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Auto e Moto d’Epoca, il salone delle meraviglie

Unire l’Heritage con le ultime novità automobilistiche è una formula che è andata ben oltre le aspettative. A Padova, passato presente e futuro uniti dalla passione per l’auto

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La 32a edizione di Auto e Moto d’Epoca passerà nella storia di questo grande evento, tra i più importanti d’Europa, per l’altissimo livello dei veicoli esposti, molti dei quali in vendita, e per i tanti eventi collaterali che hanno scandito i 4 giorni della manifestazione. Favorita anche dal meteo che ha regalato un tiepido sole autunnale, un fiume di appassionati hanno varcato i tornelli di accesso nel corso di tutte le giornate, senza evidenti variazioni tra giorni feriali o festivi, oltre 80.000 alle 10.00 di domenica mattina, ai quali si deve aggiungere tutto il pubblico della giornata festiva. Una grande festa per l’automobile, nonostante i vari atti ostili che ha dovuto affrontare negli ultimi tempi, ma che non hanno intaccato la passione per questa compagna della nostra vita quotidiana.

Con queste parole il patron dell’evento Mario Carlo Baccaglini ha voluto esprimere questo sentimento: “Ciò che conta è vedere la gioia degli appassionati davanti a delle auto stupende. Non importa se siano Ferrari o Topolino, quello che conta è l’emozione che regalano. Padova è una Fiera dedicata alle persone che amano l’auto. È realizzata per loro e vive per loro. Questa edizione, senz’altro la più bella della sua storia ultra trentennale, ci premia per tutti gli sforzi fatti per crescere ogni anni di più”.

A confermare l’importanza di questa kermesse patavina, la presenza di 18 prestigiosi Marchi che hanno esposto le ultime novità accanto ad alcuni modelli storici per rimarcare l’indissolubile legame tra passato e presente.

Abarth

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A simboleggiare i tanti modelli Fiat passati per la Casa dello scorpione la 750 Record realizzata da Bertone, ma disegnata da Franco Scaglione, che nel 1956 sigla una lunga serie di record, tra questi conquistò 6 primati di velocità nella classe 750 ad oltre 200 km/h.

L’altra vettura è la 1000 Monoposto Record Classe G che nello stesso anno, con Carlo Abarth al volante all’età di 57 anni, siglò il record di accelerazione sul quarto di miglio e sui 500 metri. Se le Abarth di ieri erano «piccole e cattive», l’ultima nata di oggi conferma questa indole, è la 695 Biposto. Le sue caratteristiche parlano chiaro: 139 cv/litro o se preferite 5,2 kg/cv. Se non è ancora abbastanza chiaro, il suo motore 1.4 T-jet eroga 190 cv per una velocità massima di 230 km/h, un record per la categoria, proprio come piaceva a Carlo Abarth.

Alfa Romeo

Lo stand del biscione ha catturato la curiosità del pubblico con la nuova Giulia Quadrifoglio, equipaggiata con il poderoso V6 turbo da 2,9 litri e 510 cv sviluppato da Ferrari, accanto alle Giulia TI Super, GTA, SS e TZ2 degli anni ’60 regine incontrastate di ogni tipo di competizione, su strada e in pista.

La nuova Giulia Quadrifoglio presentata al recente Salone di Francoforte è una berlina dal carattere molto sportivo che nel corso di un test a fine agosto su circuito del Nürburgring ha percorso la Nordschleife in 7 minuti e 39 secondi con una velocità di punta di 307 km/h, un record per il segmento. Sullo stesso tracciato negli anni ’60 la Giulia GTA preparata dall’Autodelta aveva battuto un record per una vettura turismo, chiudendo il giro in meno di 10 minuti, molto buono anche in considerazione della cilindrata di 1.600 cc con la potenza di circa 220 cv e un peso di 750 kg, la metà dell’attuale Giulia Quadrifoglio, ma di fatto un rapporto peso/potenza molto simile.

