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Chantilly Arts & Elegance Richard Mille 2016

Vincono i «Best of Show Awards» la mitica Alfa Romeo 8C 2900 Lungo e la sportivissima DS E Tense del Groupe PSA

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Questa terza edizione del Chantilly Arts & Elegance Richard Mille ha dimostrato la validità della sua formula che grazie alla location, al livello dei partecipanti ed all’eleganza della manifestazione stessa, ha attirato 13.500 spettatori (come nel 2015) nonostante l’inclemenza del tempo nella prima parte della mattinata che certamente non ha invogliato gli indecisi.

Otto i concept in concorso (Aston Martin, BMW, Bugatti, DS Automobiles, Lexus, McLaren, Mercedes-Benz e Rolls-Royce) ed un numero di Case automobilistiche in crescita rispetto al 2015. Quest’anno, per la prima volta, si sono associate sei atelier fra i più famosi: Balmain, Eymeric François, Giorgio Armani, Jean-Paul Gaultier, Jorgen Simonsen e Timothy Everest.

Quattro i premi assegnati ad altrettante fra le numerose vetture partecipanti al Concorso d’eleganza: il Best of Show è andato alla DS E-TENSE abbinata ad una creazione di Eymeric François, il Premio del pubblico è stato assegnato alla Mercedes-Maybach 6 Vision affiancata ad un modello di Jean-Paul Gaultier, il premio per la migliore combinazione auto/moda è toccato alla McLaren 570GT by McLaren Special Operations, anche questa abbinata ad un modello di Jean-Paul Gaultier, ed infine un premio speciale è stato assegnato alla moto realizzata da Zagato per MV Agusta che proprio a Chantilly ha debuttato in prima mondiale.

Questo «Concours d’Etat» ha attirato 800 vetture, molte delle quali del tutto particolari, portate in Francia da una quarantina di club provenienti da tutto il mondo che sono state suddivise in 21 categorie e fra cui è stata scelta – per l’altro «Best of Show» assegnato -l’Alfa Romeo 8C 2900B Lungo Berlinetta Touring del 1938 appartenente al collezionista americano John Shirley che gli organizzatori avevano inserito nella categoria «vetture chiuse anteguerra, l’esordio dell’aerodinamica».

Tra le personalità premiate spicca Jean Todt, Presidente della FIA (Fédération Interationale de l’Automobile) al quale è stato assegnato un premio alla carriera, iniziata 50 anni fa prima come co-pilota Peugeot e poi come manager Peugeot e Ferrari; lo stesso Jean Todt ha premiato, non senza un pizzico di commozione, il pilota Jean Guichet con il quale divise l’abitacolo di una Peugeot 504 Gruppo 4 portandola nel 1979 alla vittoria del Rally d’Argentina.

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Ma questo Concorso d’eleganza ha unito – ecco la forza della sua formula – belle auto in una location unica, accompagnate da modelle di gran classe che hanno valorizzato, e viceversa, gli abiti indossati per l’occasione e che hanno costruito, assieme all’auto cui si accompagnavano, binomi unici:

una dimostrazione dell’«art de vivre» alla francese, condita da una serie di workshops collaterali e momenti di relax veramente fuori dal mondo di tutti i giorni facendo rivivere «con brio» (utilizziamo l’identica espressione utilizzata a questo proposito proprio dagli stessi organizzatori) l’atmosfera dei Concorsi degli anni ’20 del secolo scorso a pubblico, partecipanti ed a quanti – più da lontano – hanno potuto comunque apprezzare le immagini diffuse dai media.

La partecipazione della DS-E-TENSE e del Groupe PSA

Mc LAREN / CHANTILLY ARTS & ELEGANCE - 04/09/16

DS E-TENSE è il trait-d’union fra altissimo artigianato e digital creativity e vuole prefigurare il futuro di DS, basato su alta tecnologia ed eleganza. Con una personalità innovativa, DS E-TENSE sfrutta la tecnologia per liberarsi dai tradizionali vincoli stilistici. Il design parametrico, orientato agli universi della sartoria e dell’architettura, ha permesso di progettare una calandra sinuosa ed una plancia d’avanguardia.

Sono state ben 800 le ore occorse a DS, assieme alla Casa di pelletteria Moynat, al produttore di orologi BRM Chronographes ed allo specialista in acustica Focal, per progettare e realizzare un ambiente luminoso ed inedito.

