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Mille Miglia 2019 all’Alfa 6C 1500 SS/1928 di Moceri e Bonetti

Il solito ma sempre nuovo spettacolo di auto e pubblico lungo un tracciato ricco, semplicemente, di «ITALIA»  

Se la Mille Miglia (quest’anno allungata a 1.801 chilometri) unisce geograficamente mezza Italia, l’equipaggio che quest’anno l’ha vinta la unisce proprio tutta visti i natali palermitani di Moceri e quelli bresciani di Bonetti, una validissima accoppiata agonistica fissa ormai da 10 anni.

Moceri non è nuovo ad exploit del genere, possiamo anzi dire che la Mille Miglia era l’unica grande prova ancora mancante dal suo palmares avendo egli vinto, nel tempo, la Targa Florio, il Gran Premio Nuvolari, la Coppa d’Oro delle Dolomiti nonché il titolo di Campione Italiano Grandi Eventi ACI Sport. La vettura dei vincitori, appartenente alla Collezione FCA Heritage, ha già vinto le rievocazioni del 2005, 2007 e 2008 e quando non gareggia è esposta presso il Museo Storico Alfa Romeo di Arese.  

Secondi e terzi si sono rispettivamente classificati la coppia bresciana Vesco/Guerini e l’equipaggio Tonconogy/Ruffini.

Al di là del fatto agonistico la Mille Miglia, assieme alla Targa Florio, costituisce per la nostra Nazione un prestigioso biglietto da visita che, grazie ai suoi paesaggi, le sue città d’arte, la sua storia e la sua cucina, incanta il visitatore straniero e quanti – attraverso i media – seguono questo tipo di eventi ovunque nel mondo.

Altro indubbio merito di questa manifestazione unica al mondo è l’aver avvicinato alla storia dell’auto un pubblico la cui eterogeneità fotografa la composizione della nostra società in un momento lungo quattro giorni in cui i sempre più rari spettatori che hanno avuto la ventura di assistere alla Mille Miglia ante 1957 indicano a figli, nipoti e pronipoti questa o quell’auto oggi tirata a lucido che ieri percorreva, impolverata e macchiata d’olio e benzina, le strade dell’epoca a ben diversa velocità.  

Le gemme paesaggistiche, storiche e monumentali che hanno fatto da cornice alla carovana della Mille Miglia sono state innumerevoli ma quella che a nostro avviso è riuscita a cogliere la fusione tra quel tipo di fascino e quello rappresentato dalle 430 auto della carovana 2019 è stata Piazza del Campo di Siena, incomparabile cornice ad «parcheggio» storico senza pari.

Altra tappa da sottolineare è stata quella di Vinci, caratterizzata da una prova speciale inserita per celebrare il genio italiano di Leonardo, nel cinquecentesimo anniversario della sua morte, un omaggio al Genio che è stato il più ingegneristico e visionario fra i suoi contemporanei e non solo.  

Prima e seconda sono state due Alfa, in barba alla Mercedes 300 SLR che campeggiava nel manifesto ufficiale della classica bresciana: pensando alla Formula 1 consoliamoci così…  

Qualche numero

430 le auto in gara; fra le Case presenti, la più consistente è stata quella dell’Alfa Romeo (44 vetture), seguita dalla Jaguar (35), Fiat (33), Lancia (29) e Mercedes-Benz (29).

La nazione maggiormente rappresentata è sempre l’Italia (303 equipaggi), seguita dai Paesi Bassi (Olanda 133 cittadini, Belgio 52, Lussemburgo 12), Germania 86 e Regno Unito con 74. 

Alfa Romeo non solo storiche

Quest’anno l’Alfa l’ha fatta veramente da padrona non solo nella classifica assoluta ma anche per le speciali vetture approntate come assistenza veloce e glamour; questa 39° edizione della M.M. ha visto infatti il debutto di due speciali versioni della Giulia e della Stelvio Quadrifoglio.

Ideate come richiamo e omaggio alla bianco-rossa monoposto di Formula 1 C38 di Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi, con logo del Biscione sul cofano motore, sia la Giulia che la Stelvio Quadrifoglio Racing, sono caratterizzate dai medesimi colori bianco rossi che, diciamolo, caratterizzavano in posizioni inverse le GTA preparate all’epoca dal mago romano Frano Angelini che tanta notorietà hanno dato ad un pilota del calibro di Ignazio Giunti.

Tornando ad oggi, queste due speciali Alfa erogano una potenza di 530 cavalli grazie ad una speciale messa a punto della Casa e sono equipaggiate con uno impianto di scarico Akrapovic che esponenzia il già aggressivo sound del V6 2,9 biturbo di serie. 

