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Settore Automotive: la voce grossa che il Governo non sente

Alla Tavola Rotonda organizzata dalla UIGA dal titolo “Green economy e automobile, proposte per rilanciare il Paese” esperti e giornalisti auspicano nuovi impulsi per un settore strategico dell’economia del Paese

Dove và l’auto, stretta com’è tra pressione fiscale e crisi dei consumi? O – meglio ancora – dove la sta indirizzando la nostra politica, spesso miope di fronte alle problematiche più urgenti e alle soluzioni più opportune? Un confronto su questi temi si è tenuto alla Tavola Rotonda “Green economy e automobile, proposte per rilanciare il Paese” intorno alla quale hanno preso posto alcuni esperti del settore in occasione delle giornate organizzate dalla UIGA (Unione Italiana Giornalisti dell’Automotive) a Roma per l’elezione “Auto Europa” 2013.Quello che auspicano gli addetti è l’urgenza di un cambio di rotta del Governo nella gestione di un comparto che necessita di nuovi impulsi. Il dibattito ha infatti delineato i contorni di un settore che da sempre fornisce un grande gettito fiscale e un’importante quota del PIL e che ora spinge verso interventi sistematici per tornare ad avere un ruolo determinante nella crescita del Paese.

Tra realtà e strategie

Sotto l’attenta regia della giornalista Marina Terpolilli, Presidente UIGA e moderatrice del confronto, si sono succeduti gli interventi degli esperti: “Stiamo fronteggiando una crisi strutturale che influenza enormemente il consumo” ha sostenuto Romano Valente  Direttore Generale UNRAE. “Per dare un contributo concreto abbiamo esaminato i processi legati all’iter di immatricolazione e alle pratiche d’uso delle vetture: c’è la possibilità di una forte razionalizzazione in virtù della quale si potrebbero trovare risorse da destinare diversamente. Semplificare e ottenere economie di scala potrebbe essere una strada praticabile per iniziare a rimettere in funzione il volano della crescita. Di più se l’economia tradizionale non viene sostenuta, anche la green economy non potrà svilupparsi”.

L’energia costa cara

Approfondisce il tema Gianmarco Giorda, Direttore Generale ANFIA, che ha commentato: “Uno dei problemi fondamentali dell’economia ‘verde’ è il costo dell’energia che in Italia è il 30% in più rispetto all’Europa. In aggiunta, poi, dobbiamo prendere in considerazione i cinque fattori preminenti complici della crisi: il prezzo della benzina, il costo delle assicurazioni, sempre più alto, la tassazione, la stretta del credito e dei finanziamenti alle aziende, il calo della produzione”. A fronte del giogo fiscale che preme sul comparto, per un totale di 8,7 miliardi di euro, i piccoli incentivi annunciati dal Governo per il 2013 destinati soprattutto alle flotte per l’acquisto di auto elettriche, ibride e a carburanti alternativi, sembrano davvero un semplice contentino. A prendere la parola è Gian Primo Quagliano, Presidente Centro studi Promotor Gl Events, che afferma: “Si tratta di un intervento sbagliato alla radice perché lo stanziamento è risibile e i privati non possono godere dei benefici della rottamazione che vengono invece sorprendentemente assegnati alle imprese… ma le auto più anziane non fanno certo parte dei parchi aziendali”.

Attenzione alle etichette false

Peraltro, la nuova legge di stabilità prevede di ridurre ulteriormente la detrazione ammessa per le auto aziendali (20%), e “la spending review – dice Fabio Bertolotti Direttore Assogomma – risulta penalizzare un altro aspetto fondamentale dell’evoluzione sostenibile del mondo dell’auto: non ci sono infatti le risorse che dovevano essere destinate al controllo sulle nuove etichette in vigore dal primo novembre 2012, non tutelando il consumatore rispetto alla possibilità di imbattersi in etichettature fasulle”. E intanto, cosa fanno gli automobilisti? Mostrano di privilegiare scelte più ecocompatibili nell’acquisto di nuove vetture, guardando a quelle con un minore costo di gestione. Tendenza che ha fatto registrare un’impennata delle vetture a GPL e a metano. È quello che spiega, con dati alla mano, l’ing. Rita Caroselli Direttore generale di Assogasliquidi: “L’Italia è il primo Paese in Europa per vetture immatricolate a combustibile gassoso; in controtendenza all’andamento generale del comparto, la quota di mercato ha raggiunto l’11,5% nei primi 8 mesi del 2012”. Il GPL e il metano rappresentano una soluzione immediata, un’opportunità per coniugare la sostenibilità economica a quella ambientale.

Serve coesione

In conclusione, le soluzioni per risollevare il Paese ci sono, ma per farsi ascoltare da un Governo diciamo “distratto”, manca la forza della coesione del comparto Automotive, che pur contando un numero di addetti ben superiore ad Alcoa e a Ilva, per la sua natura di essere parcellizzato sul territorio non riesce (ammesso che volesse) a scendere in piazza e a farsi ascoltare dalle pur “grandi orecchie” del Governo…

Roberta Di Giuli