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Citroën 2CV «Voglia di Mare»

L’eclettico Reparto Classic della romana Scuderia Baldini ha realizzato una «one off tributo» partendo da un’autentica icona degli anni ‘60, la leggenderia «deux chevaux» di Citroën

Il Team Baldini, come altri italiani, ha saputo trasformare questo periodo storico della nostra vita, spesso contrassegnato da rassegnazione e attendismo, in un’occasione di attività e rigenerazione.  Ecco quindi prendere forma il progetto «Voglia di Mare» ossia una speciale «one off tributo» della leggendaria 2CV che la Scuderia Baldini ha deciso di trasformare in una moderna opera d’arte semovente, realizzata però senza il ricorso ai protagonisti del mondo dell’arte, ma più semplicemente e forse più autenticamente alle capacità inventive e artigianali che caratterizzano i professionisti di questo team.

L’idea, quindi, è nata proprio in questo periodo di pandemia COVID-19  che ha limitato le libertà personali stimolando al massimo la nostra voglia di evasione e di mare.

Cenni storici

Come detto, si tratta di una 2CV che tanto ha significato per i giovani degli anni ’60 del secolo scorso ma che in realtà venne concepita da André-Gustave Citroën già all’inizio degli anni ’30. Il progetto T.P.V. (Très Petite Voiture) venne accantonata a favore del progetto «Traction Avant», per essere poi ripreso attorno al 1936. Dal disegno alla maquette lignea in scala reale e poi da questa al primo prototipo marciante mosso da un bicilindrico motociclistico BMW da 500 cc, passò circa un anno.

Scartato il bicilindrico tedesco, si optò per la realizzazione in casa di un bicilindrico da 375 cm³ raffreddato ad acqua. I collaudi vennero gestiti nel più grande segreto, anche in funzione del concorrente progetto tedesco della Volkswagen.

Lo scoppio della seconda guerra mondiale poco prima della presentazione ufficiale al Salone di Parigi del 1939, congelò il progetto e portò alla distruzione dei 250 esemplari pre-serie preparati in vista del debutto per evitare che cadessero in mano tedesca.

Vennero salvati in gran segreto solo un paio, che servirono per riprendere il progetto nel 1944, subito dopo la liberazione della Francia, con il coinvolgimento, non senza difficoltà dato lo sciovinismo francese che allora era molto più radicato di quello odierno, di due italiani: Flaminio Bertoni per la carrozzeria e Walter Becchia che progettò un bicilindrico a cilindri contrapposti da 375 cc come il precedente, ma raffreddato ad aria. 

La 2CV venne presentata al Salone di Parigi del 1948, dieci anni dopo la nascita del progetto, e la Casa del Double Chevron ne produrrà oltre 4 milioni di esemplari fino al 1988. L’ultimo esemplare prodotto su licenza lasciò invece le linee di produzione portoghesi nel 1990.

Il resto è storia.

La trasformazione di Baldini

La vettura oggetto di questa trasformazione, è stata integralmente smontata ed ogni singolo componente catalogato e restaurato. Molto importante ai fini del corretto rimontaggio è stato il dossier fotografico con i pezzi ritratti prima di essere smontati e poi singolarmente catalogati dopo lo smontaggio con le relative annotazioni. Questa procedura è stata adottata anche nel corso dello smontaggio di quei singoli componenti che hanno presentato complessità o, per meglio dire, particolarità tali da meritare attenzione e comunque da non rendere immediatamente intuitivo il corretto rimontaggio. Non dobbiamo dimenticare infatti che i francesi, come gli inglesi, seguivano – in passato più che oggi – degli usi tecnici un po’ particolari.

Alla fine dello smontaggio il reparto «restauri» di Baldini si è trovato di fronte, passateci l’espressione, ad una serie di «mucchi» singolarmente omogenei dei componenti: motore-trasmissione, sospensione cinematismi e impianto frenante, telaio, impianto elettrico e fanaleria, carrozzeria smontata in ogni sua parte, sedili e tappezzeria ed infine la capote.

Da qui è iniziata la laboriosa opera di restauro e ripristino di ogni componente sino ad arrivare alla verniciatura e finitura.

Le tinte sono state scelte dal catalogo Citroën in modo da mantenere una linea di piena identità fra restauro e tradizione, con il colore base della carrozzeria in Azzurro Botticelli, tonalità resa celebre dall’omonimo pittore italiano.

Per i parafanghi (i posteriori dopo il montaggio sono stati rivisti e modificati nell’estensione della superficie colorata) e il baule posteriore è stato scelto invece il Blue «Santorini», colorazione ispirata all’omonima isola dell’Egeo.

La scelta istintiva per il colore della cappottina sarebbe stata il Blue acceso ma questo sarebbe probabilmente stato un dejà vu; si è preferito quindi puntare sull’originalità scegliendo un colore molto particolare come il Coivré Indien (rame indiano) oltretutto perfettamente abbinabile con le finiture color legno del volante, plancia strumentazione, cerchioni, coppe dei fari e paraurti.

Il corpo vettura è stato infine decorato con disegni in stile marinaro-retrò come Bussola e Timone che ricordano i legni dei celebri motoscafi Riva, Acquarama in particolare…

Una tecnica particolare

Veramente numerosi i particolari «in legno» che completano la vettura sia esternamente che internamente, ma il fatto di vero interesse si riferisce alla tecnica di Cubicatura cui è ricorsa la Scuderia Baldini.

La «cubicatura» (detta anche idrografia o stampa ad immersione, o ancora dippatura o water transfer printing) è un metodo per l’applicazione di disegni stampati a superfici tridimensionali di metallo, plastica, carbonio, vetro, legni duri e, in generale, a qualunque materiale che possa essere riscaldato e immerso in acqua.

Durante il processo di «cubicatura», l’elemento da decorare deve essere sottoposto a tutte le fasi della verniciatura: preparazione della superficie, applicazione dell’aggrappante, verniciatura e laccatura. Questa tecnica si basa su un film idrografico idrosolubile che, stampato con il disegno scelto, viene adagiato sulla superficie dell’acqua della vasca in cui è stato immerso l’oggetto da decorare.

La trama del film si scioglie a seguito della attivazione di uno speciale solvente mentre la pressione idrostatica preme la stampa contro l’oggetto da decorare e la tensione superficiale dell’acqua permette alla stampa di adattarsi a qualunque superficie tridimensionale. (*)

Non sarebbe stato possibile gestire tecniche così particolari né ottenere un risultato del genere se la Scuderia Baldini – oggi leader anche in questo settore – non avesse già maturato grande esperienza dando corso a tantissime personalizzazioni ricorrendo anche a questa particolare tecnica.

Del resto il suo Centro Stile è stato costituito proprio per questo tipo di personalizzazioni a vantaggio della clientela più esigente, sempre alla ricerca di unicum quali quelli sinora realizzati su vetture di grande tradizione ed oggi su questa Citroën 2CV ONE OFF «Voglia di Mare», forse meno blasé delle supercar presenti nel loro atelier che le fanno da cornice nel servizio fotografico, ma non meno ricca di significato tecnico, storico e sociologico.

 [ Tony Colomba ]

foto: asaphoto/Ecoedizioni Internazionali

(*) fonte Wikipedia.