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Solar Impulse 2: concluso con successo il giro del mondo

Atterrato a Dubai, da cui era decollato il 9 marzo 2015, il primo velivolo a celle fotovoltaiche ha percorso 40.000 chilometri in 16 mesi e circa 500 ore di volo

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Nell’apprendere della conclusione di questa impresa sicuramente storica per aviazione ed ambiente, ci è venuta in mente la trasvolata atlantica in solitario compiuta da Charles Lindbergh (New York-Parigi senza scalo) nei giorni 20 e 21 maggio 1927.

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Il paragone non è calzante se si guarda alla distanza percorsa, al tempo impiegato ed alla differente tipologia di aeromobile eppure, se si guarda all’importanza di entrambe le imprese nei rispettivi contesti temporali, ecco che il paragone può trovare giustificazione.

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Alla cloche dell’aereo concepito proprio per promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili, si sono alternati i due piloti-progettisti Andre Borschberg (63) e Bertrand Piccard (58) ed è toccato proprio a quest’ultimo l’onore di concludere l’ultima tappa all’aeroporto al Bateen (Dubai) dove lo attendeva il suo compagno di avventura, svizzero come Piccard che, esploratore e medico, proviene da una famiglia che potremmo definire «limitless» visto che padre e nonno sono stati i primi a raggiungere rispettivamente il punto più profondo degli oceani e la stratosfera.

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Comunque anche Borschberg, grazie alla tratta Nagoya (Giappone) – Hawaii, in tutto 8.924 chilometri, ha fatto suo il record per il più lungo viaggio aereo in solitaria (il Solar Impulse 2 è monoposto) compiuto senza interruzioni.

Il viaggio aveva una durata programmata di 5 mesi mentre in realtà ne sono serviti 16 a causa di avverse condizioni atmosferiche, qualche problema di salute occorso a Piccard (in cabina di pilotaggio, le temperature oscillavano tra i -20 e i +35 gradi centigradi e la respirazione veniva agevolata da bombole di ossigeno per affrontare le maggiori altitudini) e di alcuni inconvenienti tecnici (batterie).

Vale comunque ricordare che l’aereo, partito da Abu Dhabi, ha fatto tappa a Mascate (Oman), Ahmedabad e Varanasi (India), Mandalay (Birmania), Chongqing e Nanjing (Cina) e Nagoya (Giappone); da Nagoya ha affrontato la traversata del Pacifico sino alle Hawaii (USA) per poi saltare sino a San Francisco, Phoenix, Tulsa, Dayton, Lehigh Valley e sulla costa atlantica di New York da cui è ripartito alla volta di Siviglia e da lì al Cairo ed Abu Dhabi.

L’idea, lanciata da Piccard nel 2003, riguardava un “progetto per l’energia, per un mondo migliore” e “più che un successo dell’aviazione, Solar Impulse 2 è un successo nella storia dell’energia. Ci sono soluzioni, ci sono tecnologie. Non accettiamo che il mondo sia inquinato solo perché la gente ha paura di pensare in altro modo“. E a questo proposito sempre Piccard ha dichiarato “Abbiamo nuovo materiale di isolamento, nuove lampade Led, nuove strutture in fibra di carbonio estremamente leggera; tutto questo potrà essere usato ora a terra, dimezzando il consumo energetico e quindi le emissioni di CO2 nel mondo; è una rivoluzione totale nella protezione dell’ambiente.

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Se diamo un’occhiata ad alcune delle caratteristiche tecniche di questo aereo, che è un ibrido fra veleggiatore ed aereo a motore, scopriremo che è un vero e proprio peso piuma (solamente 1.500 kg) ma ha quasi ha la stessa apertura alare di un Boeing 747; tale estensione ha permesso al Solar Impulse 2 sia di veleggiare e sia di ospitare 17.248 celle fotovoltaiche (circa 50 volte più potenti di quelle normali) che gli hanno fornito l’energia – e l’autonomia – per coprire l’intero percorso ad una velocità media di circa 80 chilometri orari.

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Il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon ha osservato, nel corso dell’ultima tappa, “È un giorno storico, non soltanto per voi, ma per l’umanità”.

[ Giovanni Notaro ]