Curiosità e celebrità

Sfida nelle retrovie per i giudici di MasterChef Carlo Cracco e l’italo-americano Joe Bastianich che, noto appassionato di auto, è giunto 135° battendo Cracco, solo 277; comunque, considerando le 430 auto in gara, quello di Cracco è un piazzamento di quasi centro classifica non disprezzabile; 113° l’equipaggio Biason/Pissavini su Ferrari 250 MM Vignale mentre l’equipaggio del Team Chopard Dumas/Musotto su Porsche 550 Spyder, era costretto al ritiro.

Le 4 tappe  

15 maggio | Brescia/Cervia Milano Marittima  

Il via è stato preceduto dal suggestivo passaggio su Brescia e su Viale della Vittoria, delle Frecce Tricolori che hanno salutato la partenza della carovana fra due folte ali di pubblico verso Sirmione, il Parco Giardino Sigurtà di Valeggio sul Mincio, Mantova, Ferrara, Comacchio, Ravenna per concludere questo primo trasferimento a Cervia-Milano Marittima.

Emozionante l’attraversamento della città natia di Nuvolari, delle 430 vetture d’epoca che hanno rumorosamente reso omaggio al mantovano volante per poi dirigersi verso Ferrara, Comacchio, Ravenna e Cervia-Milano Marittima.

16 maggio | Cervia/Milano Marittima – Roma

Partita all’alba, la carovana ha raggiunto Cesenatico proseguendo poi per per Gambettola, Urbino, Corinaldo, Senigallia e Fabriano, dove la carovana ha fatto sosta per un breve ristoro.

Ripartenza alla volta di Assisi, Perugia, Terni, Rieti con arrivo a Roma che, incorniciata da uno splendido tramonto, ha fatto sfilare in tarda serata le auto d’epoca in una Via Veneto che per quanto illuminata ed animata per l’occasione, non riusciva a nascondere – perlomeno all’occhio dell’osservatore più attento – gli occhi spenti degli esercizi che un tempo firmavano la Dolce Vita, primo fra tutti il Café de Paris.

La classifica provvisoria

  1. Andrea Vesco – Andrea Guerini (Team Villa Trasqua), Alfa Romeo 6C 1750 SS Zagato del 1929
  2. Giovanni Moceri – Daniele Bonetti (Team Alfa Romeo), Alfa Romeo 6C 1500 SS del 1928
  3. Juan Tonconogy e Barbara Ruffini su Bugatti Type 40 del 1927

La graduatoria provvisoria della Coppa delle Dame vede primeggiare l’equipaggio Boni/Barziza su Lancia Aprilia 1500 del 1949. 

17 maggio | Roma – Bologna

Lasciata Roma alle 6.30 del mattino le auto si sono dirette verso Viterbo, per proseguire poi verso Radicofani, Castiglione d’Orcia e Siena, dove hanno parcheggiato – episodio da ricordare a vita – in una Piazza del Campo il cui perimetro era gremito da un numero impressionante di appassionati, curiosi e turisti di ogni nazionalità; da lì gli equipaggi hanno raggiunto per la pausa pranzo il bellissimo Palazzo Pubblico.

Una volta nuovamente a bordo gli equipaggi si sono diretti verso Vinci, sede di una prova di precisione a dedicata al grande personaggio rinascimentale, per poi proseguire alla volta di Montecatini Terme, Pistoia, Firenze, superata la quale hanno affrontato gli impegnativi Passi della Futa e della Raticosa per poi giungere finalmente a Bologna.

Classifica Provvisoria

  1. Moceri/Bonetti (Team Alfa Romeo), A.R. 6C 1500 SS del 1928
  2. Vesco/Guerini (Team Villa Trasqua), A. R. 6C 1750 SS Zagato del 1929
  3. Tonconogy/Ruffini, Bugatti Type 40 del 1927
  4. Riboldi/Sabbadini, O.M. 665 S SUPERBA 2000 del 1926 

18 maggio | Bologna – Brescia

Partenza alle 7.00 sotto la pioggia verso Modena, Reggio Emilia, Langhirano, e Parma, il cui prestigioso Palazzo Ducale ospiterà l’ultimo pranzo della carovana. Terminata la sosta, le vetture hanno proseguito in direzione di Busseto per entrare poi nella Pianura Padana e attraversare Cremona, Carpenedolo, Montichiari e Travagliato, terminando finalmente la loro cavalcata attraverso mezza Italia a Brescia dove sono state stilate le classifiche definitive in vista della premiazione, tenutasi quest’anno in Piazza della Vittoria cui è seguita la festa di chiusura «1000 Miglia The Night».

Classifica definitiva

  1. Moceri /Bonetti (Team Alfa Romeo), Alfa Romeo 6C 1500 SS del 1928
  2. Vesco/Guerini (Team Villa Trasqua), Alfa Romeo 6C 1750 SS Zagato del 1929
  3. Tonconogy/Ruffini, Bugatti Type 40 del 1927

[ Giovanni Notaro ]