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Alla scoperta delle Langhe con l’Opel Combo Life

[ prima parte ] Un territorio affascinante per storia e cultura, paesaggi e ospitalità, cibo e vini

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L’Italia è l’Italia: nonostante le inefficienze ed i parassitismi di parte della nostra nomenclatura, rimane un paese dalle bellezze stupefacenti ma in cui – ahinoi – le differenze di efficienza del sistema fra Nord, Centro e Sud sono purtroppo immediatamente e sostanzialmente palpabili.

In viaggio con l’Opel Combo Life 1.5 D

 

Tralasciando queste non liete considerazioni veniamo al nostro itinerario e dedichiamo qualche parola al nuovo Opel Combo Life 1,5 D 2018 Innovation (versione top di gamma) che ci ha permesso di percorrerlo in tutta comodità, economicità e sicurezza; un mezzo che condivide pianale e interni con Citroën Berlingo e Peugeot Rifter dai quali si differenzia per il frontale, adeguato ai canoni del più recente family feeling Opel.

Il turbodiesel 4 cilindri in linea da 1.500 cc e 131 cavalli a 3.750 giri/min. con una coppia di 300 Nm a 1.750 giri/min. era nel nostro caso abbinato ad un cambio manuale a 6 marce.

Logicamente grande lo spazio interno a disposizione dei 4 passeggeri in partenza e relativi bagagli, alloggiati senza alcun problema dall’enorme vano bagagli da 597 litri; confortevole in ogni situazione di marcia grazie alla sua completa dotazione di serie, pratico in virtù dei suoi 28 scomparti e cassetti interni e sicuro in ogni situazione di traffico anche per l’alta posizione di guida, non ha dato alcun problema di tenuta neppure in caso di pioggia.

Per quanto attiene al consumo, il nostro Opel Combo (€ 25.900 il prezzo della versione in prova) lungo i circa 1.400 km di autostrada quasi a pieno carico e gli oltre 400 km di strade piuttosto tortuose percorsi nelle Langhe, ha fatto registrare una media fra i 6 ed i 6,5 km/litro (consumi medi dichiarati di 4,5 litri per 100 km  pari a circa 22,2 km/l).

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Le Langhe

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Le Langhe sono costituite da un fazzoletto di terra unico al mondo per bellezze territoriali, cura del territorio stesso, architettura dei borghi, e prodotti d’eccellenza, dal tartufo ai vini né vanno dimenticati personaggi come Cesare Pavese, Beppe Fenoglio e Giovanni Arpino letterati e poeti cui le Langhe hanno dato i natali; quanto ai vini si va – citando i principali – dall’Arneis al Barolo, dal Barbera al Dolcetto senza dimenticare ovviamente il Barbaresco.

La cucina è basata, ancor più strettamente che in altri luoghi d’Italia, sui prodotti del territorio: carni, formaggi, funghi, tartufi che danno origine a pietanze straordinarie che vanno dal carrello dei bolliti (con relative salse di accompagnamento) ai tajarin, dagli agnolotti del plin alla bagna caoda e via dicendo: sull’argomento sono stati scritti libri infiniti e quindi noi qui ci fermiamo.

L’itinerario

Abbiamo deciso di visitare per questa volta Torino e le Langhe del Sud rimandando a futura occasione la parte Nord. Abbiamo ritenuto superfluo, vista la limitata aera visitata, inserire le percorrenze giornaliere ma più semplicemente itinerari e tappe sia perché il percorso Roma-Torino-Roma via AutoSole è di circa 1.400 km e sia perché il Sud delle Langhe è estremamente circoscritto e le distanze fra Verduno (nostra base per l’intera permanenza) e la più lontana delle località visitate non supera i 70 km.

Se qualcuno vorrà seguire il nostro esempio, troverà facilissimo organizzarsi giorno per giorno tra guida, carte e navigatore tenendo magari conto di qualche spunto da noi fornito.

Quello che invece raccomandiamo è di effettuare, prima di partire, le prenotazioni di alberghi e di alcuni dei ristoranti citati.

