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Modellismo: un universo in una parola

Collezionismo dall’acquisto allo scambio o modellismo dal montaggio del kit ai concorsi: un vero e proprio universo in palmo di mano! Un articolo per dare il via ad una rubrica fissa di Motori360 conducendo i neofiti nell’affascinante mondo di virtuosismi e passione

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La passione per l’auto si estrinseca in mille modi diversi: dalle interminabili chiacchiere al bar ai tanti Forum su Internet, dalle riviste specializzate ai libri, ai DVD, dal possesso dell’auto da sempre desiderata al desiderio che, purtroppo, rimane tale, ed infine al collezionismo che, in base alla passione di chi lo esercita, prende direzioni diverse: con denaro, spazio e tempo si collezioneranno auto d’epoca, mentre l’appassionato di storia cercherà pubblicazioni su marche, modelli ed eventi; c’è chi rivolgerà la propria attenzione a manifesti e locandine di eventi, corse e pubblicità automobilistiche e chi guarderà all’automobilia; infine, c’è chi pone al centro del proprio mirino l’auto in scala.

Sin dalla loro comparsa, le prime auto – le famose carrozze senza cavalli del tardo ‘800 -furono riprodotte dapprima rozzamente e poi sempre più finemente. D’altra parte il progresso ha toccato tutti i campi dell’ingegno e quindi dai pezzi di legno e dalla latta di ieri siamo oggi arrivati a modelli praticamente indistinguibili, in foto, dall’auto che riproducono.

Per arrivare alle fusioni metalliche, alle resine ed alla plastica il percorso non è stato breve ma l’impiego di materiali avanzati, il ricorso alla progettazione in 3D, a tecniche di realizzazione degli stampi sempre più sofisticate, hanno portato, se si guarda il modello finito o il kit di montaggio, a risultati ottimi nella media, spesso eccellenti ed eccezionali in casi più rari ed elitari; ed ecco qui abbozzata una segmentazione del mercato modellistico per qualità di prodotto e, implicitamente, del correlato prezzo.

Ma prima di andare avanti chiariamo due cose: la prima è che, come sottolineato nel sommarietto, l’articolo è dedicato a chi non ha esperienza specifica ma vuole approfondire, la seconda è che i modelli-giocattolo sono esclusi dai nostri discorsi anche se sono argomento principe quando si parla di collezionismo di «automobiline» o di auto-giocattolo prodotte dagli anni ’20 agli anni ’40 o di modelloni pubblicitari tipo la Ferrari F50 o la 312 T2 di Lauda prodotte per le distillerie Toschi; in questa occasione parliamo di modellismo dei giorni nostri anche se qualche accenno al passato, parlando di collezionismo, sarà dovuto.

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Altra voluta limitazione: tratteremo solamente di modellismo statico: anche se le ruote girano ed il volante funziona, nessun vero collezionista si sognerebbe di fare “brum brum” con un modello acquistato o scambiato, magari a caro prezzo.

E visto che abbiamo menzionato la scomoda parola, ecco qualche pertinente considerazione. Da venti/venticinque anni il mondo del modellismo ha subito una profonda trasformazione: un tempo bambini e ragazzi si dovevano arrangiare anche nel gioco: la manualità, il disegno, il costruire, erano i mezzi per divertirsi e per realizzare qualcosa con cui giocare, dalla bambola di pezza al rudimentale Pinocchio, dal trenino costituito da cubi e parallelepipedi di legno ai quali si applicavano dischetti a mo’ di ruote, per non parlare – svicoliamo un attimo – di quelle trappole infernali costituite da quattro assi di legno, 4 cuscinetti a sfera a mo’ di ruote ed un rudimentale sterzo, (i freni non erano proprio contemplati…) con cui ci si fiondava giù da rampe di garage o viottoli di campagna con risultati talvolta da pronto soccorso; ma il divertimento si trovava proprio nell’ideare e nel costruire.

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È in questo humus che negli anni ’50 del secolo scorso attecchirono le prime bustine (le famose Airfix) con piccoli kit di aerei, mezzi militari e auto poi sostituiti da scatole di montaggio via via sempre più sofisticate (un nome per tutti: Tamiya); analogo il processo nel campo dei modelli in metallo, venduti solitamente già montati: dai giocattoli in latta degli anni tra le due guerre e dal Meccano si passò alle scatole ed ai modelli Schuco arrivando, per passi successivi, alle tante leghe metalliche e resine oggi utilizzate sia nell’industria modellistica e sia nella produzione di modelli speciali a bassa tiratura.