Oltre che per una linea che fonde morbidezza e linee tese, DS E-TENSE si distingue anche per la sua la catena di trazione elettrica che eroga ben 402 cv ed una coppia di 516 Nm pur con una autonomia di oltre 300 km.

La DS-E-TENSE era accompagnata da una modella che indossava un tubino di velluto di seta dello stilista francese Eymeric François, che allacciato con circa 80 metri di nastri di pelle cuciti a mano. Un’opera della collezione che lo stilista francese ha voluto chiamare «Femmes & Fatales», in omaggio all’eleganza ed alla sensualità, tipicamente parigine, delle sue creazioni.

Accanto alla DS E-Tense sono stati esposti ben 25 modelli DS e SM da collezione tra cui ID, DSpécial, DS Pallas, DS decouvrable, DS Cabriolet, DS Chapron Croisette, SM Opéra, SM Proto Fura e SM Export USA, gioielli del passato affiancati dalla monoposto di Formula E DSV-01 100% elettrica della scuderia DS Virgin Racing, che si è classificata terza alla fine dell’ultima stagione del Campionato di Formula E FIA, da quattro modelli della nuova linea.

L’Alfa Romeo 8C 2900 Lungo del 1938

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La 8C 2900 deriva dalla 8C 2300 dell’inizio anni ’30 del secolo scorso. Saltando a piè pari la storia della sorella di maggiore età e minore cilindrata, qui possiamo semplicemente ricordare che la 2300 vinse, fra l’altro, per quattro volte di seguito la 24 Ore di Le Mans (1931/2/3/4), giungendo seconda nell’edizione 1935; conquistò due vittorie alla 24 Ore di Spa (1932/33) e tre vittorie consecutive alla Targa Florio (1931/32/33); altri tre primi posti, sempre consecutivi, li conquistò alle Mille Miglia del 1932/33 e 34. La 2900 rinverdì le glorie della sua ascendente con quattro vittorie alla Mille Miglia (1936/37/38 e 1947) ed una vittoria alla 24 Ore di Spa del 1938 e l’elenco è largamente incompleto.

Della 8C 2900 a carrozzeria chiusa vennero prodotti circa 30 esemplari mentre della 2900 A – era la versione aperta – ne furono realizzati solamente sei. Nell’ottobre del 1936 Auto Italiana scrisse di lei: “La 8 cilindri 8C 2900 B, essa pure a 4 ruote indipendenti, si può definire la vettura tipo nel campo delle macchine veloci per sport. Salvo il motore, molto simile a quello delle famose monoposto 8 cilindri da corsa, tutto è stato disegnato ex novo nella 2900 B in vista di ottenere una vettura perfettamente all’altezza delle più moderne tendenze e concezioni. Con due compressori e due carburatori il motore sviluppa ben 180 cv a 5.000 giri e la velocità massima sale a 185 km/h nel tipo corto (passo 2.750 mm, peso 1.050 kg) e a 175 km/h nel tipo lungo (passo 3.100 mm, peso 1.100 kg). Ricordiamo che la sospensione posteriore (sempre a ruote indipendenti) di questo modello non è a barre di torsione, come nel precedente, ma con balestra trasversale”.

Costava allora una fortuna: 109.000 lire il telaio corto e 115.000 quello lungo, cui si dovevano aggiungere i costi di interni e carrozzeria firmata o dalla Touring o dalla Pinin Farina.

La 8C 2900 B era mossa da un 8 cilindri 68 x 100 da 2.905 cc che, con un rapporto di compressione 5:75 a 1 (ricordiamoci che era dotata di un compressore volumetrico), erogava 180 cavalli a 5.000 giri/minuto. Le valvole erano in testa, il carburatore Weber verticale e l’accensione a magnete Wertex, la frizione era a dischi multipli e la trazione posteriore. La 8C consumava 25 litri di benzina per 100 km e poteva raggiungere i 185 km/h (170 km/h la versione aperta).

Il passo era di ben 3 metri (2,8 la versione corta), mentre la carreggiata era di 1,35 metri, la sospensione anteriore cilindrica era indipendente mentre la sospensione posteriore, sempre indipendente, era a balestra trasversale. L’auto completa in versione chiusa pesava 1.150 kg (1.050 la versione corta).

[ Giovanni Notaro ]