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7 Jeep concept per il «Moab Easter Safari»

A Moab arriveranno più di 1.000 appassionati di off-road per l’annuale evento Jeep, una settimana di fuoristrada tecnico su oltre 40 trail di difficoltà diversa. Un immenso parco giochi nella stupenda cornice delle Red Rock, un appuntamento must per il brand Jeep

 

“Più del 14% l’incremento delle vendite Jeep nei primi 2 mesi del 2018, con l’obiettivo di raggiungere il +40% entro l’anno”. Con queste parole il responsabile del brand Jeep, Mike Manley, ha presentato martedì nella sede di Auburn Hill (Michigan) i 7 concept Jeep che saranno presentati questo week-end a Moab (Utah) per il tradizionale «Easter Jeep Safari».

Anche quest’anno, per il tradizionale raduno pasquale che per una settimana coinvolgerà i Jeepers provenienti da tutti gli States su quegli off-road trail considerati tra i più belli e suggestivi degli Stati Uniti, Jeep e Mopar hanno realizzato 7 Jeep specificatamente «customizzate» con gli accessori del vasto catalogo Jeep Performance Parts (JPP).

Jeep 4SPEED

Nell’aspetto riprende quello del concept Pork Chop del 2011 e del concept Stitch del 2013, ma con maggiore contenimento del peso grazie all’utilizzo della fibra di carbonio per il cofano motore, i parafanghi e la vasca posteriore. Nella vista laterale, l’aspetto è reso più gradevole dalla maggiore inclinazione del parabrezza, dal taglio più angolato dell’apertura porte (che non ci sono) e dal roll-bar a gabbia. Togliendo i paraurti, la lunghezza della 4SPEED è inferiore di 56 cm rispetto alla Wrangler di serie, a fronte di un passo rimasto invariato. Inoltre, grazie anche agli pneumatici da 35″ montati su cerchi in lega da 18″, l’altezza da terra è aumentata di +50 mm; elementi che hanno consentito di aumentare gli angoli di entrata e uscita e migliorare le prestazioni off-road. La generosa dimensione degli pneumatici ha imposto di montare sia davanti che dietro dei semiassi Dana 44, adeguati per trasferire i 270 cavalli del nuovo 2 litri turbo a benzina.

Jeep Sandstorm

Esteticamente ispirato alle «Baja desert racers», il concept Sandstorm è stato realizzato per soddisfare sia nell’uso fuoristradistico che stradale, grazie alla potenza del motore e alle particolari sospensioni regolabili. Interessante la soluzione scelta dal team Mopar per ottenere un pick-up a 4 posti, quelli anteriori coperti e quelli posteriori scoperti o tutt’al più copribili con un telo, e 4 porte, con quelle posteriori tagliate. L’aspetto racer è completato dal cofano motore in carbonio con una vistosa presa d’aria, paraurti anteriore in tubo d’acciaio con 2 fari supplementari KC Carbon, roll-bar integrale e dalla tipica posizione per la ruota di scorta. Al fine di migliorare la stabilità alle alte velocità della Sandstorm, il passo è stato allungato di +150 mm rispetto alla Wrangler Unlimited dalla quale deriva, spostando in avanti di 100 mm il ponte anteriore e indietro di 50 mm quello posteriore.

In fuoristrada la Sandstorm si muove agevolmente grazie agli ammortizzatori a gas con by-pass con un’escursione di 35 cm sulle ruote anteriori e 45 cm su quelle anteriori. I ponti anteriore e posteriore heavy-duty Dynatrac 60 trasferiscono i 470 cavalli sviluppati dal V8 di 6,4 litri agli pneumatici BFGoodrich Crawler da 39,5″ montati su cerchi da 17″ con beadlock. Il cambio è manuale a 6 rapporti.

Jeep B-Ute

Più tranquilla la B-Ute derivata dalla Renegade, sebbene il suo aspetto evidenzi un carattere esuberante. Il corpo vettura è stato rialzato con lift kit da 1,5″ (38 mm) e gli pneumatici BF Goodrich T/A Baja Champion sono montati su cerchi da 17″ con un offset di 30 mm. Elementi che hanno consentito di migliorare le capacità fuoristradistiche e la stabilità grazie alle carreggiate allargate.

