non vanno poi sottaciute le massicce vendite (meglio dire svendite) dell’usato di pregio che ha preso senza alcuna inversione di tendenza la via dell’estero (export +132% nei primi 9 mesi del 2012 rispetto al pari periodo 2011). Anche qui perdita secca per le casse dello Stato derivante dai mancati introiti fiscali connessi alla normale gestione dell’auto alla quale si aggiunge lo stato di crisi dei numerosi concessionari dei brand di alta gamma i cui tempi di giacenza sono fortemente aumentati con parallelo deprezzamento dello stock di invenduto e inevitabile diminuzione del numero di occupati. Ma questo, purtroppo, è un problema trasversale alle reti di vendita in generale: i concessionari che hanno chiuso i battenti nel 2012 sono stati 350, con una perdita di 10.000 posti di lavoro; fra quelli che ancora resistono ben il 65% ha i conti in rosso ed un dealer su cinque potrebbe, secondo uno studio di Dekra Italia, dismettere l’attività entro l’anno corrente. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha da parte sua calcolato in € 4.628 (+15% = € 588 sul 2011) il costo complessivo sostenuto nel 2012 per il mantenimento di un modello di media cilindrata al netto delle spese di bollo, dell’ammortamento dell’auto e della perdita di interessi sul capitale impiegato nell’acquisto.

Carburanti: una manovra sbagliata

Per rendersi conto delle nefaste conseguenze di certi provvedimenti miopi e demagoghi, basta confrontare l’andamento del mercato dei carburanti – evidenziato da un’analisi effettuata dal Centro Studi Promotor di Bologna – dei primi 11 mesi del 2011 con il pari periodo 2012: il 10% in meno di consumo dei carburanti (in litri 4 miliardi di minori erogazioni alla pompa) ha comportato per l’automobilista una spesa di 4 miliardi di euro in più totalmente incamerati dal fisco ed il minor introito di un miliardo per i petrolieri. È comunque certo che, se si continuerà a perpetuare questa indiscriminata politica di saccheggio fiscale a carico degli automobilisti, non sostenuti in alcun modo dal trasporto pubblico, quel 10% di minori consumi sarà destinato ad aumentare ritorcendosi alla fine proprio contro l’Erario. I dati Promotor vengono peraltro confermati da una rilevazione dell’unione Petrolifera (contenuta nell’analisi UNRAE) sul raffronto 2000-2012 di consumi e percorrenze delle autovetture calcolati i primi in media ponderata sul parco circolante (benzina -37,6, gasolio -41,7, media ponderata -28,3%) e le seconde, sempre sul parco circolante, in km/anno (benzina -29%, gasolio -30,4%).

Tendenza al noleggio

Lo Studio UNRAE dà, per quanto attiene agli acquisti di veicoli da parte dei privati, ulteriore conferma dello stato di recessione: fatto 100 il mercato, i privati hanno acquistato 64 (la quota più bassa di sempre) mentre, con il 18% ciascuna, sono in forte aumento (sempre nell’ambito delle minori cifre derivanti dalla crisi) le immatricolazioni da parte di Aziende e Società di noleggio. E qui vale la pena innestare una considerazione relativa alla diversa “maturità” di alcuni mercati europei rispetto a quello italiano. Parliamo di Francia, Gran Bretagna e Spagna, Paesi caratterizzati – beati i loro cittadini – dalla presenza di un sistema di trasporto pubblico migliore del nostro (non ci vuole molto…) che si pone come reale alternativa al mezzo privato: quel 64% di immatricolazioni in capo ai privati italiani, stride infatti con il 43% della Francia, il 55% della Gran Bretagna ed il 49% della Spagna, mentre la Germania, che gode di una situazione di benessere diffuso sostanzialmente diversa dalla nostra e da quella spagnola degli ultimi anni, pur disponendo di un sistema di trasporti pubblici efficiente, registra il 62% di immatricolazioni da parte dei privati: in Italia una stretta necessità per sopperire alle deficienze sistemiche, in Germania una scelta di chi – in media maggiormente abbiente – può permettersi di lasciare l’auto in garage ed avvalersi di un ottimo servizio pubblico.

