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Stop ai Diesel VW negli Stati Uniti e maxi multa da 14,7 miliardi

E in Italia? Per i doveri bisogna fare come dice l’Europa, per i diritti bisogna arrangiarsi da soli

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Ormai è risaputo che il gruppo VW ha concordato con le autorità statunitensi un rimborso di 14,7 miliardi di dollari per le note vicende del Dieselgate, suddivisi in 10 miliardi destinati agli automobilisti per il riacquisto di una vettura nuova previo ritiro della vecchia, naturalmente a costo Zero, o per un risarcimento forfettario; 2,7 miliardi in 3 anni per compensare le emissioni di NOx (ossido di azoto) e 2 miliardi in 10 anni per creare infrastrutture per veicoli a emissioni Zero. Senz’altro anche per quest’ultima ragione, la Casa di Wolfsburg ha deciso di non commercializzare più negli Stati Uniti veicoli Diesel, bensì veicoli elettrici o ibridi.

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I problemi per il gruppo VW non sono però finiti qui, almeno negli Stati Uniti, in quanto rimane ancora insoluto il problema delle 25.000 Audi Q7 equipaggiate con il motore V6 da 3 litri, troppo vecchie per essere sostituite con un modello nuovo. Probabilmente bisognerà preventivare un ulteriore esborso di 1 miliardo di dollari.

E in Europa?

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La Commissione Europea ha già intimato al gruppo VW di riservare anche ai clienti europei lo stesso trattamento concordato negli Stati Uniti, lo stesso vice-Presidente della Commissione Maroš Šefčovič ha affermato: “In Usa hanno i risarcimenti, in Europa solo le scuse”.

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Per il momento l’Antitrust italiana ha inflitto al Gruppo tedesco una multa da 5 miliardi, confermata dal TAR del Lazio, ma solo per pratica commerciale scorretta con manipolazione del sistema di controllo delle emissioni inquinanti. Nulla a favore degli automobilisti.

D’altra parte si sa che in Europa non c’è un organo tanto forte da imporre qualcosa ad un colosso industriale come Volkswagen, ci sono altri interessi che vanno privilegiati prima degli automobilisti. Per questa ragione il gruppo VW non si preoccupa di ciò che viene intimato loro dai vari Governi e Commissioni, e proseguono sulla molto più economica strada dei richiami.

Richiami per 7 milioni di vetture

Per il momento infatti è solo confermato che stanno per arrivare a casa dei circa 7 milioni di europei (700.000 in Italia) possessori delle vetture con i motori TDI (1,6 e 2 litri: VW, Audi, Seat e Škoda) incriminati, un «invito» a prendere appuntamento con un’officina autorizzata per aggiornare gratuitamente la centralina e sostituire il regolatore di flusso. Un intervento di circa 1 ora. E l’indennizzo? Nulla è stato stabilito, ma tenete presente che secondo i parametri di indennizzo concordati negli Stati Uniti, per ogni vettura spetterebbero dai 5 ai 10.000 euro.

Forse è meglio non andare in officina per l’aggiornamento, perché così facendo si rischia di “passare” per pienamente soddisfatti e poi null’altro è dovuto, con buona pace del risarcimento. Meglio aspettare e aderire ad una delle «Class Action» già attivate dalle varie Associazioni Consumatori.

 [ Redazione Motori360 ]