Le altre Giulia d’antan esposte e provenienti dal nuovo Museo Alfa Romeo di Arese, erano la berlina TI Super, vettura stradale costruita in soli 501 esemplari per ragioni di omologazione tra il ’63 e il ’64 e come la sua antenata 1900 poteva fregiarsi dello slogan «la berlina di famiglia che vince le corse». Evoluzione della Giulietta Sprint Speciale e fascinosa per la sua linea affusolata come un siluro, la Giulia SS firmata dal maestro Franco Scaglione e prodotta dalla carrozzeria Bertone. Stesso motore 1.600 cc delle sorelle stradali, ma velocità di 200 km/h grazie al più favorevole coefficiente aerodinamico.

Regina fra tutte, la Giulia TZ2 prodotta in soli 12 esemplari da Zagato e definita come una tra le più belle vetture da competizione mai realizzata. Telaio tubolare carrozzeria in fibra di vetro per soli 650 kg. Molto ricco il suo palmaresse, nonostante i soli 18 mesi di corse tra il 1965 e il ’66. Venne poi sostituita dalla Tipo 33.

Audi

La Casa dei 4 anelli è sempre stata all’avanguardia nella realizzazione di soluzioni meccaniche che offrissero prestazioni superlative. Tra queste, il motore a 5 cilindri e la trazione integrale Quattro®, oggi presente nella normale produzione di serie. Soluzioni che hanno consentito di conquistare tante vittorie nelle più importanti Campionati, sia rally che su pista, con piloti diventati dei miti nella categoria.

Tra questi erano presenti a Padova, lo svedese Stig Blomqvist che ha vinto il WRC nel 1984 con una Audi Quattro A2 e il tedesco Christian Geistdörfer, per 10 anni (1977-’87) navigatore di Walter Röhrl e vincitore del WRC nel 1980 e ’82 con la leggendaria Audi Sport Quattro.  Accanto a queste leggende del volante, Audi ha presentato 5 leggende nelle corse.

La Quattro Gruppo B che nel 1983, si è imposta in diversi rally con l’equipaggio Michele Cinotto ed Emilio Radaelli, la 80 Quattro Gruppo A di Stig Blomqvist e la 90 Quattro Gruppo A del 1988. Anche su pista Audi ha ottenuto importanti risultati. Da ricordare la vittoria nel Campionato Italiano Turismo della 80 Competition nel 1994 con Emanuele Pirro e Dindo Capello e la più recente R8LMS nel Campionato Italiano GT3.

Mercedes

La nuova Classe S Cabrio presentata al recente Salone di Francoforte, rappresenta il top della fortunata tradizione delle cabriolet di alta gamma con la Stella, ma anche un trait d’union con il passato, rappresentato da 2 affascinanti cabriolet.

La 500 K del 1936 equipaggiata con un 8 cilindri in linea da 5 litri con compressore per 160 cv e una 300 S Cabriolet firmata da Pinin Farina. Questo esemplare uscì dagli stabilimenti di Sindelfingen nel 1955 per essere consegnata negli Stati Uniti alla sua proprietaria Margaret Flick, la quale però non si accontentò della carrozzeria originale e decise di personalizzarla con qualche particolare retrò. Perciò la riportò in Italia e Pinin Farina apportò le modifiche desiderate dalla cliente fino a farne un esemplare unico. Il motore è a 6 cilindri in linea da 3 litri e 150 cv.

Peugeot

La storia di questo storico Marchio francese, impone la sua presenza nelle più importanti rassegne europee. La sua storia ultracentenaria è magnificamente esposta nel Museo Peugeot a Sochaux e tra quei modelli, Peugeot ha voluto esporre a Padova le Regine d’Africa, vetture che hanno partecipato e vinto nelle più massacranti competizioni africane e rally mondiali.