Mercato dell’usato in retromarcia e situazione pesante per il… pesante

Anche il mercato dell’usato, che in precedenza aveva resistito alla crisi, ha dovuto cedere posizioni facendo registrare complessivamente un -12,3% (al netto delle minivolture) mentre l’età media del venduto – altra prova dello scarso dinamismo del mercato derivante dalla diminuita possibilità di spesa – è passata dai 7,7 anni del 2011 ai 7,8 del 2012 mentre è aumentato (altra prova della tensione sulle famiglie) il ricorso al credito al consumo sulle immatricolazioni (rapporto fra numero delle immatricolazioni e numero dei contratti di finanziamento) dal 72% del 2010 al 75% dei primi nove mesi del 2012.Né si trova conforto nell’esaminare, sia pur velocemente, il settore dei veicoli commerciali. D’altra parte questo particolare mercato è ancora più strettamente legato all’andamento generale dell’economia rispetto al mercato “privato”. Le immatricolazioni di autocarri sino a 3,5 tonnellate sono passate da 181.658 del 2010 (già -6% sul 2009) alle 116.742 del 2012 con previsione di analoghi volumi (117.000) per quest’anno. Caporetto anche sul fronte dei veicoli superiori a 3,5 tonnellate: dopo il tracollo registrato nel 2009 (da 33.507 immatricolazioni del 2008 alle 17.562, in percentuale -47,6) e fra il 2011 ed il 2012 (-27,4% dalle 19.273 alle 14.000 immatricolazioni) si prevede il mantenimento di tale quota anche per il 2013.

Per il mercato dell’auto, lunga strada in salita

E le previsioni per “l’anno… che è venuto”? Lo studio UNRAE riporta le previsioni Prometeia secondo le quali avremo, tanto per cambiare, un 2013 in recessione pur in presenza dell’arresto della caduta congiunturale. La consolidata diminuzione del potere d’acquisto, l’aumento della disoccupazione, in particolare giovanile e la contrazione dei redditi conditi da un persistente clima di sfiducia deprimeranno i consumi anche nell’anno corrente. Ne consegue che non sarà facile mantenere i già pessimi livelli di mercato del 2012 ed anzi le immatricolazioni si contrarranno di un ulteriore 3,1% scendendo numericamente a 1.358.000 unità (livelli 1979!). L’ultimo numero de “L’Automobile”, la rivista ufficiale dell’ACI, riporta una serie di interviste ai principali esponenti di Case italiane e non, e tutti, pressoché all’unanimità, hanno definito questo 2013 appena iniziato problematico. Ad esempio, Roland Schell, Direttore Generale di Mercedes-Benz, ritiene che la contrazione sulle vendite continuerà (influenzata da una “fiscalità senza eguali in Europa…”). Della stessa opinione è Daniele Maver, Presidente del gruppo Jaguar-Land Rover, ma anche Jacques Bousquet, Presidente dell’UNRAE e di Renault Italia, Olivier Quilichini, Direttore Peugeot, Fabrizio Longo (già Managing Director di Hyundai Motor Co. Italy e dal primo febbraio p.v. Direttore della Divisione Audi Italia) e Massimo Nordio,  Presidente e Direttore Generale di Volkswagen Italia, e ancora Pablo Martin Puey, Direttore Generale di Citroën Italia, Roberto Matteucci (Amministratore Delegato GM Italia) Franz Jung, Presidente e CEO di BMW Italia, Domenico Chianese, Presidente e Amministratore Delegato di Ford Italia. Romano Valente, Direttore Generale UNRAE sottolinea invece come “per il mercato delle autovetture non sarà agevole poter far meglio del 2012, in assenza di un coinvolgimento dei settori della politica e dell’economia e, quindi, di interventi a sostegno del rilancio dei consumi, e della riduzione del carico fiscale sulle famiglie o di eventi capaci di influenzare positivamente la propensione agli acquisti”.

Ci piacerebbe chiudere con una nota di ottimismo ma la situazione non lo consente: l’accanimento dello Stato nei confronti degli automobilisti è perfettamente in linea con l’analogo comportamento tenuto nei confronti dei soliti noti. Tale comportamento è evidentemente preferibile alla soluzione alla radice di problemi quali – fra gli altri – l’evasione fiscale e la corruzione. A questo punto ricordiamo solamente che quello degli automobilisti, con i suoi 34 milioni di tesserati, pardon, patentati, potrebbe essere il più grande e compatto fra i partiti politici; ciascun automobilista-elettore faccia i suoi ragionamenti e tragga le proprie conclusioni.

Tony Colomba

 

 

UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), è l’Associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano delle autovetture, dei veicoli commerciali e industriali, dei bus e delle caravan e autocaravan. L’UNRAE è divenuta uno dei più validi interlocutori delle Istituzioni ed è oggi la principale fonte di informazioni ed analisi del mercato, costituendo un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore. Oggi le 46 Aziende associate – e i loro 61 marchi – rappresentano una realtà economica che registra un fatturato di 42 miliardi di euro, con un numero di occupati pari a circa 135.000 unità, compresi gli impiegati nelle Reti di vendita e nelle officine.