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Rivenditori specializzati e Club di marca spopolano a Auto e Moto d’Epoca

Alla imponente manifestazione padovana, presenti 18 Case e più di 4.000 vetture, anche 650 ricambisti e accessoristi, un’occasione per chi è alla ricerca del pezzo introvabile

Oltre alla grande affluenza di pubblico che conferma l’interesse per l’auto storica affiancata ai modelli attuali, indissolubile trait d’union tra passato e presente, una tra le ragioni per la quale sarà ricordata questa 32° edizione di Auto e Moto d’Epoca, è la massiccia presenza di vetture Ferrari.

Centinaia, quasi tutte rosse e tutte in vendita, anche se con prezzi «lievitati» rispetto al recente passato, forse per l’effetto Wall Street. Dagli immortali modelli degli anni ’60 e ’70 ai più recenti, forse meno affascinanti, ma più potenti e prestazionali.

Accanto e non in modo metaforico, altri gioielli made in Italy che non sfiguravano accanto ai miti con il Cavallino, Bugatti EB 110, De Tomaso, Lamborghini Espada e Miura, oltre a vari modelli Maserati.

Da menzionare la presenza del Registro Autobianchi che quest’anno celebra i 60 anni della fondazione del Marchio, voluto da FIAT nel 1955 per creare una linea di utilitarie più eleganti, delle «fuoriserie di serie». Lo stesso Gianni Agnelli volle battezzare la prima nata: la Bianchina. Di questo modello, rivolto prevalentemente ad una clientela femminile, vennero poi realizzate diverse versioni, Berlina 4 posti, Panoramica, Cabriolet e anche furgonata per trasporti leggeri in ambito cittadino. Una variante della Fiat 500 della quale adottava la stessa meccanica. Seguì poi nel 1963 l’innovativa Stellina, una spider con la meccanica della Fiat 600D, realizzata in vetroresina e prodotta in 502 esemplari, rivolti ad un pubblico femminile un po’ snob.

Il Registro Italiano Aurelia festeggia il 60° anniversario della B24 Spider, presentata al Salone di Bruxelles il 15 gennaio 1955. La vettura entusiasma per la sua linea disegnata da Pininfarina che esprime potenza, esaltata dal parabrezza avvolgente, paraurti anteriore sdoppiato e muso lungo con l’imponente scudo Lancia. Di questo modello vennero costruiti 240 esemplari ai quali seguirono altri 150 o poco più della B24 Convertibile America che debutta al Salone di Torino il 21 aprile 1956. Questo modello però aveva perso un po’ del suo fascino sportivo presentandosi con un parabrezza dalla linea convenzionale e paraurti anteriore unico. Praticamente lo stesso il motore V6 da 2.451 cc con potenza di 118/110 cv.

 

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Il Museo Nicolis di Villafranca (VR) espone una tra le 200 auto della sua collezione, probabilmente la più anziana e preziosa, la Lancia Beta 20 HP del 1911, uno dei 150 esemplari prodotti. Per il cliente statunitense che la acquistò, venne spedito in quel anno solo il telaio e la meccanica che poi venne vestita dalla carrozzeria SGV, dalle iniziali dei nomi dei proprietari Sternberg-Graham-Valentine, con sede in Pennsylvania. Da notare la ruota di scorta completa di cerchio che Vincenzo Lancia aveva voluto di serie sulle sue vetture fin dal 1909.

L’Associazione Amatori Veicoli Storici (A.A.V.S.) ha voluto realizzare il suo stand sul tema «Evoluzione della Carrozzeria», da un semplice «carro a motore» con 2 o 4 sedili, ad una carrozza più confortevole per i passeggeri fino ad una imponente e lussuosa berlina, per poi esprimere l’apice dello stile con una sportiva di razza. Le vetture oggetto di questo viaggio nel tempo sono la Marion Bobcat del 1911, prodotta ad Indianapolis dalla Marion Motor Car Company, una Ford T Tudor Central Door Sedan del 1920, la Isotta Fraschini 8B Landaulet del 1931 carrozzata da Castagna prodotta in circa 22 esemplari e la Ferrari 275 GTB (Gran Turismo Berlinetta) del 1965, disegnata da Pininfarina e prodotta dal carrozziere Scaglietti a Modena.

Nello stand ACI alcune tra le più significative vetture Lancia da rally degli ultimi 40 anni, vetture che hanno vinto nelle più impegnative competizioni e conquistato titoli mondiali.

Del 1970 la Fulvia HF 1.6, memorabili le vittorie di Sandro Munari-Mario Mannucci nel 1972 al Rally di Montecarlo del 1972 e nel Campionato Internazionale Marche Rally, replica l’anno successivo vincendo l’Europeo Piloti. Stessa coppia di piloti per la Stratos HF del 1975 con la livrea Alitalia e motore Ferrari Dino V6 da 2.418 cc per 270 cv. Il suo debutto al Tour de Corse del 1972, primo successo al Rally Firestone del 1973 e schierata nel Mondiale Rally divenne Campione del Mondo nel 1974, ’75,’76.  La 037 Rally Gr B  del 1983, 2.111 cc per 325 cv e un peso di 980 kg. Infine la Delta HF Integrale che segna l’ultima partecipazione Lancia nei rally nel 1992, dopo una serie infinita di successi, ottenendo un record ancora imbattuto di 6 Mondiali vinti consecutivi, dal 1987 al 1992.

Tra le 4.000 vetture esposte, oltre a preziosi gioielli che pochi possono permettersi di mettere in garage, anche vetture più alla portata dell’appassionato, quel modello tanto desiderato in gioventù o modelli vintage che comunque possono regalare piacevoli sensazioni di guida.

Molto affollati i padiglioni riservati ai ricambi e accessori, disposti con ordine sui banchi degli oltre 650 ricambisti, una vera «caccia al tesoro» per chi cerca il pezzo introvabile per ogni tipo di auto e moto.

Tra gli accessori che cambiano il comfort di guida, il servosterzo elettrico è senz’altro la soluzione ideale. Quasi tutte le vetture ante anni ’70 ne erano prive e guidando quelle più pesanti o con la trazione anteriore, girare il volante comporta uno sforzo a volte notevole, specialmente a bassa velocità e nelle manovre. Per ovviare a questo disagio l’Azienda olandese EZ Electric Power Steering ha realizzato un sistema molto semplice da installare che non comporta nessuna modifica alla tiranteria dello sterzo e alla scatola. il sistema di piccole dimensione, sostanzialmente un demoltiplicatore elettrico va fissato sul piantone dello sterzo sotto il cruscotto, perciò totalmente invisibile. Disponibile per la maggior parte delle vetture per un costo tutto sommato non eccessivo, da 1.200 euro.

[Paolo Pauletta]