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Ruf Porsche, debutto per la SCR 4.2 da 525 cv

Dallo specialista tedesco una gamma di 911 molto speciali presentate al Salone di Ginevra

Risale al 1975 la prima Porsche con il marchio Ruf sul cofano, era una «930» con la cilindrata portata a 3,3 litri, 2 anni dopo Alois Ruf incrementò la potenza con un turbocompressore portandola a 307 cv. Da quel giorno, o meglio da quell’anno, dall’atelier di Pfaffenhausen nel sud della Baviera, sono usciti molti modelli con rifiniture personalizzate e caratteristiche ulteriormente esaltate, un punto di riferimento per chi desidera una Porsche davvero speciale.

Le vetture Ruf sono realizzate con la passione per l’eccellenza meccanica, bellezza estetica, piacere di guida e qualità ingegneristica. Gli elementi del mantra Ruf sono: Guidabilità, Longevità e Affidabilità.

Al Salone di Ginevra  Alois Ruf ha portato tutti i modelli della sua attuale produzione, tra questi ha fatto il suo debutto la SCR 4.2 realizzata sulla base della Porsche 964, un intrigante up-grade per chi già possiede questo modello d’antan e ne accentua il carattere sportivo.

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Come nella «964» di origine, il motore mantiene la configurazione 6 cilindri boxer aspirato, ma con la cilindrata portata a 4,2 litri (4.185 cc) per una potenza di 525 cv per una coppia di 500 Nm con un cambio manuale a 6 rapporti.

Il peso contenuto a 1.190 kg grazie anche all’adozione del tetto in carbonio, ha consentito di ottenere un rapporto peso/potenza di 2,270 kg/cv e una velocità massima di 322 km/h. Al fine di assicurare una migliore stabilità in rettilineo e una maggiore percezione di sportività, gli ingegneri Ruf hanno allungato il passo di 72 mm, portandolo a 2.342 mm.

Un altro modello molto interessante, presente a Ginevra, è la Ultimate, evoluzione della 964 Turbo con il motore 3,6 litri che, grazie al doppio turbo, eroga una potenza di 590 cv con una coppia di 720 Nm per una velocità massima di 339 km/h. Al fine di mantenere il peso sotto i 1.200 kg e un rapporto peso/potenza di 2,06 kg/cv, con un baricentro molto basso, tutto il corpo vettura è stato realizzato in materiale composito Kevlar e Carbonio.

Questo materiale è stato realizzato seguendo una tecnica di costruzione aeronautica chiamata «pre-preg» con polimerizzazione in autoclave a temperature di 120 °C e 6 bar di pressione; il risultato di questo processo è una struttura estremamente leggera e robusta, ulteriormente rinforzata con il tradizionale roll-bar integrale RUF IRG (Integrate Roll Cage).

Tra le Ruf vintage è doveroso segnalare la Turbo R Limited che, nel 2016, sarà prodotta in soli 7 esemplari come tributo alla «Turbo R» del 1998.

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Questo modello Limited Edition deriva dalla «993», l’ultima Porsche raffreddata ad aria e come questa adotta il motore boxer da 3,6 litri, ma con il doppio turbo, raggiunge la ragguardevole potenza di 620 cv per raggiungere come la sua illustre antenata, la velocità di 339 km/h. Il cambio è manuale a 6 rapporti con la trazione solo posteriore, ma essendo realizzata su ordinazione, si può averla anche con la trazione integrale.

Un altro modello che ha contribuito a creare il mito Ruf e presente a Ginevra, è la CTR2 Yellowbird del 1997. Derivata dalla Porsche 993 turbo, ha il motore di 3,6 litri bi-turbo che sviluppa una potenza fino a 580 cv per una velocità massima di 354 km/h, tanto da renderla tra le automobili più veloci del mondo.

In quell’anno vennero realizzati anche 2 esemplari con la potenza di 702 cv per partecipare alla famosa corsa statunitense di Pikes Peak dove si classificarono al 2° e 4° posto.

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Carattere e finiture spiccatamente sportive per la RtR (Ruf turbo Rennwagen) nella versione Narrow (stretta). Una vettura da corsa omologata per circolare su strada, ma con prestazioni da pista…

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Esteticamente si riconosce principalmente per la larghezza della carrozzeria meno evidente, 1.860 mm anziché 2.012 mm, pur essendo equipaggiata con pneumatici extra-large, 255 mm davanti e 325 mm dietro. Il motore è il ben collaudato 3.8 boxer bi-turbo, con cambio manuale a 6 rapporti e trazione integrale, che sviluppa ben 802 cv e consente alla RtR Narrow di raggiungere i 350 km/h.

Alle alte velocità l’aderenza al suolo della vettura è garantito dal doppio spoiler posteriore, di derivazione motorsport, che consente di aumentare la deportanza. Sul frontale 2 grosse prese d’aria sotto i fari favoriscono il raffreddamento dei freni anteriori, con dischi da 410 mm e pinze con 6 pistoncini, mentre posteriormente i dischi adottati sono da 390 mm con pinze a 4 pistoncini.

[Paolo Pauletta]