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Cliente Ferrari truffato? la Concessionaria paga!

Oltre ai 6.835 dollari dovuti al cliente per le spese affrontate e 13.366 dollari per spese accessorie e danni morali, un tribunale dell’Arkansas ha comminato alla Concessionaria anche un ulteriore risarcimento di 5,8 milioni di dollari per «danni punitivi». Negli Stati Uniti la truffa è un reato che costa caro

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È una storia per noi incredibile e con un esito impensabile, considerando le tolleranti leggi italiane nei confronti dei truffatori, ma non solo. Negli Stati Uniti le leggi e i giudici sono molto più severi e soprattutto i tempi della giustizia sono più rapidi e non ci sono sconti, vedi le decine di migliaia di vetture di Volkswagen Group ritirate e ammassate in diverse location in seguito al Dieselgate.  

Nel 2016 il signor Hamid Adeli, funzionario nel settore bancario a Fairfax in Virginia, desiderava acquistare una Ferrari, e dopo averla cercata on-line, ha trovato una F430 del 2007 nella concessionaria Mercedes-Benz del Superior Automotive Group a Bentonville nel nord-ovest dell’Arkansas. Dopo uno scambio di e-mail e telefonate per definire il pagamento di 90.000 dollari, la concessionaria porta la F430 presso il rivenditore Ferrari di Plano nel Texas per un’ispezione pre-vendita, prima di inviarla in una località vicina alla residenza del signor Adeli. Durante il breve tragitto verso casa, il signor Adeli sente un forte odore di benzina e preoccupato, il giorno successivo fa portare la F430 presso lo specialista Ferrari «Competizione e Sports Cars» nel vicino stato del Maryland. La diagnosi è chiara e poco rassicurante: pompa della benzina che perde, problemi alle sospensioni e un collettore di scarico incrinato.

La differenza… tra Stati Uniti e Italia

Il signor Adeli contatta subito il venditore per chiedere il rimborso delle riparazioni, ma Superior Automotive Group ha sostenuto che la vettura è stata acquistata così com’è, pertanto nulla poteva essere richiesto. A questo punto il signor Adeli cita in giudizio il venditore per violazione della garanzia, frode e pratiche commerciali ingannevoli.

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In breve tempo il tribunale accerta la responsabilità e il dolo da parte del venditore che si è limitato ad effettuare solo alcune riparazioni approssimative sulla vettura e stabilisce che il cliente va risarcito con 6.835 dollari per le spese affrontate, più 13.366 dollari per altre spese accessorie. Inoltre, come prevede la legislazione statunitense in questi casi, anche 5,8 milioni di dollari per quelli che vengono chiamati «danni punitivi», una particolare legge che per la fortuna dei truffatori nostrani in Europa non esiste. Relativamente a questa somma ritenuta esagerata, Superior Automotive Group ha fatto ricorso, sostenendo che un’altra legge statunitense prevede che i danni punitivi non possono superare più di 100 volte l’ammontare del risarcimento, cioè poco più di 680.000 dollari, che comunque sono sempre una cifra considerevole. Da noi sarebbe già una vittoria riuscire a recuperare (anche dopo 10 anni) le spese affrontate.

[ Paolo Pauletta ]