La storia delle Peugeot che vincono le corse inizia 50 anni fa, con la 403 berlina. Pur non essendo progettata e destinata alle competizioni, questa vettura partecipa a molti rally dal 1955 al 1965 in tutto il mondo ottenendo lusinghieri successi e può essere considerata la madre delle vetture da rally con il Leone. Sempre di derivazione di serie, seguirono la 404 berlina con 3 vittorie consecutive (’66-’67-’68) all’East African Safari e la 504 berlina nei primi anni ’70 che consolida il mito del Leone.

Ma è le 504 coupé equipaggiata con il motore V6 portato a 225 cv, che conquista il 1°, 2°, 4° e 8° posto tra le 9 vetture superstiti su 58 partite al Bandama Rally nel 1978 a decretare le Peugeot come Regine d’Africa. Tanto per ricordare, sul più alto gradino del podio salirono Jean-Pierre Nicolas e Michel Gamet e la 2° posto lo svedese Timo Mäkinen con Jean Todt come navigatore.

Seguirono le vittorie nel WRC nel 1985 e ’86 della 205 Turbo 16 e dal 1987 la partecipazione e vittoria alla Parigi-Dakar, prima con 205 T16 Gran Raid e poi con le 405 T16 che nel 1989 hanno vinto la corsa africana (1° e 2° posto) con Ari Vaatanen e Jacky Ickx.

Porsche

Lo stand della Casa di Zuffenhausen è sempre un’occasione per sognare, sia se guardano i modelli di ieri che quelli di oggi e a Padova è stato creato un mix che ha emozionato moltissimo. Insieme per indicare che fanno parte della stessa famiglia, ma volutamente separate per marcare meglio l’evoluzione del modello.

Emblematica la presenza della 911 Targa del 1975 accanto alla nuova 911 Targa 4 S nella speciale versione «30 Anni Porsche Italia» con il tricolore inserito sul roll-bar satinato. Solo 30 esemplari verniciati in un esclusivo colore Gemini Metallic, variante dell’azzurro metallizzato della sua progenitrice. Vintage anche il rivestimento interno dei sedili in pelle nera con la parte centrale in tessuto Pepita, simile a quello delle 911 degli anni ’60.

Girando nello stand si nota una stupenda 356 Speedster accanto ad una 914/6 GT. Poco più in là, la 959 rossa con telaio 00216 che venne consegnata al maestro Herbert Von Karajan il 16 febbraio 1988 direttamente nella sua residenza di Saint Moritz. Pochi mesi prima della sua morte avvenuta nel 1989, il maestro la cedette all’amico Principe Sadruddin Aga Kahn che l’ha custodita nel garage riscaldato del suo castello nei pressi di Ginevra fino alla sua morte nel 2003. Successivamente la «959» che aveva solo 40.000 km venne acquistata da parte di un gentleman driver italiano.

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Interessanti i 3 esemplari di «911» restaurate da parte dei Centri specializzati Porsche Classic e finaliste di uno speciale concorso. La vincitrice è risultata una 911 Carrera 2.7 Targa restaurata da Paolo Verardini del Centro Porsche Classic di Padova.

Tecnologia pura

Non ancora storiche, ma senz’altro simbolo dell’evoluzione automobilistica e motoristica, la Tesla Model S, le Pagani Zonda S e F Roadster e le McLaren 570S.

La Tesla Model S è all’avanguardia per quel che riguarda la propulsione elettrica ed indica la strada che prima o poi anche gli altri costruttori dovranno seguire. La versione 85D è l’unica vettura attualmente in produzione ad avere una autonomia di oltre 500 km in modalità solo elettrica, ovvero con emissioni Zero.

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Qualcuno può dire che il suo prezzo di circa 100.000 euro o 120.000 per la P85D a trazione integrale è alto, però bisogna dire che le altre vetture di alto di gamma con queste prestazioni, velocità massima 250 km/h e 0-100 tra 3,0 e 4,0 secondi, costano mediamente di più. Senza contare che il costo chilometrico con il motore elettrico è sensibilmente inferiore rispetto ad un analogo motore termico con prestazioni simili. Purtroppo in Italia c’è ancora il problema della ricarica rapida, ma questo è un altro discorso.

[ Paolo Pauletta ]