Panoramica dei componenti del modello Ferrari 375 Amalgam (fonte: sito Amalgam)

Panoramica dei componenti del modello Ferrari 375 Amalgam (fonte: sito Amalgam)

Purtroppo la concorrenza dei giochi al computer ha portato la maggior parte dei ragazzi alla disaffezione nei confronti del modellismo in scatola di montaggio mentre il mercato del modello finito ha tenuto meglio (il tutto e subito…); anche quest’ultimo segmento ha comunque subito cambiamenti notevoli sia nel prezzo, mediamente spostato verso l’alto, sia nella sempre maggiore qualità richiesta.

I modelli pronti

Altra evoluzione interessante è quella relativa alle scale: all’inizio predominava l’1/43 ma con il tempo e la sempre maggiore richiesta di finitura e dettaglio, i produttori di die-cast hanno abbracciato scale maggiori come l’1/18 e l’1/12, per non parlare di modelli speciali a tiratura limitata e dai prezzi stellari (talvolta non giustificati ad avviso di chi scrive) di scale ben superiori (1/8); in realtà la gamma delle scale è amplissima e spazia dall’1/87 della Herpa (la scala utilizzata, ad esempio, nei plastici ferroviari HO, ricca di soggetti adatti ad ampi scenari industriali, agricoli, cantieristici o di semplice viabilità) sino all’1/8 dell’italiana Pocher o dell’inglese Amalgam.

Grazie principalmente al Made in China e dintorni, che comporta bassi costi di investimento offrendo mano d’opera di qualità, il costruttore di modelli die-cast (principalmente occidentale ma si stanno facendo avanti anche marchi locali) è in condizione di offrire prodotti, anche di grande pregio, a costi accettabili ma che comunque partono, per modelli di standard da medio a elevato, dagli 80-100 euro per salire ai 300/500; oltre tali livelli si entra nel campo degli speciali dove le cifre in taluni casi superano quelle necessarie all’acquisto di una utilitaria o di un decoroso usato.

Tanto per capire cosa intendiamo per ottimo livello, vi rimandiamo ad un filmato relativo alla realizzazione del modello CMC della Ferrari 250 GTO.

www.cmc-modelcars.de/home/cmc-video

L’1/43 è sempre ben vitale ma la scala 1/18 che agli inizi veniva considerata più adatta al giocattolo che non al modellismo, oggi ha guadagnato grandi consensi tanto da convivere in vetrina con le scale minori senza alcun complesso; del resto, come per l’1/43, anche l’1/18 offre ampia scelta con altrettanto ampia diversificazione di prezzi e correlata qualità.

Cosa e come scegliere

I criteri di scelta sono veramente tanti e riguardano sia le collezioni di modelli pronti sia quelle di modelli da costruire; le opzioni maggiormente seguite sono quelle tematiche: ad esempio le auto di un determinato costruttore oppure quelle vincitrici di una sola gara (la Targa Florio, la Mille Miglia, la 24 Ore di Le Mans, la 12 Ore di Sebring, il Tour de France Auto e via dicendo), le auto da rallye, i mezzi professionali (macchine agricole, movimento terra, cantieri), veicoli militari, dei vigili del fuoco, dei vari corpi di polizia ed ancora solo taxi di tutto il mondo, solo furgoncini, solo GT o, tornando al campo delle competizioni, sempre molto gettonato, solo vetture sport anni ‘50/’60 (oppure Gt o Turismo), solo quelle partecipanti ad un tipo di campionato e/o di una certa epoca, insomma ce n’è per tutti i gusti e molto si potrebbe ancora dire.

Il solo consiglio che ci sentiamo di dare su questo argomento è quello di porsi un obiettivo, prendere tempo, e poi non derogare; il rischio è quello di disperdersi e collezionare un po’ di tutto il che è pur sempre un criterio, meno mirato ma certamente più rilassante…

Proteggiamo il nostro piccolo investimento

La polvere, purtroppo sempre presente anche nella più curata delle case, è il nemico numero uno del modello appena acquistato, magari a caro prezzo, i pargoli il secondo, le compagne poco comprensive (fortunatamente rare) il terzo. Premesso per il problema dei piccoli curiosi si risolve prima assecondando la loro legittima curiosità sotto stretta sorveglianza e poi ponendo il modello ben fuori dalla loro portata e che quello della scarsa comprensione del partner non viene qui trattato, torniamo alla polvere.