1° giorno 24 ottobre | Roma-Torino (circa 700 km – 7/8 ore)

Partenza la mattina verso le 8.00, arrivo a Torino attorno alle 16.00 con un paio di soste per rifornimento a spuntino; pernottamento all’hotel Town House 70 (buon albergo, location centralissima, camere pulite e confortevoli, parking pubblico nelle immediate vicinanze).

Dopo la sistemazione in camera e quattro passi nel centro di questa città salotto, cena da “È Cucina” (via Bertola 27/a, Torino – tel. 011/5629038 –
 ecucinatorino@gmail.com) ristorante con menu a sorpresa di carne oppure di pesce e, sempre a scelta, di 3 o 4 portate; ambiente informale, personale giovane, cordiale e motivato; mangiato molto bene, altrettanto buono il rapporto prezzo/qualità; serve assolutamente la prenotazione.

2° giorno 25 ottobre | Torino

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Mattina dedicata alla visita alla Reggia di Venaria (15 km dal centro, 30 minuti con comoda navetta diretta da piazza Castello – consultare gli orari), grandioso complesso il cui edificio monumentale si estende su 80.000 metri quadri cui si aggiungono 50 ettari di Giardini, e 3.000 ettari recintati del Parco La Mandria. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997 e stata aperta al pubblico solamente nel 2007 dopo essere stata trasformata prima in caserma, poi in magazzino militare ed infine lasciata in stato di completo abbandono.

Per le condizioni in cui versava quando ne venne deciso il recupero in qualità di bene culturale, divenne il cantiere di restauro più rilevante d’Europa e contiene alcune delle più alte espressioni del barocco universale.

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L’itinerario della visita guidata il cui percorso, dedicato ai Savoia, è lungo quasi 2.000 metri, si svolge tra piano interrato e piano nobile della Reggia e comprende – fra gli altri siti di interesse – la Sala di Diana dovuta ad Amedeo di Castellamonte, l’imponente Galleria Grande e della Cappella di Sant’Uberto, le immense Scuderie Juvarriane.

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Di seguito una galleria di immagini le cui prime quattro (tre in bianco e nero) ritraggono alcune parti della Reggia prima del restauro.

Nelle Scuderie, sede di mostre ed esposizioni, abbiamo con l’occasione visitato «Easy Rider», il mito della motocicletta come arte cui abbiamo dedicato un articolo a parte.

Rientrati, sempre in navetta, a Torino, sosta al bistrot della COOP in Galleria San Federico 26, per un rapido spuntino; servizio cordiale su tavolini posti direttamente in una Galleria che è stata sede del quotidiano La Stampa nonché, dal 1965 al 1985 della sede sociale della Juventus e che oggi ospita negozi, gioiellerie, studi professionali. Nel corso degli anni duemila, la galleria è stata sottoposta a restauri che hanno interessato anche lo storico Cinema Lux sorto nel 1934 come Cinema Rex, rinominato Dux nel 1942, tornato al primo nome nel ’45 ed oggetto, nel 2004, di una radicale ristrutturazione, che lo ha portato alla sua forma attuale.

Pomeriggio dedicato al Museo Egizio il più antico ed importante dopo quello del Cairo, nato nel 1824 in occasione dell’acquisto, da parte del Re sabaudo Carlo Felice della collezione del piemontese Bernardino Drovetti, console di Francia durante l’occupazione dell’Egitto, forte – allora – di oltre 8.000 reperti tra statue, mummie, sarcofaghi, papiri, monili e amuleti, oggi arrivati ad oltre 300.000 (non tutti esposti al pubblico).

Cena al ristorante Monferrato, via Monferrato vicino alla Chiesa La Gran Madre ed al Po. Ambiente formale e clientela sia tradizionale che più giovane, pietanze della tradizione interpretate più dinamicamente e servizio accurato ma discreto. Un’occhiata al menu (http://www.ristorantemonferrato.com/menu) consente di inquadrare meglio il tutto; un’esperienza, secondo noi, da non mancare.

Rientro in albergo e pernottamento. 

[ Giovanni Notaro ]