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Guida Autonoma, ancora un tabù da criminalizzare

Il Trafic Aware Cruise Control di Tesla ancora una volta sotto accusa

È normale leggere o sentire che un incidente è stato causato dalla pioggia, o dalla nebbia, o dalla curva maledetta o dall’alta velocità. Non si dice mai, o quasi, che la causa è il guidatore, il quale generalmente non sa valutare le condizioni della strada e la pressione del suo piede sull’acceleratore, in altre parole: la propria capacità di guida. D’altra parte oggi guidare è un diritto, indipendentemente dal fatto se uno sa guidare o meno. Probabilmente per questa ragione le auto di oggi hanno una dotazione completa di assistenza alla guida: per sopperire alle carenze del guidatore.

Ora che sulle strade c’è la Tesla Model S, c’è una ragione in più dare la colpa alla vettura e al suo sistema di guida autonoma, per minimizzare la responsabilità del guidatore. Fortunatamente le assicurazioni non sono di questa opinione e considerano chi sta al posto di guida come unico responsabile del veicolo.

Un altro incidente con la Tesla Model S

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È successo anche sabato scorso in Germania, quando sull’autostrada A1 nei pressi di Lubecca, c’è stato un maxi-incidente nel quale sono stati coinvolti 3 autoarticolati, 2 furgoni e 26 auto, compresa una Tesla Model S guidata da una donna di 73 anni di Brema che purtroppo ha perso la vita.  Il giorno dopo è stato scritto che la probabile causa del maxi-incidente è da attribuire alla Tesla Model S e alla sua guida autonoma.

Già lunedì dopo i rilievi della Polizia, è stato accertato che quel tratto di Autostrada era stato interessato da una forte grandinata e successiva nevicata che ha reso il manto stradale una pista ghiacciata, dando inizio ad una serie di sbandate e tamponamenti, causati da una velocità non commisurata alle condizioni stradali. Quando i soccorsi erano già sul posto, è sopraggiunta la Tesla che ha centrato alcuni mezzi incidentati, per poi terminare la sua corsa ai margini della carreggiata.

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Se questa è la cruda cronaca di un tragico incidente e chiarita la sua dinamica, martedì la portavoce di Tesla Germania, Carla Gritz, ha comunicato: “Abbiamo accertato che l’Autopilota non era inserito”. Una notizia che ha smentito e zittito chi non perde occasione per demonizzare la Tesla Model S, una confortevole berlina elettrica all’avanguardia, sia per quel che riguarda le prestazioni che l’autonomia: 250 km/h di velocità massima, 0-100 in meno di 3 secondi e autonomia di oltre 500 km.

Un sistema molto evoluto

Ora che alcuni incidenti hanno coinvolto questa vettura con la modalità Autopilot inserita, c’è una ragione in più per dubitare della sua efficienza. Il fatto è che nella maggior parte dei casi la colpa è da attribuire a colui che stava al posto di guida, il quale non ha rispettato le indicazioni del costruttore in relazione al suo utilizzo.

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Bisogna ricordare che sulla Tesla Model S, ci sono 3 modalità di guida autonoma: Autosteer, Autopark e Trafic Aware Cruise Control (TACC).

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Il primo software risale a settembre 2014, poi a ottobre 2015 è stato inserito l’aggiornamento v.7.0. A ottobre 2016 è arrivato l’up-date v.8.0. che consentiva di impostare la velocità fino ad un massimo di 8 km/h superiore al consentito. Ora con l’aggiornamento v.8.0.2. introdotto a fine dicembre, oltre numerose indicazioni supplementari relative alle mappe stradali e alle indicazioni per le stazioni di ricarica, anche questa tolleranza è stata azzerata e la vettura viaggia scrupolosamente alla velocità massima consentita.

Purtroppo, alcuni proprietari di Tesla si sono lamentati che il software non consenta di superare i limiti di velocità, in altre parole di infrangere il Codice della Strada e preferiscono non inserire il Pilota Automatico.

Difficile dire se questo incidente della Tesla sarebbe successo se fosse stata inserita la guida autonoma, «con i se e con i ma la storia non si fa». Ciò che si può dire è che il sistema, con le telecamere ed il radar, legge le indicazioni stradali, le vetture che precedono ed eventuali ostacoli; un altro sensore valuta in base al tempo meteo e alla temperatura esterna, le probabili condizioni della strada. Tutti questi dati vengono poi inviati ad una centralina che conseguentemente agisce sullo sterzo, sull’acceleratore e sui freni.

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Domande che hanno bisogno di risposte

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– Ma cosa succede se alcune di queste informazioni sono contrastanti?

– Come fa l’intelligenza della macchina sapere se deve credere ai sensori?

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A queste domande i costruttori di automobili dotate di guida autonoma devo dare ancora una risposta, ma verosimilmente il rischio Zero incidenti è un’utopia. Qualunque sia il tipo di guida, umana o autonoma, l’incidente è sempre possibile, solo che è più facile giustificare l’errore umano che quello di un computer.

Per il momento accontentiamoci della Guida Assistita, almeno fino al 2025.

[ Paolo Pauletta ]