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Jeep PHEV, anche il mito passa all’elettrico

Première mondiale al Salone di Ginevra per le Jeep Renegade e Compass con le motorizzazioni PHEV, ovvero le versioni «Plug-in Hybrid Vehicle». La Renegade viene prodotta nello stabilimento di Melfi e solo pochi giorni fa è stata nominata «Urban SUV dell’Anno»

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Con un +56% nel 2018, Jeep è stato il marchio con il maggiore incremento di vendite nella regione EMEA (Europa, Middle-Est, Africa) rispetto al 2017, inoltre vanta il 5° anno di crescita consecutivo in Europa e il 3° anno con vendite superiori a 100.000 unità. Il merito per questi numeri record va alla Compass, seguita dalla Renegade, che è tra i modelli più venduti nel suo segmento e al 3° posto la Wrangler, che nel 2018 ha registrato in Europa un incremento di vendite di +86% rispetto all’anno precedente.

Nello stand Jeep al Salone di Ginevra sono esposti tutti i modelli del marchio, la Wrangler Rubicon 1941, versione speciale realizzata da Mopar, con sospensioni rialzate di +2″ (50,8 mm), snorkel, protezioni varie e specifici decals identificativi su cofano motore e portiere.

Le nuove versioni «S» della Renegade, Compass e Cherokee, che si differenziano principalmente per alcune rifiniture interne ed esterne Low Gloss Granite Crystal, finitura che ritroviamo anche nei cerchi in lega da 19″.

Per la Grand Cherokee S Limited anche le nuove colorazioni Green Metallic, Slate Blue che sostituisce il True Blue, Sting Gray al posto del Rhino, cerchi da 20″, sedili in pelle nera traforata e nuovo touchscreen da 8,4″ al centro della plancia per il sistema UConnect con Apple CarPlay/Android Auto.

Le Renegade e Compass ibride plug-in al centro della scena

Curiosità, sorpresa e interesse, sono solo alcuni dei sentimenti che hanno suscitato le Renegade e Compass con la motorizzazione ibrida plug-in con la sigla ancora provvisoria «4x4e». Il motore è un 4 cilindri Turbo Multiair da 1,3 litri da 130 o 180 cv abbinato ad un motore elettrico posizionato sull’asse posteriore da 44 kW (60 cv). In tal modo si può disporre di una potenza combinata di 190 o 240 cv e di viaggiare solo con la trazione anteriore, oppure con la trazione integrale sfruttando il motore elettrico posteriore, senza avere l’albero di trasmissione.

Questa soluzione consente di avere, almeno in fase di omologazione, emissioni di CO2 di circa 50 g/km per rientrare nelle agevolazioni dell’«ecobonus», ma di avere anche prestazioni appaganti, con uno 0-100 km/h in circa 7 secondi o di viaggiare in modalità 100% elettrica fino alla velocità di 130 km/h oppure in ambito urbano per 50 km con le batterie posizionate sotto il pianale posteriore che però vanno a limitare la capacità del vano bagagli.

I puristi dell’offroad non vedranno di buon occhio questa soluzione, ma dovranno ricredersi constatando che il motore elettrico posteriore consente di fatto di separare la distribuzione della coppia tra i 2 assi che può essere controllata più efficacemente rispetto al tradizionale sistema meccanico.

[ Paolo Pauletta ]