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Autoscuole: quale futuro?

Disposizioni approssimative creano confusioni dalle conseguenze letali

Le Autoscuole stanno vivendo, sin dai primi giorni della pandemia, momenti di assoluta incertezza tanto che, a tutt’oggi, nessuno sa dirci se e quando potremo lavorare.

Un codice che codifica male

L’attività di formazione ricompresa nel codice Ateco 85 non si ferma alla didattica scolastica ma si estende – impropriamente – anche alla nostra sfera di azione; nell’attuale situazione di massima confusione questo stato di fatto ci ha paradossalmente mantenuti – per il Governo – sempre in attività in quanto considerati operanti nella «presunzione» di fornire didattica «on line», fatto che, per noi, è espressamente vietato dalla legge!

E poiché per il Governo non abbiamo mai chiuso in quanto solo a chiacchiere accomunati alle Scuole, dall’inizio di quest’anno alle nostre prestazioni didattiche per il conseguimento della patente B è stata applicata l’IVA nell’aliquota massima del 22%.

Futuro incerto

A questo punto non sappiamo se alla ripresa delle nostre attività riusciremo a portare gli allievi agli esami per il conseguimento della patente in tempi accettabili.

La Motorizzazione che, principalmente per carenza di personale, già arrancava prima di questa crisi come riuscirà adesso, con le restrizioni dovute al contenimento del contagio, a rispondere alle richieste dell’utenza privata e professionale?

Poiché riteniamo altamente improbabile, per non dire impossibile un simile miracolo, abbiamo pensato ad una proposta che, riteniamo, sarà l’unica che ci consentirà di riprendere il nostro lavoro con la rapidità che ci sarà permessa dai tempi che ci verranno concessi dalle autorità.

Leggiamo e sentiamo che al momento le strade sono due.  Noi ne proponiamo una terza, innovativa e ricca di responsabilità che per alcuni sembrerà visionaria ma che siamo convinti essere l’unica che ci consentirà non solo di riaprire ma anche di lavorare!

Le ipotesi in campo

► La prima: quella più ovvia è che la Motorizzazione riesca a garantire gli esami anche in questa situazione, aumentando i nastri operativi, fornendo il servizio sia di mattina e sia di pomeriggio, in modo da recuperare rapidamente il pregresso accumulato.

Affinché questo avvenga occorrerebbe rispondere positivamente alle seguenti domande:

■ Riusciranno a mantenere questa promessa?

■ La turnazione sarà sufficiente per assorbire l’arretrato?

■ Come garantire la sicurezza igienico-sanitaria dei nostri candidati e la nostra?

■ Non potendo essere accompagnati in condizioni di sicurezza, i nostri allievi/clienti come vivranno il nostro abbandono proprio il giorno dell’esame?

► La seconda: è quella che in nome dei vecchi tempi, si facciamo esami nelle nostre sedi, col sistema cartaceo delle schede.

Criticità:

■ Ci sono esaminatori in numero tale da coprire questa attività?

■ Sarà sufficiente, quindi, per assorbire l’arretrato?

■ Garantisce la sicurezza igienico-sanitaria dei nostri candidati e la nostra?

■ Economicamente è vantaggioso pagare trasferte per pochi candidati?

■ Riusciremo, quindi, a mantenere un comportamento corretto?

L’idea alternativa

Rivendicando un forte ruolo sociale delle Autoscuole nel campo della Formazione, e, caricandoci di grande responsabilità, chiediamo la certificazione della conoscenza della parte teorica, con un percorso di formazione obbligatoria.

Per le obiezioni di chi dice che le modifiche normative hanno tempi lunghi, vorrei solo ricordare che siamo in un’emergenza planetaria!

Questo significa che alcune regole vanno riscritte, anche rapidamente, se si vuole affrontare con qualche possibilità di successo la recessione economica già in atto a causa del Virus, una conseguenza che, come la Storia insegna, fa più vittime delle malattie virali.

Non si capisce perché si possa derogare senza problemi al comma 6 dell’art. 122 del NCDS e non al comma 3 dell’art. 121: sono i misteri dell’immobilismo e della burocrazia: viene da pensare che nel primo caso chi ha concesso la deroga sapesse cosa stesse trattando mentre nel secondo, che più da vicino riguardava in nostro settore, la non conoscenza ha partorito l’immobilismo.

Noi già ora

  • certifichiamo la conoscenza del Codice della Strada, restituendo punti a chi se li è visti decurtare dagli agenti accertatori;
  • certifichiamo le capacità di guida, anche in autostrada, di candidati al conseguimento della patente;
  • rilasciamo attestati che consentono agli autisti professionali di condurre veicoli pesanti per altri 5 anni.
  • rilasciamo, nei casi abilitati e con esame interno, l’Attestato di Capacità Professionale per dirigere imprese di autotrasporto di Merci fino a 3,5 ton di mc.

Perché, nell’emergenza, non prenderci la responsabilità di certificare la preparazione teorica di un candidato al conseguimento della patente?

Un provvedimento in tal senso risolverebbe ogni problema:

  • Niente assembramenti.
  • Nessun transfert dalle nostre sedi agli Uffici Provinciali della Motorizzazione con i nostri veicoli.
  • Continuità dei rapporti ed assistenza agli allievi che non saranno abbandonati a loro stessi e non dovranno quindi autogestirsi in vista dell’esame di teoria.
  • Mantenimento delle distanze sociali nell’eventualità di sedute in sede.

Eliminando il passaggio rappresentato dall’esame di teoria, o rivedendolo nella sua forma tecnica, risolveremmo in un sol colpo tutte quelle difficoltà di cui stiamo discutendo da giorni.

Il sistema scolastico ha preso iniziative mai viste prima (anche relativamente agli esami di Stato), il Ministero delle Finanze ha sospeso processi fiscali, procedimenti ed esecuzioni e quello della Giustizia oltre ad aver deciso la sospensione dei Processi adesso addirittura permette la liberazione di detenuti da 41 bis!

Perché la nostra proposta non sarebbe attuabile?

[ Marco Silvi ]

Coordinatore Regionale UNASCA Lazio-Umbria