Esternamente si nota un capiente portapacchi tubolare sul tetto e piastre di protezione sotto scocca in alluminio. Il motore della B-Ute è un 2,4 litri Tigershark da 182 cavalli abbinato ad un cambio automatico a 9 rapporti.

Jeep Wagoneer Roadtrip

Il Wagoneer può essere considerato il capostipite dei SUV, non solo per la tipologia della carrozzeria, ma anche perché al momento del suo debutto era il primo veicolo a 4 ruote motrici con cambio automatico e come logico che sia è stato prodotto da Jeep.

Per il Moab Easter Safari, Jeep e Mopar hanno voluto realizzare un concept il più possibile uguale a quell’iconico modello Yankee nato nel 1963. L’estetica è praticamente la stessa del Wagoneer ’67/’68 e anche gli interni ricalcano l’atmosfera di quegli anni, neanche un occhio esperto noterebbe la carrozzeria allungata quel tanto che basta per adeguarsi al passo maggiorato di 5″ (127mm).

Inoltre sono stati risagomati i passaruota, cambiato il paraurti con uno verniciato anziché cromato e cristalli Bottle Green per conferire un aspetto più elegante. Maggior lavoro è stato dedicato alla struttura e alla meccanica. Il telaio è stato rinforzato e scatolato, i ponti anteriore e posteriore sono Dana 44 con sospensioni a 4 bracci con molle e ammortizzatori. I cerchi sono in acciaio verniciato da 17″ con pneumatici Mud Terrain da 33″.

Il motore è un più moderno V8 da 5,7 litri con cambio automatico a 4 rapporti, al posto dell’originale 6 cilindri in linea 230 Tornado da 3,8 litri e 140 cavalli.

Jeep Nacho

I concept che seguono sono stati realizzati partendo dalla base del Wrangler 2018 e il loro aspetto finale lascia intendere ciò che si può ottenere attingendo al vasto catalogo di Jeep Performance Parts (JPP) il cui nuovo logo è applicato sul cofano motore che in questo caso è il nuovo 2 litri turbo da 270 cavalli, vagamente imparentato con quello della Giulia e della Stelvio (la famiglia è il Global Medium Engine di FCA).

Il nome Nacho di questo concept è dovuto alla particolare verniciatura Nacho Yellow della carrozzeria che ne esalta la personalizzazione e contrasta con gli altri particolari verniciati Nero opaco. Tra questi, la griglia anteriore, le porte in tubo di acciaio da 2″ e il robusto paraurti Rubicon in acciaio nel quale è inserito un verricello Warn e sul quale sono fissati 2 fari Led Automotive Lighting, divisione di Magneti Marelli. L’aspetto più alto della carrozzeria è dovuto a un lift kit da 2″ e agli pneumatici da 37″ montati su cerchi in lega da 17″ con beadlock.

Jeep Jeepster

Basata sulla nuova Wrangler Rubicon della quale mantiene la meccanica originale, il concept Jeepster portato a Moab ripropone l’aspetto bicolore della storica Jeepster del 1966, Firecracker Red per il corpo vettura e Bright White per l’hardtop e il profilo dei parafanghi. La linea meno squadrata dell’abitacolo è dovuta alla maggiore inclinazione di 2,5° del parabrezza e dal taglio di 2″ della parte alta posteriore dell’hardtop. Anche sulla Jeepster come sulla Nacho, è stato montato un lift kit da 2″, ammortizzatori con il diametro da 2,5″ e pneumatici BFGoodrich da 37″ montati su cerchi da 17″ con beadlock. La ruota di scorta è fissata all’interno, in tal modo esternamente si possono trasportare attrezzi o taniche per l’acqua.

Jeep J-Wagon

In questo caso la base è la Wrangler Sahara 2018 nella versione lunga a 4 porte della quale mantiene la meccanica originale e nella livrea Warm Neutral Grey con cristalli fumé.

Al di là delle caratteristiche intrinseche del modello, gli unici particolari che concedono un utilizzo fuoristradistico, sono lo snorkel, i fari Led di tipo militare alla base del parabrezza e gli pneumatici BFGoodrich KM3 da 35″ montati su cerchi in lega da 17″.

Per la J-Wagon hanno preferito riservarle una rifinitura più elegante, curando particolarmente gli interni per accentuarne il comfort. I sedili sono in pelle Katzkin color cammello con profili marrone e la plancia è rivestita in pelle nera con cuciture a contrasto.

[ Paolo Pauletta ]