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Walter de Silva lascia il timone del Design del gruppo Volkswagen

A fine novembre Walter Maria de Silva, Responsabile del Design del colosso tedesco dal 2007, lascerà l’incarico ma non il Gruppo del quale resterà consulente

walter de silva

Nato a Lecco il 27 febbraio 1951, de Silva ha iniziato il suo percorso professionale nel 1972 preso il Centro di Design FIAT di Torino e nel 1975 è passato allo Studio R. Bonetto di Milano; dal 1979 al 1986 è stato a capo del reparto di Disegno Industriale e Area Automobili all’Istituto I.De.A. di Torino per trasferirsi poi – per pochissimo tempo – da «Trussardi Design Milano»; sempre nel 1986 ha lasciato Trussardi ma non Milano dove, all’Alfa Romeo, è stato Capo del Design fino al 1998. Le diverse visioni circa lo sviluppo dei modelli Alfa fra de Silva e l’allora Amministratore Delegato della Fiat, Paolo Cantarella, portarono ad un non sereno divorzio ed al conseguente approdo – con i risultati che abbiamo oggi tutti sotto gli occhi – alla Seat (1998) come Capo del Design Seat dove rimase sino al 2002, anno nel quale venne promosso Responsabile del Design del gruppo Audi (Audi – SEAT – Lamborghini) per poi assumere, dal 2007, la responsabilità del Design del gruppo Volkswagen.

Il suo ingresso all’Audi è coinciso con l’avvio del nuovo linguaggio stilistico del marchio, che si è pienamente estrinsecato nella sesta generazione della Audi A6 e nella Audi A5 Coupé dando però al suo lavoro un carattere di trasversalità all’interno del gruppo VW che, all’esterno, si è tradotto al tempo stesso in una riconoscibilità della filosofia estetica del Gruppo nell’identità del singolo marchio.

Matthias Müller, Presidente del CdA Volkswagen, ha così commentato il rapporto fra il gruppo VW ed il designer italiano: “Walter ha combinato la creatività, il senso di bellezza e lo stile italiani con disciplina e approccio sistematico… è riuscito a stabilire una cultura del design e una metodologia di lavoro tra tutte le Marche, che rappresenta un caso unico nell’industria automobilistica. Allo stesso tempo, ha preservato con determinazione l’indipendenza e l’autonomia creativa dei reparti design di tutte le Marche”.

 

Walter de Silva ha legato il suo nome alle Alfa 156 del 1997 e 147 del 2001 alla Volkswagen up!, alla Polo, la Golf di sesta e settima generazione i cui stilemi si sono riflessi su Tiguan e sulla nuova Passat,sulla Audi R8 e la Audi A5 che lo stesso de Silva considera “la vettura più bella” da lui mai disegnata.

Numerosi i premi ed i riconoscimenti ricevuti nel corso della sua lunga carriera tra i quali, nel 2010 il «Design Prize of Federal Republic of Germany 2010», il più importante riconoscimento per il design in Germania e nel 2011, il «Compasso d’Oro» alla carriera (il più prestigioso premio italiano per il design). Una giuria internazionale di esperti lo ha infine definito «l’indiscusso protagonista del design italiano» attribuendogli un premio alla carriera.

La linearità del suo tratto e la voluta mancanza di inutili orpelli, ha dato sostanza e tolto età ai modelli che ha disegnato, in particolare l’Alfa 156, un modello che da solo ha dato ossigeno ad un Gruppo all’epoca asfittico e che ha fatto conoscere de Silva al grande pubblico; da un punto di vista storico-stilistico, il designer lombardo ha avuto il grande merito di «ripescare» dal cassetto dei ricordi, dove era stato ingiustamente relegato, il celebre scudetto Alfa (chi, tra i cultori dell’auto, non ricorda i celebri scudetti che hanno opposto, sportivamente e stilisticamente, le Alfa alle Lancia negli anni ’50-’60 del secolo scorso?). Molto belli anche i remake delle celebri Lamborghini Miura e VW Beetle, il celebre maggiolino in chiave moderna ma non si può dimenticare la flessibilità e multiformità professionale che gli ha permesso di passare, con uguali successo e disinvoltura, dalla prima Audi Q7 alla A 5 e da questa alla piccola VW up!

Ma i concetti di scudetto e di richiamo alla tradizione sportiva del marchio (X o Y che fosse) dovevano proprio essergli rimasti nel cuore tanto da rispolverarli, attualizzati e diversamente interpretati sul concept Nuvolari del 2003, il primo ad esprimere un frontale caratterizzato da una calandra unica ed importante che si rifaceva alle Auto Union da corsa degli anni Trenta del secolo scorso e che divenne immediatamente la cifra stilistica che ha caratterizzato la produzione Audi sino ad oggi.

L’uscita di de Silva si è quest’anno aggiunta al terremoto ai vertici del Gruppo, all’affaire Italdesign ed al «dieselgate». Visti i raggiunti limiti di età sarebbe, probabilmente, avvenuta comunque ma una personalità di quella creatività e vitalità non riusciamo proprio ad immaginarcela in pantofole: il futuro ci saprà dire…

[ Giovanni Notaro ]