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Elaborazione dell’Alfa Romeo Duetto 1600 Hachette in scala 1/8: quinta e ultima puntata

In questo ultimo articolo la trasformazione della Duetto 1600 de «Il laureato» nella 1750 competizione portata da Musumeci-Barbante al traguardo della 57° Targa Florio (ed. 1973)

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Sospensioni

Molti dettagli sono stati modificati ed evidenziati trattandoli con verniciature e tecniche appropriate (velature, pennello secco ecc.); quando possibile, i bulloni in plastica stampati sono stati rimossi e sostituiti con veri bulloni in ottone come, ad esempio, sugli attacchi delle sospensioni.

Gli ammortizzatori anteriori originali, non in scala e comunque poco dettagliati, sono stati ricostruiti utilizzando una cannuccia flessibile da bibita (la porzione corrugata ha dato il giusto realismo) ed un tubicino di metallo poi verniciati con i colori azzurro/giallo «Bilstein».

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Tutto l’assetto è stato abbassato di alcuni mm. mentre i molloni della sospensione anteriore, posizionati più all’esterno rispetto alla realtà per esigenze di produzione, sono stati riposizionati come realmente previsto dal progetto Alfa Romeo; dalle 6 immagini che segue si possono notare, partendo dalla prima immagine a sinistra che ritrae il pezzo non modificato, i vari step di lavorazione (inclusi i componenti auto-costruiti: un anello metallico un puntone interno e i due alloggiamenti per tenere in sede la molla riposizionata) sino al pezzo finito in cui le molle sono state riposizionate nella giusta posizione, senza peraltro compromettere i movimenti sterzanti e di molleggio.

Nel gruppo sospensioni-ponte posteriore, l’unica modifica ha riguardato la scatola del differenziale, implementata tramite aggiunta di micro viteria sul coperchio laterale e verniciatura dello stesso in nero opaco; tutta la scatola del differenziale è stata poi leggermente «sporcata» con una lavatura sempre di nero opaco molto diluito, una malizia che rende ancora più realistici i pezzi meccanici esattamente come la tecnica del pennello secco (pennello che dopo aver raccolto un poco del colore che si intende usare, viene bene asciugato su carta tipo scottex e poi passato velocemente, come se si dovesse spazzolare, sul pezzo che si vuole mettere in risalto rispetto al fondo). Pignone e corona, forniti dal costruttore del modello, non sono stati montati all’interno del differenziale in quanto superflui in un modello statico.

Il giunto fra cambio ed albero di trasmissione, è stato migliorato utilizzando plastica e bulloncini; analogo lavoro è stato svolto anche sulla scatola del differenziale.

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Cerchi e gomme

Nelle immagini sottostanti cerchio e gomma originali-

Particolare attenzione è stata riservata alla riproduzione delle ruote utilizzate in corsa poiché, come ogni buon modellista sa, particolari come questi “costruiscono” il realismo e la veridicità del modello.

Mentre i cerchi del modello montavano gomme Pirelli Cinturato, troppo strette e inadatte per l’uso agonistico, quelli della vettura impiegata nella Targa Florio del 1973 montavano Dunlop SP ben più larghe dei cinturato.

Poiché in commercio non si trovano ruote in scala 1/8 e meno che meno specifiche per la Duetto, si è dovuto procedere ad una realizzazione ex novo rivelatasi piuttosto laboriosa.

Per cercare di semplificare comunque il lavoro è stato deciso di cercare un maxi giocattolo che avesse gomme molto larghe e la cui circonferenza fosse di almeno 8 cm e, non senza difficoltà, alla fine è stata individuata una replica economica di un Volkswagen Beetle di Barbie in grado di soddisfare, sia pur parzialmente, le attese.

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Poiché gli pneumatici di questa Barbie-Beetle erano di diametro leggermente più piccolo (7 cm) ma presentavano un’impronta a terra abbastanza larga (mm 23) con in più una scolpitura del battistrada simile al Dunlop SP, da questa ruota è stato ricavato uno stampo utilizzato poi per replicare in resina i quattro pneumatici.

Come si può notare dalle foto, la parte centrale del cerchio della Beetle è stata tagliata per ottenere solo il pneumatico, che essendo cavo dalla parte opposta è servito per ottenere lo stampo in silicone per la successiva riproduzione in resina piena; in questo modo non solo abbiamo raggiunto un effetto realistico ma, in più, abbiamo ottenuto una gomma piena robusta a sufficienza per sostenere gli oltre 3 kg di peso del modello finito. Ecco di seguito una foto che ritrae a sinistra la ruota originale, al centro quella della Barbie-Beetle e a destra il prodotto finale.

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Per raggiungere tale risultato i cerchi stretti in dotazione al modello sono stati modificati al tornio in modo renderli compatibili con le nuove gomme realizzate in resina; nel corso di questa lavorazione prima è stata asportato il materiale in eccesso dal cerchione originale dopodiché è stato realizzato il canale in alluminio nel quale è stato inserito il piattello ricavato dalla precedente tornitura; alla fine abbiamo ottenuto ruote e cerchi la cui estetica si avvicinava a quella dei cerchi della Alfa Giulia GTA.

Questo lavoro si è rivelato così complesso da richiedere la collaborazione di un bravo tornitore.

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Vano bagagli

L’interno dei cofani anteriore e posteriore e le pareti del vano portabagagli sono stati trattati utilizzando la speciale vernice per paraurti che in scala ridotta riproduce quella antirombo tipica delle Alfa Romeo di quegli anni come già precisato nel secondo articolo (paragrafo «scocca e carrozzeria»).

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Transporter

Il contenitore per il trasporto di questo maxi modello è stato realizzato su misura da un bravo falegname al quale sono state fornite istruzioni e dimensioni; i pannelli di legno, una volta segati a misura, sono stati foderati con pannelli di foam da imballaggio e poi incernierati in modo da permetterne l’apertura.

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E per concludere ecco un paio di foto della vera Duetto alla Targa Florio ed una galleria di immagini del modello scattata al Motorvillage di Palermo, dove è stata esposta insieme al diorama della 54° Targa Florio.

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Si conclude così questo sostanzioso reportage su una delle più belle realizzazioni di Gianni Petta che ringraziamo per averci fornito questa particolare opportunità.

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testo Gianni Petta raccolto da Giovanni Notaro ]

Immagini Gianni Petta