Per fronteggiare il problema abbiamo 4 scelte

● ci rassegniamo a vederlo pian piano coprirsi di polvere e perdere brillantezza (se il modello ha funzione, ad esempio, di soprammobile o fermacarte, anche se lo spolveriamo spesso con il classico pennello di tasso non arriveremo mai negli angoli più nascosti sia esterni che interni);

● lo conserviamo nella scatola che spesso ha pareti trasparenti; una soluzione pratica ma, con l’aumentare del numero di modelli acquistati, riproporremo a casa la vetrina del negozio di modellismo dal quale proviene;

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● compriamo una vetrinetta in cui esporlo (ce ne sono di più che degne in commercio);

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● ci regaliamo una bacheca già pronta oppure da farsi fare su misura; in quest’ultimo caso, superate le resistenze in famiglia, si avrà un pezzo di arredamento in più.

Dove comprare

Un buon negozio di modellismo è ovviamente il primo riferimento: lì troveremo il contatto umano ed il consiglio, a volte non disinteressato, di un professionista. Altro vantaggio non da poco è la possibilità di vedere il modello da vicino ed eventualmente toccare con mano se ve lo permettono; se il negoziante ve lo fa maneggiare a mani nude invece di porlo sul bancone e pregarvi di non toccare (indice di professionalità e serietà), fate molta attenzione alle zone di eventuale opacità e comunque esaminate il modello in controluce o a luce radente per scoprire eventuali altre impronte: come minimo dovrete, in caso di acquisto, farlo ripulire con un panno da occhiali, di quelli che non lasciano residui; evitate di farlo voi sottoponendovi al rischio di danneggiare qualcosa.

Altra fonte sono i numerosi mercatini o i vari eventi tipo Automotoretrò Torino, Auto e Moto d’epoca Padova, Fuoriserie alla Fiera di Roma e via dicendo; ciascuna di queste manifestazioni ospita numerosi stand di automobilia e modellismo dove reperire il modello obsoleto o quello cui non si pensava più però vedendolo…

Si tengono, ovviamente, fiere specializzate dedicate solamente al modellismo, come ad esempio ModelExpo Italy (maggio 2016, Verona) o il già trascorso Model Game di Bologna Fiere; citando solo queste due, facciamo torto alle tante altre che si tengono ovunque in Italia ma se si guarda all’estero non si può non citare la regina delle manifestazioni di settore, la Fiera del giocattolo di Norimberga (27 gennaio 2016) dove chi vuole impazzire può…!

Ancora i vari shop on line dove si trova veramente di tutto; ce ne sono alcuni molto ben organizzati dove trovare modelli regolarmente in commercio a prezzi scontati decisamente allettanti che possono essere praticati grazie a spese fisse ridotte all’osso.

Ma si può comprare anche in edicola o in abbonamento: aerei, navi moto ed auto. Si vende di tutto ma, nella maggior parte dei casi, in grande scala; si tratta di kit di montaggio pre-verniciati e «solo» da assemblare. Il problema è che le uscite (di solito bisettimanali) tendono ad essere dilatate nel tempo prevalentemente a fini di cassa e qui gioca l’elemento psicologico poiché se l’impressione sarà quella di spendere poco mentre quando il modello – o in kit o già assemblato – verrà commercializzato, si scoprirà che il suo costo sarà notevolmente inferiore.

Come maneggiare un modello

Come su accennato, la prima regola è evitare di toccarlo a mani nude; se proprio non se ne può fare a meno, mani pulitissime oppure (direte che siamo matti…) guanti monouso di lattice: le mani producono impercettibili quantità di grasso e sudore che si trasferiscono (meglio dire si «appiccicano») sul modello che state maneggiando e, dai oggi dai domani, il modello perderà lucentezza. E comunque meno maneggiate un modello più lo terrete al sicuro.

Se un cofano o una portiera stentano ad aprirsi non inserite nel taglio dell’apertura un’unghia o la lama di un cutter, benché sottilissima: basta un piccolo spostamento rispetto alla linea dell’apertura per vedere la parte irrimediabilmente scheggiata, anche in maniera probabilmente poco percettibile; provate invece ad utilizzare, con la massima cautela, la punta di uno stuzzicadenti: il legno è più morbido del metallo e, a meno che non si forzi in malo modo, di solito si riesce a far leva ed aprire senza alcun danno. Allo stesso modo evitate di forzare su un elemento esterno come lo specchietto retrovisore o l’eventuale fregio sul cofano: più facile che vi restino in mano invece di facilitarvi l’apertura.

Nel prossimo articolo parleremo dei kit di montaggio e di come elaborare un modello venduto già montato o preverniciato in kit (come, ad esempio, i modelli Burago 1/18 di qualche anno fa).

[ Giovanni Notaro ]